Ha tenuto tutto il mondo con il fiato sospeso per 96 ore la storia del sommergibile Titan, disperso durante un’immersione da 250 mila dollari verso il relitto del Titanic.
Con l’avanzare delle ore, sono emerse sempre più informazioni sulla spedizione, definita da chi l’aveva vissuta in passato un’impresa suicida. Il sommergibile, grande quanto un minivan e con 5 persone a bordo, è sceso in esplorazione verso il Titanic, la leggendaria nave da crociera affondata nel 1912, facendo poi perdere le sue tracce.
Alle 13, ora italiana, del 22 giugno, il sommergibile ha terminato l’aria a disposizione. Il ritrovamento di alcuni rottami sul fondo dell’oceano, accanto al relitto del Titanic, confermano la morte dei passeggeri e la fine dell’avventura folle del sommergibile Titan.
La spedizione verso il Titanic
Una spedizione di 8 giorni e 7 notti su una nave di supporto, in partenza dalla città di St. John’s, in Canada, verso l’Oceano Atlantico settentrionale. Dal terzo giorno, a seconda delle condizioni del mare, la missione verso il Titanic può iniziare.
Lo storico relitto si trova a 380 miglia della costa e a 3800 metri di profondità. L’immersione, spiega il sito ufficiale di OceanGate, non solo è «un’occasione di viaggio emozionante e unica, ma aiuterà anche la comunità scientifica a conoscere meglio il relitto e l’ambiente oceanico profondo. Ogni immersione ha anche un obiettivo scientifico».
Ecco quindi che entra in gioco il Titan, il mini sommergibile.
Una volta entrati nel sommergibile, occorrono circa due ore per scendere fino a 3800 metri. Raggiunto il Titanic, si viaggia attorno al relitto per quattro ore, per poi risalire in superficie sempre in due ore. La spedizione dura 8 ore in totale.
Che cosa sappiamo del sommergibile Titan
Titan è un sommergibile in fibra di carbonio. Grande quanto un minivan, lungo 6,7 metri e largo 2,8 metri, non prevede sedili né permette di stare in piedi. Le cinque persone che può ospitare (comandante, tre paganti – che vengono chiamati specialisti di missione – e un esperto) sono costrette a stare sedute, con le gambe incrociate, per tutte le otto ore della missione.
Non c’è un bagno, ma una semplice tenda nella cupola anteriore del Titan, che separa questo spazio dallo scomparto principale.
Il sistema di comando è costituito da un controller da video-game, modificato e alimentato da due batterie.
Che cos’è OceanGate
OceanGate Expeditions è una società privata statunitense che utilizza sommergibili per effettuare delle spedizioni subacquee, a profondità fino ai 4000 metri. Azzorre, Bahamas e quella più evocativa, la spedizione verso il Titanic.
Spedizioni suggestive nelle profondità oceaniche con un’intento anche scientifico. La quota di partecipazione – per l’esplorazione del Titanic ben 250 mila dollari – serve, come ribadisce in più punti il sito ufficiale, a finanziare la ricerca scientifica e documentare il fondale marino.
Il CEO di OceanGate, presente nell’ultima spedizione di Titan, era Stockton Rush, laureato in ingegneria aerospaziale. Fondò la società nel 2009 con l’obiettivo di far progredire la tecnologia dei sommergibili.
Il tragico, ma prevedibile, epilogo del sommergibile Titan
Nell’ultimo viaggio di Titan, oltre a CEO di OceanGate, erano presenti anche altre quattro persone. L’esploratore e turista spaziale, Hamish Harding, 58 anni – famoso per le sue imprese epiche: aveva esplorato il punto più profondo della Fossa delle Marianne e poi sullo spazio con Blue Origin, la società spaziale di Jeff Bezos. Shahzada Dawood, uno dei manager più ricchi del Pakistan, con suo figlio Suleman di 19 anni. E Mister Titanic, Paul-Henry Nargeolet, uno dei più grandi esperti mondiali del Titanic.
Quando si è immerso domenica mattina, alle 6 ore locali, il Titan aveva una scorta di ossigeno di 96 ore. Una stima orientativa, avevano fatto sapere alcuni esperti, un tempo anche più lungo nel caso in cui i passeggeri avessero adottato le giuste misure per conservare l’aria respirabile.
Con il ritrovamento di un telaio di atterraggio e una copertura posteriore del sommergibile, però, termina qualsiasi speranza di trovare vivi i passeggeri del Titan. L’ipotesi è quella di un’implosione istantanea dovuta a una perdita di pressione vertiginosa.
OceanGate avrebbe impiegato troppo tempo prima di chiedere soccorso (l’allarme è stato lanciato solo 8 ore dopo che il Titan ha perso la comunicazione con la superficie). In molti inoltre hanno parlato di questa impresa come qualcosa di poco sicuro.
Arthur Loibl passeggero del Titan nel 2021 ha dichiarato che il sommergibile «non sembrava sicuro» e che i passeggeri a bordo sembravano tutti molto nervosi. Il viaggio era stato scomodo, freddo e angusto, dicendo che all’interno «non ci sono sedili, non si può stare in piedi e non ci si può inginocchiare, si sta solo seduti per 10 ore e mezza».
Testimonianze di questo tipo andrebbero a confermare i dubbi riportati dal “New York Times”. Il quotidiano ha parlato di una lettera degli esperti del settore delle imbarcazioni sommergibili che nel 2018 avrebbero espresso serie perplessità sulla sicurezza dell’impresa promossa da OceanGate.
Lo stesso direttore delle operazioni marittime della compagnia, David Lochridge, fu licenziato nel 2018 per aver «sollevato gravi problemi di sicurezza riguardanti il progetto Titan».

Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).
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