10 borghi fantasma da visitare in Italia

Hai mai camminato tra i resti di un borgo fantasma? Scopri 10 luoghi abbandonati in Italia, tra storia, abbandono e natura che riprende il controllo.

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    Ti piacciono i borghi medievali perfetti, con i fiori alle finestre e le botteghe che vendono souvenir? Bene, questo articolo non fa per te. Qui si parla di borghi fantasma che raccontano storie di abbandono, tragedie e rinascite mancate. Luoghi in cui il tempo si è fermato e la natura ha preso il sopravvento, trasformando case e piazze in scenari da film post-apocalittico.

    L’Italia è piena di questi posti dimenticati, spesso ignorati dalle guide turistiche ma perfetti per chi cerca un viaggio diverso, lontano dal caos e dalle folle. Ogni borgo fantasma ha una storia unica: terremoti, frane, alluvioni, spopolamento. Ognuno di questi eventi ha lasciato la sua cicatrice, rendendo questi borghi i testimoni silenziosi di un passato che non si può cancellare.

    Visitare questi luoghi non è solo un’esperienza visiva, ma un tuffo nella memoria collettiva di un Paese che sa essere tanto resiliente quanto fragile. Ed è comunque affascinante camminare tra le rovine di un luogo dove una volta c’erano risate, vita e speranza.

    Preparati a scoprire dieci paesi abbandonati in Italia che non sono solo “posti carini per fare foto”. Sono storie di resistenza, di fallimento e di un Paese nascosto che merita di essere conosciuto.

    Craco (Basilicata)

    Craco è uno dei borghi fantasma più celebri d’Italia, un luogo che combina storia, architettura e mistero. Situato in provincia di Matera, su una collina che domina la valle del Cavone, Craco venne fondato nel Medioevo come insediamento agricolo. La sua posizione strategica lo rese presto un centro importante, con un castello normanno, chiese e un’economia basata sulla produzione agricola.

    Le prime difficoltà arrivarono nel XX secolo, quando una frana negli anni ’60 costrinse gli abitanti ad abbandonare progressivamente il borgo. A peggiorare la situazione contribuirono il terremoto dell’Irpinia nel 1980 e le alluvioni successive. Gli abitanti furono trasferiti nella vicina Craco Peschiera, lasciando il borgo alle intemperie e al passare del tempo.

    Oggi Craco è un luogo che attira curiosi da tutto il mondo. È diventato un set cinematografico di fama internazionale: tra i film girati qui ci sono La Passione di Cristo di Mel Gibson, Quantum of Solace della saga di James Bond e Cristo si è fermato a Eboli. Le sue strade deserte, le case in pietra in rovina e la torre normanna creano un’atmosfera unica, che rende il borgo una meta irrinunciabile per chi ama la fotografia o semplicemente vuole vivere l’emozione di camminare in un luogo sospeso nel tempo.

    Per visitare Craco, è necessario prenotare una visita guidata. Questo non solo per ragioni di sicurezza, ma anche per scoprire storie e aneddoti legati alla vita nel borgo. La vista panoramica dalla collina è spettacolare, soprattutto al tramonto, quando la luce dorata esalta il fascino delle rovine. Craco non è solo un borgo abbandonato, ma un monumento vivente alla resilienza e alla fragilità delle comunità rurali italiane.

    Roscigno Vecchia (Campania)

    Nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Roscigno Vecchia è un borgo fantasma che racconta una storia di spopolamento e resistenza. Fondato nel Medioevo, il paese prosperò per secoli grazie alla sua posizione strategica e alla ricchezza delle risorse agricole. Tuttavia, all’inizio del XX secolo, il territorio iniziò a essere soggetto a movimenti franosi, costringendo gli abitanti a spostarsi nel vicino centro di Roscigno Nuova. Entro gli anni ’60, il borgo originale fu completamente evacuato.

    Ciò che rende Roscigno Vecchia unico è il suo stato di conservazione. Le case, le strade e persino la piazza principale sembrano essersi fermate nel tempo, offrendo un’immagine intatta della vita rurale del passato. Questo ha valso al borgo il soprannome di “Pompei del ‘900”. Passeggiando tra i suoi vicoli, è facile immaginare la quotidianità dei suoi abitanti: donne che stendono i panni, bambini che giocano nella piazza e contadini che tornano dai campi.

