Terra Madre Salone del Gusto 2024: chiude con oltre 300mila presenze l’evento dedicato al cibo buono, pulito e giusto

da | Ott 1, 2024 | news | 0 commenti

Si è conclusa a Torino la quindicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, una manifestazione che ha riunito oltre 300 mila persone e avviato 250 conferenze con 700 relatori dall’Italia e dall’estero per discutere di cibo, agricoltura sostenibile e un futuro più equo.

Organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino, la manifestazione si è svolta dal 26 al 30 settembre al Parco Dora, con il claim Noi siamo Natura, ha visto la partecipazione di giovani contadini, produttori e attivisti da tutto il mondo, tutti uniti dalla volontà di promuovere un’agricoltura che rispetta l’ambiente e la diversità culturale.

Terra Madre, un luogo di pace

A chiudere la quindicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, il toccante intervento di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food: «Vorrei che questa edizione di Terra Madre fosse dedicata a due amici, due delegati che erano qua con noi nel 2022: Dror Or, produttore di formaggi israeliano, e Bilal Saleh, produttore di olio palestinese della Cisgiordania. Il 7 ottobre, i terroristi hanno sequestrato Dror e i figli e ucciso la moglie. Dopo qualche mese lui è stato trovato morto, mentre i bambini fortunatamente sono in salvo. Saleh è stato ucciso il 30 ottobre mentre si trovava nell’oliveto, freddato da un colono che gli ha sparato dal villaggio vicino. Terra Madre è un luogo di pace, perché a Torino arrivano persone da tutto il mondo per dialogare. Senza dialogo, senza ascolto, senza rispetto per la diversità non esiste pace».

Ed è un messaggio di pace che non riguarda solo gli uomini, ma anche la natura, la grande protagonista silenziosa della manifestazione. Lo afferma Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia: «Il futuro è qui, oggi, perché a Terra Madre è protagonista un’agricoltura che si occupa dei prossimi secoli, non soltanto dei prossimi mesi. Migliaia di donne e uomini, contadine, allevatori, pescatori che hanno testimoniato modelli altri, modelli agro-ecologici che tutelano la biodiversità e sanciscono la necessità della sovranità alimentare. Modelli in grado di garantirci un progresso che intreccia indissolubilmente il benessere umano, con quello animale, con gli ecosistemi».

Le storie dei giovani protagonisti

Terra Madre è stata anche l’occasione per Carlo Petrini per lanciare un appello al Governo e chiedere l’inserimento dell’educazione alimentare nelle scuole italiane. Il futuro del cibo e dell’agricoltura si lega alla consapevolezza e alla capacità di scegliere delle cittadine e dei cittadini di domani.

Ed è infatti proprio dai più giovani che può e deve partire un nuovo modello di agricoltura, più consapevole e sostenibile, come testimoniano le molte, potentissime, storie di giovani raccontate nel corso della manifestazione. Tra queste la storia di Alice: «Cinque giorni fa, quando sono arrivata a Terra Madre, ero convinta di voler fare la maestra d’asilo. L’altro ieri, alla fine della giornata, ho detto a mamma che questa è la prima volta che vedo il nostro prodotto apprezzato: le persone sono curiose di sapere come coltiviamo e trasformiamo ciò che vendiamo. Su questo non avevo mai riflettuto, ma dà così tanta soddisfazione che mi ha fatto pensare che, un giorno, l’azienda potrebbe diventare mia. Magari un agriasilo!».

Alice è giovanissima: va a scuola la mattina e il pomeriggio raggiunge il laboratorio dove vengono lavorate composte e creme di cipolle di Alife, Presidio Slow Food dell’alto Casertano. Ha partecipato a Terra Madre insieme alla madre, Antonietta Melillo, che recuperò i semi di cipolle dagli anziani del borgo riprendendo così a coltivare una varietà praticamente scomparsa. «Adesso sto capendo che dietro a tutto questo c’è un valore. E non solo per noi» ha concluso Alice.

Un futuro di sostenibilità e collaborazione

Terra Madre Salone del Gusto ha messo in luce un futuro possibile, un percorso che, partendo dalle periferie, ci riporta al centro di un modello sociale ed economico più equo e sostenibile. I temi trattati – boschi, aree interne, pastorizia e apicoltura – non devono più essere considerati marginali: questi sono fondamentali per la costruzione di un sistema alimentare che rispetti la natura e promuova il benessere delle comunità.

La partecipazione di relatori e centinaia di contadini, cuochi, artigiani e attivisti testimonia un cambiamento culturale in atto, un movimento che abbraccia l’agroecologia e la biodiversità come strumenti per la rigenerazione dei nostri ecosistemi.

La sfida è grande, ma la convinzione che un cibo buono, pulito e giusto sia possibile è il motore di questa rivoluzione gentile. Essa richiede scelte consapevoli non solo da parte delle istituzioni e della politica, ma anche da ciascuno di noi nel nostro quotidiano: ogni azione conta e può contribuire a cambiare il corso delle cose.

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