Sarà pure inverno, ma l’allarme siccità in Italia resta ed è tutt’altro che trascurabile.
Le riserve idriche si stanno esaurendo rapidamente già in varie zone del Mediterraneo (Nord Africa, Sud della Francia e della Spagna) e, allo stesso modo, anche nelle regioni del Sud, isole comprese, la carenza d’acqua è sempre più grave.
Secondo il report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, le zone colpite da carenza d’acqua e da anomalie termiche stanno aumentando in questo inverno atipico e regioni a rischio, come Sicilia e Sardegna, hanno già avviato importanti restrizioni sull’uso dell’acqua.
La situazione in Sicilia e Sardegna
Le due isole maggiori stanno subendo importanti ripercussioni a causa della mancanza di precipitazioni.
Pensiamo ad esempio che per la Sicilia la seconda metà del 2023 è stata la più arida degli ultimi 100 anni, con una carenza di circa 220 millimetri di pioggia. Solo dicembre ha registrato un deficit di precipitazioni del 96% nelle località in provincia di Enna e Catania.
Il bilancio annuale non è stato altrettanto drammatico, ma solo perché sull’isola si sono abbattuti pericolosi eventi meteorologici estremi (a febbraio il medicane sulla Sicilia Orientale e altri eventi tra maggio e giugno).
Preoccupante anche la situazione degli invasi siciliani, la cui capacità è fortemente limitata dal sedimento accumulato (circa il 40% della capacità totale) che li rende inadatti a svolgere la loro funzione di mitigazione delle piene o di riserva d’acqua. Anche gli invasi in Sardegna sono ugualmente compromessi: all’appello mancherebbe più del 50% che i bacini potrebbero accumulare.
La situazione è altrettanto grave per gli invasi della Sardegna, con alcuni che registrano volumi minimi degli ultimi 25 anni. Complessivamente, nei bacini manca oltre il 50% dell’acqua che potrebbe essere trattenuta. Un esempio eloquente della gravità della situazione è l’imposizione del divieto di irrigazione nel distretto Posada, finalizzato a garantire l’uso potabile.
Come afferma Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI: «Sempre più forte emerge l’esigenza di ottimizzare l’uso della risorsa idrica attraverso l’efficientamento della rete idraulica del Paese e la realizzazione di nuove infrastrutture capaci di trattenere una maggiore quantità d’acqua sul territorio per utilizzarla nei momenti di bisogno». Da qui la decisione – come nel Distretto di Posada, in Sardegna – di limitare l’utilizzo di questa risorsa.
Siccità nel Sud Italia
Se nel 2023 la siccità ha caratterizzato soprattutto il Nord Italia, ora la situazione appare rovesciata, con il Sud in difficoltà e una situazione più stabile nelle regioni settentrionali.
Infatti anche nel resto del Sud Italia, si registra una situazione allarmante: manca la neve sull’Appennino Meridionale; i bacini della Puglia ad oggi contengono 119 milioni di metri cubi in meno rispetto all’anno scorso; ai minimi storici il fiume Volturno sia in Molise che in Campania.
E al Centro-Nord?
Tutt’altro che rosea la situazione nel resto d’Italia.
Campo Imperatore, in Abruzzo, è senza neve (l’anno scorso, in questo periodo, si registravano 55 cm), mentre a Maieletta Mamma Rosa, si registrano appena 3 centimetri ( a fronte dei 113 dell’anno scorso) e a Passolanciano, 10 centimetri (invece dei 111 di un anno fa).
Nel Lazio, i laghi rimangono in condizioni critiche, e il fiume Tevere perde quasi 52 metri cubi al secondo in una settimana. Anche i fiumi Aniene, Fiora e Liri registrano una diminuzione della portata. In Umbria, il livello del lago Trasimeno è 18 centimetri sotto al minimo livello vitale.
Sui monti delle Marche non c’è neve, così come anche nelle regioni appenniniche a partire dalla Liguria.
Nel Nord, i grandi bacini naturali trattengono quantità d’acqua superiori alla norma e registrano un livello in calo solo il Lago d’Iseo, quello Maggiore e quello di Como.
A causa della stabilità atmosferica, le portate del fiume Po diminuiscono anche se i valori restano superiori rispetto al biennio precedente. A Torino, le rilevazioni indicano una portata inferiore alla media del 48%, mentre nel Ferrarese il deficit si attesta al 27%.
Nella Valle d’Aosta, le temperature in alta quota si attestano sopra lo zero e la copertura nevosa è in veloce e costante decrescita.
Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).