
Per nutrire un sempre maggiore numero di persone occorre cambiare il modo in cui si produce il cibo: l’agricoltura sostenibile, tenendo conto dei cambiamenti climatici e salvaguardando le risorse e la biodiversità, risponde a questa esigenza.
Un’agricoltura che possa definirsi sostenibile collega all’ecologia anche l’aspetto sociale, assicurando il benessere delle persone, migliorando la qualità della vita dei produttori, salvaguardando equità sociale e diritti umani e favorendo uno sviluppo economico solidale.
La prerogativa fondamentale dell’agricoltura sostenibile sta nel soddisfare l’attuale necessità di alimenti senza compromettere la possibilità, per le future generazioni, di soddisfare il proprio fabbisogno: per raggiungere questo obiettivo, l’attuale modello di produzione, basato sullo sfruttamento intensivo delle risorse, deve essere trasformato dalla base.
Le linee d’azione della FAO
La FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, per promuovere un’integrazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 alle politiche alimentari e agricole, ha espresso 20 linee di azione, tra loro collegate, che possono essere declinate in cinque principi:
- aumentare la produttività, l’occupazione e il valore aggiunto nei sistemi alimentari;
- salvaguardare le risorse naturali;
- migliorare i mezzi di sussistenza, favorendo una crescita economica inclusiva;
- aumentare la resilienza di persone, comunità ed ecosistemi;
- adattare le politiche agricole alle nuove sfide.
Il concetto di produttività assume così un significato più articolato, non strettamente correlato alla resa (quindi i kg prodotti per ettaro), che piuttosto si combina ad altre dimensioni, favorendo l’attivazione di sistemi intelligenti che monitorino la quantità delle risorse impiegate in base alle reali necessità del terreno e della produzione stessa.
Un nuovo schema di produzione
Tecnologie come analisi dei dati, blockchain e IoT sono fondamentali mezzi di supporto per una politica agricola più efficiente ed ecocompatibile: l’agricoltura 4.0 trasforma la produzione agricola grazie al supporto tecnologico. La tecnologia è parte integrante anche del vertical farming, in cui le colture sono collocate in strati sviluppati in verticale. I vantaggi di questo tipo di coltivazioni sono molti, a partire da un minore sfruttamento del territorio e un maggior controllo sulle coltivazioni, che annulla l’effetto distruttivo di variazioni climatiche o condizioni estreme. Le vertical farm consentono una produzione praticamente a km 0, anche in luoghi dove l’agricoltura non è praticabile, ad esempio nelle città.
Il settore primario deve affrontare sempre nuove sfide collegate a un contesto in continua evoluzione. Eventi meteorologici estremi, variabilità del mercato e conflitti compromettono la stabilità dell’agricoltura ed esigono una revisione delle politiche e delle pratiche agricole rispetto anche solo a qualche decennio fa.
Un’agricoltura sostenibile mira quindi non solo a integrare la tecnologia per efficientare la produzione e raggiungere un equilibrio tra ecologia, società ed economia, ma anche a cambiare approccio nei confronti della produzione stessa.
Come spiega la permacultura, l’attuale società non è più compatibile con la natura e si sta dimostrando incapace di affrontare i danni che ha generato nel tempo. Resilienza (ovvero la capacità di resistere agli urti) e rigenerazione (quindi la capacità di dinamicamente ai cambiamenti) sono gli obiettivi che un’agricoltura sostenibile dovrebbe cercare di raggiungere, superando gli attuali schemi di produzione che inquinano aria e acqua e che sfruttano il suolo e le materie prime.