Virus West Nile nel Lazio: cosa sta succedendo e quali sono i sintomi

Nell'estate 2025, il West Nile Virus colpisce duramente il Lazio, con 28 casi e un decesso. La provincia di Latina è l'epicentro dell'emergenza. Rafforzate le misure sanitarie e gli appelli alla prevenzione.

Virus West Nile nel Lazio: cosa sta succedendo e quali sono i sintomi - immagine di copertina

    Tra il 20 e il 24 luglio 2025, la Regione Lazio ha confermato dodici nuovi casi di infezione da virus West Nile, concentrati esclusivamente nella provincia di Latina. Con questi nuovi rilevamenti, il totale regionale sale a ventotto casi, di cui ventisei in provincia di Latina e due nei comuni di Anzio e Nettuno, in provincia di Roma. Uno di questi ha portato al decesso di una donna di 82 anni, residente a Nerola, ricoverata il 14 luglio all’ospedale di Fondi con febbre e stato confusionale: è il primo decesso legato al virus registrato nella regione per questa stagione.

    Cos’è il virus West Nile

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    Il virus West Nile è un arbovirus appartenente alla famiglia dei Flaviviridae, trasmesso principalmente dalle zanzare del genere Culex, in particolare Culex pipiens, nota anche come zanzara comune. Originario dell’Africa, è giunto in Europa nelle ultime decadi, divenendo endemico in diverse aree del Mediterraneo. La sua diffusione stagionale avviene prevalentemente nei mesi caldi, quando l’attività dei vettori — le zanzare infette — è più intensa. Negli esseri umani, il virus può causare una gamma di manifestazioni cliniche che vanno dall’infezione asintomatica a gravi forme neurologiche.

    I dati

    Nel 2025, i casi confermati in Italia sono almeno trentadue, con due decessi: la donna a Latina e un altro caso in provincia di Novara. Il Lazio ospita circa il 65% dei contagi nazionali, segno che l’infezione si concentra in particolare nell’area pontina. L’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato che tra i trentadue casi complessivi, ventitré hanno sviluppato forme neuro-invasive, quindici dei quali nella sola Regione Lazio. Attualmente, i casi più severi in questa regione riguardano prevalentemente soggetti anziani con patologie pregresse. Due pazienti, rispettivamente di 63 e 72 anni, sono attualmente ricoverati in terapia intensiva a Latina; altri quattro, in reparti ordinari o in cura domiciliare, mostrano miglioramenti.

    Perché la provincia di Latina è al centro

    La geografia della provincia di Latina, con la sua fitta rete di canalette, sistemi di drenaggio e zone umide, favorisce la proliferazione delle zanzare. Già in passato quest’area era considerata endemica per il virus, ma la combinazione di temperature elevate e piogge estive ha ulteriormente accelerato la diffusione del contagio. La presenza di un ecosistema adatto ha reso il territorio particolarmente vulnerabile, trasformandolo in un vero e proprio epicentro stagionale dell’infezione.

    Sintomi da tenere d’occhio

    sintomi

    Il virus West Nile viene trasmesso esclusivamente da zanzare del genere Culex pipiens, che pungono uccelli infetti e successivamente persone o cavalli. Nella maggior parte dei casi (oltre l’80%), l’infezione decorre in modo asintomatico. Un 20% dei contagiati manifesta sintomi simil-influenzali come febbre, cefalea, dolori muscolari, nausea o rash cutanei. Nei casi più gravi, inferiori all’1%, si sviluppano complicanze neurologiche come encefalite o meningite, accompagnate da disorientamento, convulsioni, paralisi fino a possibili stati comatosi.

    Le misure adottate

    Per contrastare l’avanzata del virus, la Regione Lazio ha attivato un piano straordinario di sorveglianza in collaborazione con ASL, l’Istituto Spallanzani e i Comuni coinvolti. Tutti i donatori di sangue vengono ora sottoposti a test preventivo per evitare trasfusioni infette. Sono state avviate intense campagne di disinfestazione, con particolare attenzione ai canali di scolo e alle zone umide nei comuni di Pontinia, Fondi, Sabaudia e Cisterna. Le autorità sanitarie hanno diramato avvisi a medici di base, pediatri, veterinari e pronto soccorso, affinché considerino il West Nile tra le ipotesi diagnostiche nei casi di febbre o sintomi neurologici inspiegabili. Parallelamente, si è intensificata la comunicazione pubblica, con l’obiettivo di educare la popolazione ai corretti comportamenti preventivi: utilizzo di repellenti, installazione di zanzariere, abiti protettivi nelle ore serali e rimozione sistematica dei ristagni d’acqua nei pressi delle abitazioni.

    Prevenzione

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    Prestare attenzione a sintomi come febbre, cefalea intensa, dolori muscolari, confusione mentale o rigidità del collo può rivelarsi cruciale. In presenza di tali manifestazioni, è fondamentale rivolgersi tempestivamente al medico. Ridurre il rischio di puntura di zanzara richiede l’adozione di misure semplici ma efficaci: repellenti, abbigliamento adeguato e protezioni per porte e finestre. L’eliminazione dei ristagni d’acqua attorno alla propria abitazione rappresenta una buona prassi di autodifesa. Chi possiede cavalli dovrebbe considerare la vaccinazione come ulteriore strumento di protezione. Infine, informarsi e rimanere vigili resta la prima forma di prevenzione.

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    Per ora niente panico

    Il focolaio di West Nile Virus nel Lazio durante l’estate 2025 sta riportando al centro del dibattito la vulnerabilità del nostro territorio alle malattie trasmesse da vettori. Mentre il numero dei casi continua a crescere, le risposte sanitarie e comportamentali si rivelano un’arma decisiva per contenere il fenomeno. La provincia di Latina, epicentro dell’attuale diffusione, rappresenta un osservatorio privilegiato su ciò che accade quando ambiente, clima e infrastrutture sanitarie si intrecciano. La sfida, ora, è mantenere alta la guardia senza cedere al panico, affidandosi a scienza, prevenzione e responsabilità collettiva.

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