Il futuro degli imballaggi dagli scarti dei cereali

Un'azienda tedesca utilizza la pula del farro per creare imballaggi ecologici e sostituire il polistirolo. Una soluzione sostenibile, biodegradabile e adattabile.

Gli imballaggi costituiscono un grande problema per l’ambiente, prevalentemente per due motivazioni: la prima è che si tratta di oggetti prodotti con materiali difficilmente riciclabili; la seconda ha a che fare con il loro tempo di utilizzo che si esaurisce quasi immediatamente.

Ricercare soluzioni alternative diventa quindi sempre più urgente per limitare l’enorme impatto di questi rifiuti sul Pianeta. Recou è un progetto innovativo di imballaggi ecologici, pensato da Proservation, un team di imprenditori tedeschi, amici di lunga data con diversi background professionali, esperienze e competenze.

Questo team ha pensato a un materiale rivoluzionario per sostituire il polistirolo, un elemento essenziale per gli imballaggi: l’alternativa infatti arriva dalla pula del farro, ovvero quello che rimane dalla decorticatura del chicco del farro.

Polistirolo e imballaggi: perché sono un problema per l’ambiente

Il polistirolo viene largamente impiegato nell’edilizia e negli imballaggi. Si tratta di un materiale leggero e versatile, eppure estremamente problematico. Nonostante l’elevata resistenza alla compressione, resta comunque un materiale incline a frequenti rotture e, sbriciolandosi, contribuisce notevolmente all’aumento dei rifiuti marini e costieri. Pensiamo per esempio che ogni anno, solo nel nostro Paese, si usano più di 50 milioni di cassette monouso in polistirolo per il trasporto del pesce.

Oltre alla sua deperibilità durante l’utilizzo, la sua criticità sta nel fatto che, una volta esaurita la sua funzione protettiva, diventa un rifiuto difficile da gestire e riciclare. Il suo smaltimento dipende molto dagli impianti di riciclo sul territorio, per cui non è sempre possibile differenziarlo nella plastica e va spesso a finire nell’indifferenziato.

Un’alternativa sostenibile

L’idea di Recou nasce dalla possibilità di trasformare uno scarto agricolo, la pula di farro, in un materiale sostenibile. La pula, di solito destinata a utilizzi minori o addirittura allo smaltimento tramite bio-incenerimento, diventa la base per un imballaggio innovativo ammortizzante, resistente e facilmente modellabile, di origine vegetale e dunque compostabile. Si tratta inoltre di un materiale resistente a muffa e umidità fino al 70%.

La valorizzazione degli scarti è proprio alla base di questo progetto: da una parte per il riuso di materiali altrimenti destinati allo smaltimento, dall’altra per la capacità di prevenire nuovi rifiuti di materiali molto più nocivi per l’ambiente.

Le bucce di cereali sono i rivestimenti naturali dei chicchi di cereali: anche se le bucce intatte sembrano cereali a tutti gli effetti, non sono commestibili e non contengono alcun valore nutritivo. Quindi produrre questo imballaggio non toglie assolutamente cibo destinato al consumo umano, ma valorizza lo scarto. Nella prima fase del processo, le bucce del grano vengono sbucciate nel mulino dove si accumulano in grandi quantità e rimangono inutilizzate. In Germania, il Paese di origine degli inventori di Recou, si producono ogni anno più di 120 mila tonnellate di pula di farro. 

Per produrre questi imballaggi ecologici ci vogliono dalle 6 alle 8 ore per ciascun pezzo che, nonostante pesi più del polistirolo tradizionale, dimostra grande adattabilità e biodegradabilità, offrendo una soluzione eco-sostenibile e versatile.

L’azienda sta pianificando l’apertura di un impianto industriale entro l’anno e ha l’ambizioso obiettivo di introdurre Recou sul mercato come alternativa ecologica e facilmente smaltibile nei rifiuti organici.

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