I punti chiave da affrontare durante la COP28 di Dubai

da | Nov 28, 2023 | climate change, news | 0 commenti

Sono tre i temi chiave su cui verteranno le riflessioni durante e post COP28, la più importante riunione annuale delle Nazioni Unite sul tema della crisi climatica che quest’anno si svolgerà a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Accantonando per il momento la polemica relativa al Paese ospite (che registra tra i più alti tassi di emissioni di gas serra pro capite), questa sarà una riunione decisiva per comprendere a che punto siamo nella lotta al cambiamento climatico.

Analizziamo quindi 3 dibattiti il cui esito, nella sfida contro il cambiamento del clima, avrà un ruolo cruciale in questa riflessione di Andrea Barbarella per “Il Sole 24 Ore”.

Ridurre le emissioni di gas serra

Al centro del dibattito, la riduzione delle emissioni di gas serra.

La COP28 di Dubai sarà infatti un momento cruciale per fare un bilancio sull’effetto congiunto delle varie politiche nazionali (NDC – Nationally Determined Contribution) in tema di lotta al cambiamento climatico. Si valuteranno infatti i risultati raggiunti dai vari Paesi e si capirà se aumentare le ambizioni degli NDC qualora non fossero compatibili con gli obiettivi fissati a Parigi nel 2015.

Notizie sconfortanti arrivano intanto dal recente rapporto delle Nazioni Unite che, analizzando gli impatti dei 168 NDC, ha evidenziato che tutti insieme avrebbero portato, rispetto al 2019, a una riduzione dei gas serra inferiore al 10%. Un risultato ben lontano dall’obiettivo fissato a Parigi che voleva un taglio tra il 30 e il 43% per limitare l’aumento della temperatura globale tra 1,5°C e 2°C.

La prima valutazione da fare quindi sarà proprio questa: riuscire a capire se la conferenza di quest’anno sarà in grado di spingere i governi a livelli di ambizione più elevati.

Un piano chiaro e definito

Altro punto, collegato strettamente al precedente, riguarda la necessità di delineare una chiara tabella di marcia per ridurre drasticamente l’uso di carbone, petrolio e gas.

Un altro recente rapporto dell’Unep ha rivelato che i 20 principali Paesi produttori di combustibili fossili hanno programmi di sviluppo di produzione incompatibili con l’Accordo di Parigi. Questi piani porterebbero, entro il 2030, a produrre annualmente il doppio dei dei combustibili fossili che potremmo consumare (sono proprio gli Emirati Arabi Uniti uno dei Paesi con un piano di sviluppo ancora incentrato tutto sul fossile).

Sostegno ai Paesi in via di sviluppo

Fondamentale anche il tema che riguarda i Paesi in via di sviluppo che sono entrati in entrati in una fase di “anormalità climatica permanente” subendo, per primi, gli effetti disastrosi del cambiamento climatico. Il 2022 infatti è stato caratterizzato da eventi climatici estremi, come l’inondazione in Pakistan e la peggiore siccità in Europa degli ultimi cinquecento anni. Quest’anno invece, secondo l’Organizzazione mondiale della meteorologia, si preannuncia come l’anno più caldo mai registrato.

Aiutare i Paesi più poveri a fronteggiare questa crisi, considerando che contribuiscono meno alla crisi climatica ma ne subiscono le peggiori conseguenze, è una priorità. Un recente rapporto dell’Unep suggerisce che servirebbero tra i 215 e i 387 miliardi all’anno per difenderli dal riscaldamento globale, 10/18 volte di più rispetto a quanto fatto fino a oggi.

La COP28 dovrà affrontare la sfida di rendere operativo lo strumento Loss and Damage, creato nella conferenza dell’anno scorso a Sharm El-Sheik: un fondo per riparare ai danni causati dal cambiamento climatico ai Paesi più poveri.

Tag: COP28

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