    Una delle curiosità più affascinanti di Roscigno Vecchia è la presenza di un unico abitante, Giuseppe Spagnuolo, che ha scelto di restare per custodire la memoria del borgo. Giuseppe accoglie i visitatori, raccontando storie e aneddoti che rendono l’esperienza ancora più coinvolgente.

    Oggi, Roscigno Vecchia è diventata una meta per turisti, fotografi e appassionati di storia. Diverse case sono state restaurate e ospitano piccoli musei che documentano la vita rurale della zona. Una visita qui è un tuffo nel passato, ma anche un’occasione per riflettere sulle fragilità delle comunità locali e sull’importanza di preservare luoghi come questo.

    Balestrino (Liguria)

    Balestrino, un borgo abbandonato nell’entroterra ligure, è uno dei luoghi più suggestivi per chi vuole esplorare il passato. La storia di Balestrino affonda le radici nell’epoca medievale, quando il borgo prosperava grazie alla sua posizione strategica e alla produzione agricola. Dominato dal maestoso Castello dei Del Carretto, il borgo visse un periodo di splendore fino al XIX secolo, quando iniziarono i problemi.

    A partire dagli anni ’50, i continui movimenti franosi costrinsero gli abitanti a spostarsi nelle aree più sicure del territorio, lasciando il centro storico al suo destino. Le case in pietra e le strette vie lastricate furono gradualmente abbandonate, creando l’atmosfera sospesa che caratterizza oggi Balestrino.

    Il borgo è chiuso al pubblico per motivi di sicurezza, ma lo si può ammirare da lontano. Nonostante l’accesso limitato, il fascino di Balestrino ha attirato artisti, fotografi e registi. Il borgo è stato immortalato anche in produzioni cinematografiche, rafforzando la sua aura di mistero.

    Quello che rende Balestrino unico è l’equilibrio tra il degrado delle sue strutture e la natura che si sta lentamente riappropriando del territorio. Vedere il borgo al tramonto, con il castello che svetta sullo sfondo, è un’esperienza che lascia senza parole.

    Per chi desidera esplorare l’area, i dintorni di Balestrino offrono sentieri immersi nella natura e punti panoramici da cui ammirare il borgo in tutta la sua bellezza. Anche se non è possibile entrarvi, il viaggio fino a qui vale la pena. Balestrino rappresenta un pezzo di storia italiana che, nonostante l’abbandono, continua a vivere attraverso i suoi resti e le storie che custodisce.

    Rocchetta Alta (Puglia)

    Incastonato nel cuore del Parco Nazionale del Gargano, Rocchetta Alta è un borgo che sembra uscito da un libro di favole, ma la sua storia è tutt’altro che fiabesca. Le origini del borgo risalgono al Medioevo, quando fu fondato come centro rurale. Tuttavia, un devastante terremoto colpì la zona nel 1930, causando il progressivo spopolamento del paese. Gli abitanti si trasferirono nella vicina Rocchetta Sant’Antonio, lasciando il borgo originale al suo destino.

    Oggi Rocchetta Alta è una gemma nascosta, poco conosciuta rispetto ad altri borghi fantasma italiani, ma non meno affascinante. Le sue case in pietra e i vicoli stretti sono ormai invasi dalla vegetazione, creando un’atmosfera surreale. Il borgo è raggiungibile attraversando un antico ponte di pietra, che rappresenta uno dei punti più suggestivi del percorso.

    Una curiosità di Rocchetta Alta è la presenza di una piccola chiesa, ancora in piedi, che offre un raro esempio di architettura rurale del passato. La vista dal borgo spazia su un paesaggio incontaminato, fatto di colline e boschi, che rende il luogo perfetto per chi cerca una destinazione lontana dai percorsi più battuti.

    Rocchetta Alta non è solo un borgo abbandonato, ma un simbolo della resistenza delle comunità locali di fronte alle difficoltà. Per chi ama esplorare luoghi autentici, lontani dal turismo di massa, Rocchetta Alta è una destinazione da non perdere. È un luogo che invita a riflettere sul passato e sulla bellezza intrinseca di ciò che resta.

