Emilia Romagna sott’acqua: una nuova alluvione dopo l’incubo del maggio 2023

da | Set 20, 2024 | news | 0 commenti

Piogge intense, esondazione dei fiumi, frane e allagamenti: nelle ultime ore si è ripetuto l’incubo di una nuova, fortissima, alluvione in Emilia Romagna, dopo i fatti devastanti di un anno e mezzo fa.

Il ciclone Boris, che ha portato maltempo estremo su gran parte dell’Europa centrale, causando 21 vittime e danni significativi in Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Romania, si è spostato verso sud.

Emilia Romagna e Marche le regioni più colpite, ma la situazione è particolarmente critica nel Ravennate, con oltre 1.000 persone evacuate e almeno due dispersi. A Traversara, una frazione del comune di Bagnacavallo, il fiume Lamone ha rotto gli argini, sommergendo interamente l’abitato. I soccorsi continuano senza sosta, con operazioni di salvataggio aeree e fluviali in corso. Nonostante le condizioni meteorologiche in miglioramento, prosegue l’allerta rossa.

Che cosa è successo nelle ultime 48 ore

Una nuova situazione di emergenza in Emilia Romagna: le condizioni meteorologiche sono infatti peggiorate molto rapidamente nelle ultime 48 ore, portando fortissime piogge e nuove inondazioni nelle aree già colpite dalle alluvioni del maggio 2023.

Nel borgo di Modigliana, “il fiume è esploso” all’improvviso, come riferisce il sindaco Jader Dardi. Colpite pesantemente anche alcune zone della provincia di Bologna, con la Val di Zena allagata per l’esondazione dell’Idice, e la pianura ravennate, soprattutto Faenza, Castel Bolognese, Cotignola, Lugo, anche se i centri storici non hanno subìto danni significativi. Il Lamone ha rotto l’argine e invaso il paese di Bagnacavallo, nella frazione Traversara, facendo crollare le case. Alcune persone sono state salvate sui tetti, ma sarebbero due i dispersi, che si erano rifugiati sul tetto della propria abitazione quando questo è crollato.

Secondo le registrazioni, nelle ultime 48 ore sono caduti oltre 350 millimetri di pioggia, con i picchi maggiori registrati tra Ravenna e Brisighella, portando alla tracimazione di quattro bacini tra Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena e costringendo all’evacuazione più di mille persone, di cui 800 solo nel Ravennate.

La violenta ondata di maltempo provocata dal ciclone Boris ha avuto un impatto maggiore rispetto alle devastazioni dell’anno scorso: a maggio 2023 erano caduti 400-450 millimetri d’acqua ma in due distinti episodi di alluvione, mentre ora, in un singolo evento, si parla appunto di 350 millimetri.

Le previsioni dei prossimi giorni

Nonostante la fine delle piogge, rimane l’allerta rossa per possibili esondazioni e frane. Le operazioni di soccorso proseguono, con priorità per le persone rimaste isolate e per le aree più colpite.

I rischi maggiori riguardano il Ravennate e altre zone della Pianura Romagnola e Bolognese. Anche nelle Marche, seppur con un parziale ritorno alla normalità, la situazione rimane critica per le piogge che hanno allagato strade e interi quartieri, in particolare ad Ancona e provincia.

Nel weekend è prevista una tregua che permetterà ai soccorsi di operare senza ostacoli meteorologici.

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