
Ahoo Daryaei: sembrerebbe questo il nome della studentessa iraniana dell’Università Azad di Teheran, arrestata sabato scorso dopo aver manifestato il suo dissenso verso l’obbligo del velo in Iran. Il video, diventato virale in poche ore, mostra una ragazza in biancheria intima nel cortile del dipartimento di Scienza e Ricerca. Caricata a forza in un’auto nera da alcuni uomini, di lei da allora non si sa più nulla.
Che cosa sappiamo
Nel pomeriggio di sabato 2 novembre, diventa virale sui social un video registrato nel cortile del dipartimento di Scienza e Ricerca dell’Università Azad di Teheran. La protagonista è una ragazza coi capelli sciolti in reggiseno viola e mutandine a righe, seduta su una scalinata, che discute con un addetto alla sicurezza. Poco dopo, si alza, cammina a piedi nudi con le braccia incrociate e urla qualcosa guardando in alto.
Sono gli altri studenti, affacciati alle finestre, a riprendere la scena da diverse angolazioni. Identificata da altri studenti, la ragazza si chiamerebbe Ahoo Daryaei.
Il video prosegue mostrando la giovane camminare fino alla strada. Da una macchina che le si accosta scendono alcuni uomini che la portano via con forza.
In Iran, a student harassed by her university’s morality police over her “improper” hijab didn’t back down. She turned her body into a protest, stripping to her underwear and marching through campus—defying a regime that constantly controls women’s bodies. Her act is a powerful… pic.twitter.com/76ekxSK7bI
— Masih Alinejad 🏳️ (@AlinejadMasih) November 2, 2024
Che fine ha fatto Ahoo Daryaei
Dalla morte di Mahsa Amini nel settembre 2022, le proteste condotte da donne e ragazze sono aumentate. Il video della studentessa iraniana quindi sembrerebbe solo l’ultima delle tante manifestazioni contro il regime in Iran, la polizia morale e le rigide norme sul corpo imposte dal governo.
Ma che fine ha fatto ora Ahoo Daryaei?
Il problema principale sta nell‘origine delle fonti. Le informazioni a nostra disposizione, infatti, sono poche e arrivano prevalentemente da Telegram e vari social (il video caricato sopra arriva dal profilo X dell’attivista Masih Alinejad).
Sembrerebbe che il confronto tra la studentessa e la sicurezza dell’Università fosse dovuto al modo inappropriato in cui Ahoo indossava l’hijab. Resta però ignoto il motivo per cui la ragazza abbia scelto di protestare in modo così plateale. Secondo le associazioni studentesche su Telegram, sarebbe stata picchiata violentemente mentre veniva caricata in macchina.
L’unica dichiarazione ufficiale fornita dalle autorità iraniane è che la studentessa Ahoo Daryaei avrebbe problemi mentali, confermati, secondo il governo, da un uomo presentato come suo marito. Il giornale “Farhikhtegan”, legato all’università, dice che la ragazza è stata trasferita in un ospedale psichiatrico su ordine dell’intelligence.
Non è la prima volta che il regime sfrutta la scusa della malattia mentale per punire gli oppositori. Come ha sottolineato su Instagram l’attivista iraniana e premio Nobel Shirin Ebadi: “La ragazza che si è opposta all’Università di Ricerca Scientifica è stata arrestata e trasferita in manicomio. Lo stesso posto dove molti degli oppositori della Repubblica Islamica sono stati torturati. (…) Il trasferimento dei cittadini negli ospedali psichiatrici da parte del sistema di sicurezza è la tortura più grave. Se il governo si preoccupasse della salute delle persone, centinaia di prigionieri politici non avrebbero a che fare con la morte, privati del diritto alle cure e ai servizi medici”.
Negli ultimi giorni, diverse autorità internazionali, tra cui Amnesty Iran, continuano a fare pressione sul governo iraniano per ottenere informazioni chiare e verificabili sul destino della ragazza.