    Gairo Vecchio (Sardegna)

    Gairo Vecchio è un borgo fantasma della Sardegna che racconta una storia di resilienza e abbandono. Situato nella regione dell’Ogliastra, questo paese fu abbandonato negli anni ’50 in seguito a una serie di devastanti alluvioni. Gli abitanti, messi in ginocchio dalla forza della natura, furono costretti a spostarsi più a valle, fondando il nuovo centro di Gairo Sant’Elena.

    Il borgo originale, tuttavia, è rimasto intatto, come una fotografia congelata nel tempo. Passeggiando tra le sue strade deserte, si possono ancora vedere le case in pietra, molte delle quali conservano intatti i dettagli architettonici del passato. Questo rende Gairo Vecchio un luogo unico per chi vuole scoprire la storia e la cultura della Sardegna rurale.

    Negli ultimi anni, il borgo è stato riscoperto grazie a eventi culturali e tour guidati che mirano a valorizzarne il patrimonio. Ogni estate, Gairo Vecchio ospita manifestazioni che attraggono turisti e locali, trasformando il borgo in un palcoscenico naturale.

    Una visita qui non è solo un’esperienza turistica, ma un’occasione per riflettere sull’impatto del cambiamento climatico e sulle difficoltà affrontate dalle comunità rurali. Gairo Vecchio è la testimonianza vivente di un passato che, nonostante tutto, continua a parlarci.

    Borgo Schirò (Sicilia)

    Borgo Schirò, situato nei pressi di Monreale, in Sicilia, è un esempio unico di come le politiche del passato abbiano influenzato il territorio. Questo piccolo insediamento rurale fu costruito negli anni ’30 durante il regime fascista come parte di un piano per colonizzare e valorizzare le aree agricole dell’entroterra siciliano. Nonostante le grandi aspettative, il borgo non ebbe mai una popolazione stabile e fu progressivamente abbandonato negli anni ’50 a causa delle difficoltà economiche e della mancanza di risorse.

    Oggi, Borgo Schirò è una testimonianza dell’architettura razionalista del periodo fascista, con edifici che conservano elementi distintivi di quell’epoca. Passeggiando tra le sue rovine, si possono ammirare la piazza centrale, la scuola e la chiesa, che mostrano ancora i segni del loro antico splendore. Nonostante l’abbandono, il borgo offre un’esperienza affascinante per gli appassionati di storia e archeologia industriale.

    Una delle curiosità di Borgo Schirò è il suo utilizzo come set fotografico e location per documentari. La sua atmosfera surreale e il contrasto tra il degrado degli edifici e la natura circostante lo rendono un luogo perfetto per chi cerca un’esperienza fuori dal comune.

    Visitare Borgo Schirò significa fare un tuffo in un passato controverso e riflettere su come le grandi ambizioni possano scontrarsi con la realtà. Anche se meno conosciuto rispetto ad altri borghi fantasma, questo luogo è un tesoro nascosto per chi vuole esplorare una Sicilia diversa, lontana dai percorsi turistici tradizionali.

    Fabbriche di Careggine (Toscana)

    Fabbriche di Careggine, in provincia di Lucca, è un borgo fantasma unico nel suo genere, non solo per la sua storia, ma per il modo in cui si presenta ai visitatori: sommerso. Questo antico villaggio fu abbandonato nel 1947, quando venne costruita la diga di Vagli e il borgo fu sommerso dal lago artificiale. Da allora, le sue case in pietra, la chiesa e il cimitero rimangono nascosti sotto le acque, emergendo solo in rare occasioni, quando il lago viene svuotato per lavori di manutenzione.

    La storia di Fabbriche di Careggine risale al XIII secolo, quando venne fondato come centro minerario per l’estrazione del ferro. Per secoli, il borgo prosperò grazie a questa attività, fino a quando la costruzione della diga lo costrinse al silenzio. Nonostante l’abbandono, le strutture del borgo sono rimaste sorprendentemente intatte, e quando riemergono, offrono uno spettacolo che attira migliaia di visitatori.

    L’ultima volta che il borgo è riemerso è stata nel 1994, ma si vocifera che possa tornare visibile nei prossimi anni. Nel frattempo, il lago di Vagli è una meta frequentata da escursionisti e appassionati di fotografia, che cercano di immaginare cosa si nasconda sotto la superficie. Fabbriche di Careggine è un luogo che unisce storia, natura e mistero, un esempio straordinario di come l’intervento umano possa trasformare il paesaggio.

