Ecco i cibi che inquinano di più

da | Ott 23, 2023 | news | 0 commenti

Qual è l’impatto della cucina sull’ambiente e sulla nostra salute?

Ce lo dice una classifica compilata da Sima, la Società Italiana di Medicina Ambientale, analizzando gli alimenti con il maggior impatto ambientale e i metodi di cottura più dannosi per la qualità dell’aria e conseguentemente per la salute umana.

Dalla produzione al packaging, ecco quali sono i cibi e le cotture che inquinano di più.

Il manzo, il cibo più inquinante

Sulla base di dati e analisi incrociate, Sima compila la lista dei cibi e delle cotture che inquinano di più: anche cucinare ha un impatto ambientale significativo sull’ambiente e la salute delle persone.

Primo tra tutti nella classifica, spicca il manzo.

Diversi studi, tra cui uno recentemente pubblicato dall’Università di Oxford e un altro da Obc Transeuropa, identificano il manzo come il principale responsabile delle emissioni di anidride carbonica nell’industria alimentare.

La produzione di 1 kg di carne bovina rilascia nell’atmosfera ben 59,6 kg di CO2 in tutte le fasi, dalla produzione alla vendita, ma anche per cambiamenti del suolo, allevamento, mangimi, lavorazione, trasporto, vendita e packaging.

Il resto della classifica dei cibi che inquinano di più

Si posiziona secondo nella classifica l’agnello, con 24,5 kg di CO2, mentre al terzo troviamo il formaggio, che causa 21,2 kg di CO2. Anche cioccolato (18,7 kg) e caffè (16,4 kg) contribuiscono all’inquinamento ambientale.

Un altro studio condotto dall’Università di Oxford, basato su oltre 57.000 prodotti venduti nei principali supermercati e utilizzando quattro indicatori ambientali (emissioni di gas serra, uso dell’acqua, uso del suolo e potenziale di eutrofizzazione acquatica), attribuisce i punteggi più elevati di inquinamento agli alimenti a base di carne, in particolare manzo e agnello con un punteggio di 34,72 su 100. Seguono salumi e formaggi (9,13) e noci e frutta secca (7,79).

In generale, sono i prodotti a base animale quelli che generano più emissioni di CO2, mentre quelli a base di cereali, frutta e verdura risultano essere più sostenibili dal punto di vista ambientale.

In Italia, l’85% delle emissioni legate al settore alimentare è attribuibile proprio ai prodotti di origine animale.

Cottura degli alimenti

Non solo produzione e vendita, il potenziale inquinante dei cibi continua anche nella cottura.

Come conferma il presidente della Sima, Alessandro Miani, più di 2 miliardi di persone in tutto il mondo utilizzano ancora legna, residui colturali, carbone o sterco essiccato per cucinare, mentre il resto della popolazione utilizza gas naturale, cherosene, GPL ed elettricità.

La combustione durante la cottura rilascia contaminanti in casa a livelli superiori alle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, causando una serie di problemi di salute, tra cui malattie respiratorie, problemi cardiovascolari, cancro e ben 4 milioni di morti premature in tutto il mondo ogni anno.

L’uso del carbone e del gas

L’uso del carbone come metodo di cottura danneggia sia l’ambiente che la salute umana, in particolare la carbonella rappresenta una minaccia particolarmente grave per l’ecosistema.

L’Italian Journal of Food Science ha pubblicato uno studio sull’impatto ambientale dei principali sistemi di cottura domestici, confermando che la formazione di polveri sottili è più alta nei sistemi di cottura a carbone (7,5 kg PM2.5 pro-capite/anno), con un impatto di 1210 kg di CO2e pro-capite/anno. La carbonella emette 607 kg di CO2 all’anno.

Anche le cucine a gas, utilizzate nel 70% delle case italiane, non sono esenti da rischi, perché emettono biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO), anidride carbonica e metano incombusto (CH4), che possono persistere negli ambienti per diverse ore dopo l’uso dei fornelli, causando inquinamento con effetti diretti sulla salute.

Circa 700.000 bambini nell’Unione Europea e 234.000 in Italia manifestano sintomi di asma associati all’uso del gas per la cottura degli alimenti: questo comporta un costo sanitario annuo in Europa di 3,5 miliardi di euro.

La sostituzione dei fornelli a gas a favore del piano cottura a induzione permetterebbe di risparmiare in media 245 kg di CO2, il che corrisponde all’equivalente di assorbimento di anidride carbonica da parte di 13 alberi.

Non solo: i piani a induzione hanno un rendimento medio del 90%, mentre le cucine a gas hanno un rendimento compreso tra il 40% e il 65%. Usare un piano a induzione richiede fino al 50% del tempo in meno rispetto alla cottura con fornello a gas, apportando benefici diretti all’ambiente e alla salute umana.

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