Le leggende sui vampiri che detestano l’aglio e fuggono dalla luce solare non sono semplicemente storie da brivido. Esiste una rara condizione, tutta umana, che non c’entra nulla col soprannaturale, ma che, comunemente, viene chiamata malattia del vampiro, proprio perché sembrerebbe che ne fosse affetto il Conte Dracula in persona. Sarà l’aria di Halloween, ma in questi giorni è uscita la notizia di una donna che deve vivere come un vampiro per evitare terribili crisi: una storia vera, ma non è meno inquietante di qualsiasi film horror.
La notizia, riportata nel “New York Post”, è questa. Una 32enne del Minnesota, Phoenix Nightingale, dopo più di 30 anni di attacchi di vomito, crisi neurologiche e ricoveri, ha finalmente ricevuto una diagnosi: porfiria acuta intermittente, una rarissima patologia metabolica che può avere effetti devastanti e che è ancora piuttosto difficile da individuare. Molte delle crisi avute negli anni sono causate da un’alimentazione sbagliata: per i malati di porfiria mangiare aglio, ad esempio, potrebbe addirittura essere letale.
La donna ha avuto più di 480 crisi nel corso della sua vita: “Ho avuto un attacco in cui non sono andata in ospedale ed è durato 40 ore. Vomito ininterrotto, perdita di coscienza, urla e pianti. Ho partorito due bambini e (la malattia ndr) è peggio del parto. È un’agonia”.
Cos’è e come si manifesta la porfiria acuta intermittente
La Porfiria Acuta Intermittente è una malattia genetica rara che colpisce il metabolismo di alcune sostanze nel fegato, in particolare quelle coinvolte nella produzione di eme, una componente essenziale dell’emoglobina. In pratica, il corpo non riesce a smaltire correttamente alcuni composti, chiamati porfirine, che si accumulano e possono causare vari sintomi.
La malattia si manifesta con attacchi acuti, spesso improvvisi e debilitanti. I sintomi più comuni sono forti dolori addominali, nausea, vomito e costipazione. E non è raro che i pazienti sperimentino anche alterazioni del sistema nervoso, come ansia, confusione o persino convulsioni, o anche problemi respiratori e tachicardia.
Molto rara e difficile da diagnosticare a causa della varietà dei sintomi e della loro somiglianza con altre patologie, può essere intercettata solo con test specifici del sangue e delle urine ma, se riconosciuta in tempo, può essere gestita con trattamenti specifici che riducono la frequenza e la gravità degli attacchi.
Ma che cosa c’entra la malattia del vampiro con l’aglio?
Il problema dell’aglio, per le persone affette da questa condizione, sta nelle sue proprietà chimiche, visto che contiene composti solforati, come l’allicina, che possono influire negativamente sulla produzione di eme. In alcuni casi, questi composti possono peggiorare i sintomi o scatenare attacchi acuti, perché interferiscono ulteriormente con il metabolismo, già compromesso, delle porfirine.
In più, l’aglio è considerato uno stimolatore del fegato, un organo che, se si soffre di porfiria, è già duramente messo alla prova.
Come si convive con la malattia del vampiro?
Phoenix ha spiegato che una dieta molto attenta è fondamentale per lei, soprattutto perché l’assunzione di qualsiasi alimento che contenga zolfo potrebbe esserle fatale. “Sono molto attenta a ciò che metto nel mio corpo. Evito molti cibi. Mi limito agli alimenti che so essere sicuri. Non posso nemmeno prendere la maggior parte dei farmaci. Non mangio aglio da quando mi è stato diagnosticato. Non potrei mai mangiare pane all’aglio. Potrebbe farmi venire attacchi pericolosi per la vita.”
Chi soffre di porfiria acuta intermittente, infatti, per non compromettere il metabolismo delle porfirine e scatenare attacchi acuti, dovrebbe eliminare del tutto alcuni cibi e bevande, come ad esempio:
- alcol, che può aumentare la produzione di porfirine e sovraccaricare il fegato, aggravando la condizione.
- Alimenti ricchi di carboidrati semplici: dolci, zuccheri raffinati e bibite gassate possono alterare i livelli di zucchero nel sangue.
- Cibi contenenti solfiti, ovvero alimenti confezionati, frutta secca e vino.
- Alimenti troppo ricchi di grassi, che possono causare un sovraccarico metabolico nel fegato.
- Cibi affumicati o insaccati, che contengono conservanti e additivi che possono essere problematici per chi soffre di porfiria.
Non solo alimentazione
Non è però tutto legato alla dieta, convivere con la malattia del vampiro significa anche adottare una serie di comportamenti salvavita: evitare alcuni farmaci, gestire al meglio lo stress emotivo e fisico, evitare digiuni prolungati.
Alcune forme di porfiria, inoltre, causano una maggiore sensibilità alla luce solare. Anche se la porfiria acuta intermittente non è strettamente legata alla fotosensibilità, chi ne soffre deve prestare attenzione per evitare complicazioni secondarie e usare sempre una protezione solare.