Il Referendum sulla Cittadinanza promosso da Riccardo Magi di +Europa ha superato la soglia necessaria delle 500mila firme. Dopo una raccolta rapida, iniziata il 4 settembre e chiusa in un paio di settimane anche grazie alla possibilità di firmare online tramite SPID o carta d’identità elettronica, l’iniziativa è pronta a passare alle fasi successive.
Cosa chiede il Referendum sulla Cittadinanza?
Sostenuto dai partiti Possibile, Radicali Italiani, Partito Socialista Italiano, Rifondazione Comunista e da numerose associazioni, oltre che da diversi personaggi del mondo del cinema e dello spettacolo, la proposta allineerebbe il nostro Paese alla maggioranza delle normative europee.
Quando andranno a votare, i cittadini troveranno sulla scheda il seguente quesito:
“Volete voi abrogare l’art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole adottato da cittadino italiano e successivamente alla adozione; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza?”.
In parole povere, il referendum propone di dimezzare da 10 a 5 gli anni di residenza legale necessari per richiedere la cittadinanza italiana, trasmettendo automaticamente la cittadinanza acquisita ai figli minori del richiedente. La modifica riguarda l’articolo 9 della legge n. 91/1992, che attualmente si basa sul principio dello ius sanguinis, ovvero l’acquisizione della cittadinanza per nascita solo da genitori italiani (entrambi o solo uno dei due). Ad oggi, infatti, una persona nata in Italia, da entrambi i genitori stranieri, “può divenire cittadino italiano a condizione che vi abbia risieduto legalmente e ininterrottamente fino al raggiungimento della maggiore età e dichiari, entro un anno dal compimento della maggiore età, di voler acquistare la cittadinanza italiana”.
Il referendum non intende modificare gli altri requisiti previsti:
- la conoscenza della lingua italiana;
- il possesso di un reddito;
- non avere precedenti penali;
- l’ottemperanza agli obblighi tributari;
- l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.
Quali sono i prossimi step
Ora che sono state raggiunte le firme necessarie, ci sono altri passaggi essenziali prima di arrivare al referendum vero e proprio. A dicembre, la Corte di Cassazione verificherà la validità delle firme raccolte; a febbraio 2025, la Corte Costituzionale si pronuncerà sull’ammissibilità del quesito.
Se dichiarato ammissibile, il referendum si terrà in primavera e sarà valido solo se voterà il 50% degli aventi diritto.
Nel caso in cui il Parlamento approvasse una legge sulla cittadinanza con lo stesso obiettivo del referendum, questo verrebbe annullato.
Differenze con ius scholae e ius soli
La proposta di +Europa si distingue dalle altre iniziative in materia di cittadinanza. Vediamo le principali differenze:
- come abbiamo detto, l’attuale proposta prevede la cittadinanza a chi risiede in Italia da più di cinque anni (oltre a tutti gli altri requisiti sopra menzionati). I potenziali destinatari, ad oggi, sono più di 2 milioni di persone (per l’esattezza: 2.240.000 persone);
- lo ius soli prevede la cittadinanza per chiunque nasca in Italia da genitori non italiani, residenti da più di 5 anni in territorio italiano. I potenziali destinatari, ad oggi, sono 816mila.
- lo ius scholae prevede la cittadinanza per minorenni non italiani che completino la scuola dell’obbligo in Italia. I potenziali destinatari, ad oggi, sono 135mila.
Lo ius soli e lo ius scholae coprono un numero limitato di persone rispetto al referendum, che coinvolge invece più 2 milioni di residenti in Italia da almeno 5 anni, insieme ai loro figli minori.
Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).