Non solo in Egitto: possibile attacco di squalo anche alle Bahamas

L'attacco dello squalo in Egitto che ha ucciso Vladimir Popov potrebbe essere il secondo in pochi giorni. Il primo è quello legato alla sparizione di un diciottenne alle Bahamas: la sua scomparsa è però ancora avvolta nel mistero.

Non solo in Egitto: possibile attacco di squalo anche alle Bahamas - immagine di copertina

    L’attacco dello squalo in Egitto ai danni un 23enne russo potrebbe essere il secondo episodio in ordine cronologico nel giro di pochi giorni. L’altro in un altro mare e in altre circostanze, alle Bahamas. Un episodio di sparizione in acqua ancora avvolto nel mistero: la vittima, un diciottenne che si era tuffato in mare durante una festa in barca, è scomparso senza lasciare tracce.

    La possibilità di morire per l’attacco di uno squalo è in realtà di una su 4 milioni: ad accomunare a pochi giorni di distanza questi due giovani, una morte rara e inconsueta.

    L’attacco in Egitto e la sparizione alle Bahamas: due storie a confronto

    L’8 giugno, Vladimir Popov, 23 anni, fa il bagno al largo di Hurghada, in una zona vietata alla balneazione. Un video riprende la scena agghiacciante: il ragazzo cerca di allontanarsi e chiedere aiuto mentre un enorme squalo tigre si avvicina. Qualcosa sembra dargli una possibilità di fuga, ma poi lo squalo lo attacca e lo trascina giù in pochi secondi.

    Le autorità confermano la morte del ragazzo, residente in Egitto, per l’attacco dello squalo. Episodio simile era stato registrato meno di un anno fa, sempre nel Mar Rosso, nella località turistica di Sahl Hashesh, dove due donne sono state uccise da uno squalo mentre facevano snorkeling. Gli attacchi sembrerebbero scollegati tra loro.

    Qualche giorno prima, il 31 maggio, il diciottenne Cameron Robbins si tuffa in acqua per una scommessa, durante i festeggiamenti per il diploma su una barca nelle acque al largo dell’isola di Athol, alle Bahamas: mentre è in acqua, Robbins chiede un salvagente, poi fissa qualcosa nell’acqua che lo spaventa e che lo spinge a nuotare dalla parte opposta. Anche qui un video riprende la scena ed evidenzia un enorme macchia scura nell’acqua, presumibilmente proprio uno squalo. Di Cameron, nessuna traccia: entro alcune decine di chilometri dall’area si interrompono le ricerche del ragazzo. Impossibile trovarlo ancora vivo.

    Secondo le dichiarazioni di della Royal Bahamas Defence Force (RBDF), l’area sarebbe infestata dagli squali, anche se la sparizione del ragazzo resta avvolta ancora nel mistero.

    Difficile stabilire le cause

    L’episodio in Egitto ha portato a un feroce atto di vendetta, con la cattura e la brutale uccisione dell’animale con bastonate e sprangate. Completata l’opera, gli autori del gesto si sono immortalati con la carcassa dello squalo.

    Sull’animale, hanno fatto sapere le autorità, verrà fatta l’autopsia per comprendere le motivazioni dell’attacco: va infatti considerato che tre morti causate da squali a distanza di meno di un anno e nella stessa area sono un’anomalia, visto che dal 1997 al 2021 le morti analoghe in Egitto erano state solo cinque.

    Le cause sono però piuttosto complesse da verificare, si tratta di incontri casuali con animali selvatici all’interno del loro habitat naturale. In particolare, lo squalo tigre è una specie che tende a spostarsi nella ricerca delle prede e non è quindi del tutto escluso che nel suo percorso possa incontrare l’uomo.

    Può essere più corretto chiedersi perché però si avvicinino così alla costa. E la risposta potrebbe essere la ricerca di cibo, ma anche i cambiamenti del clima, con il riscaldamento delle acque che modifica le traiettorie di viaggio di questi animali.

    Di qualche giorno fa, anche l’avvistamento nella spiaggia di Aguamarina a Orihuela Costa, a sud di Alicante, in Spagna: qui i bagnanti hanno vissuto attimi di terrore, quando una verdesca di circa due metri si è pericolosamente avvicinata alla riva. Nessuna vittima, ma un altro avvicinamento anomalo alla costa.

    Ci sono sicuramente alcuni accorgimenti che sarebbe sempre utile tenere a mente, se si nuota in aree in cui la presenza di grandi predatori marini è accertata. Evitare di immergersi in zone dove è già stata segnalata la presenza di squali, non farlo soprattutto di notte, tenersi vicino alla riva e rimanere in gruppo. Non da ultimo evitare di attirare l’attenzione con schizzi eccessivi e movimenti veloci.

    Il Global Shark Attack File segnala che, in caso di attacco, la strategia migliore è colpire il naso oppure altri punti vulnerabili come branchie e occhi.

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