
Nella regione centrale del Brasile, lungo il corso medio del fiume São Miguel, la roccia si trasforma in scultura. Il Vale da Lua (la Valle della Luna) prende forma da una distesa di quarzite levigata in cui l’acqua ha inciso, nel corso di milioni di anni, canali, pozze e cavità dalle linee sinuose. Le superfici, lisce e lucenti, riflettono la luce come metallo liquido e cambiano colore a seconda dell’ora del giorno.
Questo paesaggio non è frutto di un evento improvviso ma dell’azione costante di un fiume che ha pazientemente scolpito la pietra più antica del Brasile. Il risultato è un ambiente geologico di rara armonia, dove l’erosione fluviale diventa un linguaggio estetico e scientifico insieme. Oggi il Vale da Lua è una delle mete più suggestive del Parco Nazionale della Chapada dos Veadeiros, un’area di savana tropicale che conserva una delle biodiversità più ricche del Sud America.
Cos’è il Vale da Lua e perché è così particolare
La Valle della Luna si trova nello Stato di Goiás, a pochi chilometri dalla cittadina di Alto Paraíso de Goiás, all’interno del Parco Nazionale della Chapada dos Veadeiros, una delle aree di maggiore biodiversità del Brasile centrale. Il nome deriva dall’aspetto delle sue rocce: superfici levigate, scolpite da correnti d’acqua che nel tempo hanno creato cavità, canali e pozze dalle linee morbide, tanto da ricordare la superficie lunare osservata da vicino.
Il paesaggio appare come una scultura viva. Durante la stagione delle piogge, da novembre ad aprile, il fiume São Miguel scorre impetuoso tra le formazioni rocciose, riempiendo le conche naturali e trasformando il luogo in un susseguirsi di cascate e rapide. Nei mesi secchi, invece, le vasche si prosciugano parzialmente, lasciando emergere l’intreccio delle incisioni che raccontano la storia del fiume e del tempo.

Il contrasto tra la pietra grigia e l’acqua turchese, tra le ombre profonde e i riflessi del sole tropicale, crea un gioco visivo continuo. Non esiste un punto fisso di osservazione: ogni angolo offre una prospettiva diversa, un dialogo tra la forza dell’erosione e la resistenza della materia.
Origine geologica: quando la Terra assume forme lunari
Le rocce del Vale da Lua appartengono al basamento cristallino della Serra do Espinhaço, un sistema geologico che risale a oltre 1,8 miliardi di anni fa. Si tratta di quarziti e gneiss derivati da antichi sedimenti marini poi metamorfosati dall’enorme pressione delle fasi orogenetiche che interessarono il continente sudamericano durante il Precambriano.
Nel corso delle ere, le fratture naturali e le variazioni di temperatura hanno indebolito la superficie del granito, rendendola più vulnerabile all’azione meccanica dell’acqua. Il fiume São Miguel, con la sua corrente costante e i sedimenti in sospensione, ha agito come uno scalpello: ha scavato, levigato, arrotondato. Le conche profonde e le forme sinuose che si osservano oggi sono il risultato di questo processo di erosione fluviale concentrata, amplificato da fenomeni di cavitazione e vortici d’acqua che, nei millenni, hanno inciso nella roccia disegni geometrici di straordinaria precisione.

Il colore grigio-argenteo delle superfici deriva dall’elevata presenza di quarzo e feldspato, minerali che riflettono la luce e contribuiscono a dare al paesaggio la sua luminosità particolare. Durante il giorno, il Vale da Lua cambia tonalità a seconda dell’inclinazione del sole: al mattino prevalgono sfumature d’argento e blu, mentre al tramonto le rocce assumono riflessi dorati.
La regione della Chapada dos Veadeiros è spesso definita una finestra geologica del tempo. Le sue formazioni risalgono a un’epoca in cui il Sud America era parte del supercontinente Gondwana, e il Vale da Lua ne rappresenta una delle espressioni più pure: una testimonianza tangibile della plasticità della Terra e della capacità dell’acqua di tradurre la materia in forma.
Storia, scoperta e percezione del luogo
Per le popolazioni originarie del Cerrado, il Vale da Lua è sempre stato un luogo sacro. Le comunità indigene consideravano le sue cavità un passaggio verso il mondo sotterraneo, dove secondo le credenze dimoravano spiriti e forze primordiali. Le leggende raccontano che la valle nacque quando la Luna discese a toccare la Terra, fondendo la pietra con la sua luce.
La riscoperta del sito da parte dei geologi brasiliani risale agli anni Cinquanta, quando la Chapada dos Veadeiros iniziò a essere esplorata per la ricchezza dei suoi cristalli di quarzo. Le prime ricerche scientifiche condotte dall’Universidade de Brasília identificarono il Vale da Lua come un raro esempio di morfoscultura fluviale su roccia metamorfica, fenomeno assai meno comune rispetto alle erosioni su calcare o arenaria.
Negli anni Ottanta, con la creazione del parco nazionale, l’area divenne oggetto di tutela ambientale. Il riconoscimento da parte dell’UNESCO nel 2001 come Patrimonio dell’Umanità contribuì a consolidarne il valore scientifico e turistico. Da allora, il Vale da Lua è considerato un laboratorio naturale dove osservare i meccanismi di interazione tra acqua e roccia e, al contempo, un simbolo estetico del rapporto armonico tra uomo e natura.
Il contesto naturale della Chapada dos Veadeiros
Il Vale da Lua si inserisce in un ecosistema di straordinaria complessità: il Cerrado, una delle savane tropicali più antiche del Pianeta. Qui convivono oltre 10.000 specie vegetali, molte delle quali endemiche, e un’incredibile varietà di animali, dai giaguari ai tamandua, dai tucani ai lupi crinati.

Il Parco Nazionale della Chapada dos Veadeiros, che si estende per più di 240.000 ettari, è caratterizzato da un’altitudine che varia tra i 600 e i 1.600 metri, creando un mosaico di microclimi e paesaggi. Le cascate, le formazioni di quarzite e le sorgenti termali rendono l’area un archivio naturale della storia terrestre e un rifugio per specie minacciate.
Il fiume São Miguel, con il suo corso tortuoso e le acque trasparenti, costituisce la linfa vitale del parco. Nel suo passaggio attraverso il Vale da Lua, il fiume ricorda come il movimento dell’acqua sia insieme forza creatrice e custode di equilibrio.
Conservazione e turismo consapevole
L’accesso al Vale da Lua è regolamentato da percorsi tracciati e dall’accompagnamento di guide locali. Questa gestione, sostenuta dalle comunità di Alto Paraíso, ha permesso di limitare l’impatto del turismo mantenendo intatta la struttura naturale del sito.
Qui il visitatore è invitato a camminare, osservare e comprendere: il valore del luogo risiede nella sua fragilità e nel suo silenzio, più che nello spettacolo immediato.
