A Eraclea, a 40 km da Venezia, ha destato scalpore il caso dello scontrino con l’acqua del sindaco. Nell’estate degli scontrini pazzi, pieni di voci non giustificate da nulla se non dalla libera volontà degli esercenti, lo scontrino di Eraclea è solo l’ultimo caso.
Ma cosa è successo? Perché questo caso ha scatenato una reazione così agitata tra i residenti e i frequentatori della località?
In un bar di Eraclea, Arianna va a prendere un caffè e chiede anche un bicchiere d’acqua. L’acqua del Sindaco ha un prezzo, ben 0.20 centesimi.
Subito sbattuta sui social, la notizia suscita un dibattito acceso su prezzi e costi di alcuni servizi e soprattutto sulle ragioni di questi addebiti. Nel gruppo Facebook “Sei di Eraclea Mare se…”, la discussione è diventata sempre più accesa, tra chi dà ragione ad Arianna e chi all’esercente.
A favore o contro?
L’incidente dell’acqua del sindaco ha sollevato questioni profonde riguardo ai costi e alle spese che i gestori dei locali devono affrontare. Ma perché pagare l’acqua in un bar?
Chi si schiera con l’esercente dice che il costo aggiuntivo è destinato a coprire le spese della bolletta idrica, del servizio fornito e del lavaggio delle stoviglie. Ma le obiezioni non sono poche: queste voci infatti dovrebbero già essere inclusi nel prezzo delle pietanze e del coperto.
In realtà, l’episodio dell’acqua del sindaco a Eraclea è solo uno dei tanti che stanno accadendo nell’ultimo periodo. Altra discussione che ha destato non poco clamore, soprattutto sui social, è stata la richiesta di 2 euro in più per la divisione di un tramezzino o, in Liguria, per il “piattino per la condivisione”, con cui i clienti dividevano un piatto di trofie. Mentre nel primo caso la giustificazione è stata il dover pagare un servizio considerato extra, nel secondo si è parlato di “rispetto” nei confronti dei gestori del ristorante (l’onta consisterebbe nel fatto che a dividere un unico piatto di pasta fossero in quattro).
Al di là dei singoli casi, gli scontrini folli di questi giorni stanno dando modo di riflettere sulla relazione tra gestori dei locali e clientela, ma anche su economie locali e percezione dei prezzi dei consumatori.
“I turisti possono permetterselo”
L’episodio dell’Acqua del Sindaco evidenzia la presenza di un delicato equilibrio che esiste tra esigenze e aspettative dei clienti e spese di gestione degli esercenti, con bollette sempre più alte e l’incubo della recessione. Un altro fattore è comunque da tenere a mente: il fatto che in molti casi si tratta di località frequentatissime dai turisti, ma spesso si tratta di un turismo stagionale.
Prezzi sempre più alti, spesso maggiorati da spese extra, che possono scoraggiare acquirenti, locali o stagionali, ma che (secondo alcuni) sono essenziali per garantire la sopravvivenza economica di negozi, bar e ristoranti che, durante la bassa stagione, sono spesso costretti a rimanere chiusi.
Un messaggio implicito a giustificare prezzi e scontrini pazzi: i turisti, in fondo, possono permetterselo.

Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).
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