    Pentidattilo (Calabria)

    Pentidattilo, situato nella provincia di Reggio Calabria, è un borgo che incanta per la sua posizione drammatica e la sua storia ricca di leggende. Il nome deriva dal greco “penta-daktylos”, che significa “cinque dita”, un riferimento alla forma della roccia su cui sorge il borgo, simile a una mano gigantesca. Fondato dai Greci intorno al 640 a.C., Pentidattilo fu un importante centro commerciale e agricolo, ma la sua storia cambiò radicalmente nel 1783, quando un terremoto devastò la zona.

    A causa dei danni e del rischio sismico, gli abitanti iniziarono a trasferirsi altrove, lasciando Pentidattilo progressivamente abbandonato. Nonostante ciò, il borgo non è mai caduto completamente nell’oblio. Oggi è stato parzialmente restaurato grazie a progetti di riqualificazione, che lo hanno trasformato in una meta per turisti e artisti.

    Pentidattilo è famoso anche per una sanguinosa leggenda: la faida degli Alberti. Si racconta che il marchese Alberti, nel XVII secolo, massacrò un’intera famiglia per motivi di vendetta, lasciando dietro di sé un alone di mistero che ancora avvolge il borgo.

    Visitare Pentidattilo significa immergersi in un’atmosfera sospesa tra storia e mito. Oltre ai ruderi delle case e della chiesa, il borgo offre una vista mozzafiato sull’Aspromonte e sul Mar Ionio, rendendolo una tappa imperdibile per chi cerca un’esperienza autentica e indimenticabile.

    Poggioreale (Sicilia)

    Poggioreale, un piccolo comune della Valle del Belice, è uno dei borghi fantasma più impressionanti d’Italia. Fu abbandonato nel 1968, quando un terremoto devastò la zona, rendendo inabitabili la maggior parte degli edifici. Gli abitanti si trasferirono nel nuovo Poggioreale, costruito poco distante, lasciando il vecchio borgo in rovina.

    Oggi Poggioreale è un luogo spettrale, ma al tempo stesso affascinante. Camminando tra le sue strade deserte, si possono vedere le rovine delle case, delle chiese e della piazza principale, un tempo cuore pulsante della comunità. Ogni angolo racconta una storia di vita interrotta, di persone costrette a lasciare tutto alle spalle.

    Il borgo è diventato una meta per turisti, fotografi e registi, attratti dalla sua atmosfera unica. Ogni anno, Poggioreale ospita eventi culturali e tour guidati che permettono ai visitatori di scoprire la storia del terremoto e delle sue conseguenze.

    Visitare Poggioreale è un’esperienza che colpisce profondamente. Non è solo un viaggio nel passato, ma anche un’occasione per riflettere sulla fragilità dell’uomo di fronte alla natura. Il borgo rappresenta una ferita aperta, ma anche una testimonianza della resilienza delle comunità che, nonostante tutto, hanno saputo rinascere.

    Castelnuovo dei Sabbioni (Toscana)

    Castelnuovo dei Sabbioni, situato nel comune di Cavriglia, è un borgo abbandonato che racconta la storia di un’Italia industriale ormai scomparsa. Questo piccolo centro, un tempo abitato da minatori e le loro famiglie, venne abbandonato a metà del XX secolo a causa dell’esaurimento delle miniere di lignite e delle difficili condizioni di vita.

    Oggi il borgo è un luogo spettrale, con edifici parzialmente crollati e una chiesa che domina il paesaggio. Le case, ormai invase dalla vegetazione, raccontano di una vita dura ma comunitaria, fatta di sacrifici e lavoro nelle miniere. Passeggiando tra le sue rovine, si possono ancora vedere i resti della scuola, delle botteghe e delle abitazioni, che offrono uno spaccato autentico della vita di un tempo.

    Una particolarità di Castelnuovo dei Sabbioni è il suo Museo Mine, un’esposizione interattiva che racconta la storia delle miniere e delle persone che vi lavoravano. Visitare il museo e il borgo è un’esperienza che unisce natura, storia e archeologia industriale.

    Castelnuovo dei Sabbioni è un luogo che invita a riflettere sulle trasformazioni del territorio e sull’impatto delle attività industriali. Nonostante l’abbandono, il borgo conserva un fascino unico, che lo rende una meta imperdibile per chi vuole esplorare l’Italia meno conosciuta.

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