C’è qualcosa di profondamente ironico nel modo in cui cerchiamo sollievo dal caldo: accendiamo condizionatori che emettono calore all’esterno, consumando energia prodotta — spesso — da fonti che scaldano ulteriormente il pianeta. Un paradosso circolare, quasi tragicomico. Ma cosa succederebbe se invece che combattere il caldo conil dispendio di energia elettrica, lo facessimo con un meccanismo (quasi) naturale? E se diventasse l’edificio stesso parte della soluzione, proprio come fa il nostro corpo quando suda? Da Singapore arriva una tecnologia intrigante: una vernice capace di traspirare, di raffreddare gli ambienti e ridurre i consumi senza accendere nemmeno un ventilatore.
Come funziona la vernice che suda
Un gruppo di ricercatori dell’Università Tecnologica di Nanyang ha deciso di creare una vernice da esterno capace di contrastare il calore. Il funzionamento è semplice quanto geniale: la vernice trattiene piccole quantità d’acqua piovana, che vengono poi rilasciate lentamente sotto forma di vapore quando la temperatura sale. L’evaporazione dell’acqua, come sappiamo, è un processo che assorbe calore — lo stesso che il nostro corpo sfrutta sudando per abbassare la temperatura. Ma non finisce qui: questa speciale pittura riflette anche fino al 92% della luce solare e irradia il calore accumulato verso il cielo.
Un’altra caratteristica di questa vernice è quella di rimanere bianca, di non ingiallirsi con l’umidità, restando immacolata e funzionante.
Da cosa è composta
In questa invenzione troviamo una combinazione di elementi sorprendentemente accessibili. La vernice si basa su nanoparticelle, polimeri e sale marino, mescolati in modo da creare un sorta di materiale intelligente. Le nanoparticelle svolgono un doppio compito: mantengono elevatissima la riflettività alla luce solare e conferiscono maggiore resistenza alla struttura. Un sottile film di vetropolimero, insieme al sale, contribuisce a trattenere l’umidità e impedisce che il rivestimento si deformi o si increspi. Ma è la struttura porosa della vernice il vero segreto: trattiene minuscole quantità d’acqua e le rilascia lentamente: una ricercata imitazione della nostra fisiologia naturale.
Perché fa risparmiare
L’impatto pratico di questa invenzione è tutt’altro che marginale. Nei test sul campo, le abitazioni che sono state trattate con la vernice che suda hanno ridotto i consumi legati al raffrescamento fino al 40%. In un mondo in cui quasi due terzi dell’energia domestica viene spesa per tenere sotto controllo la temperatura, il risparmio non è solo una buona notizia per il portafoglio, ma anche per il pianeta. È un colpo secco all’inerzia energetica che ci trascina ogni estate verso nuovi picchi di consumo.
Si potrà parlare di Smart Paint?
Il futuro che vogliamo è fatto da città dove i palazzi non saranno più ostacoli inerti alla circolazione del calore, ma una soluzione attiva alla sua gestione. A Singapore, infatti, già si parla di adottare questa tecnologia in larga scala per gli edifici pubblici, con l’obiettivo di abbattere le temperature urbane e migliorare la qualità della vita nei quartieri più esposti.
Immaginate se, un giorno, le nostre città potessero adoperare questa Smart Paint: ogni muro, ogni facciata, ogni terrazza potrebbe contribuire a mantenere l’equilibrio termico delle nostre case senza l’intervento di un solo watt in più.