Alto Adige: arriva la tassa per i cani

Dal 2026 in Alto Adige entrerà in vigore una tassa per i cani, valida per residenti e turisti, con l’obiettivo di migliorare la pulizia urbana e i servizi per gli animali. La misura divide opinioni: alcuni la considerano necessaria, altri temono effetti negativi su famiglie, anziani e turismo pet-friendly.

In Alto Adige si apre un nuovo dibattito sul rapporto tra animali domestici, cittadini e istituzioni. Dal 2026 entrerà in vigore una misura che introduce una tassa per i cani, sia per i residenti che per i turisti. Una decisione che ha già suscitato opinioni contrastanti: c’è chi la considera necessaria per migliorare la pulizia urbana e chi teme che possa penalizzare ingiustamente chi convive con un animale. L’obiettivo dichiarato è rendere più sostenibile la gestione degli spazi pubblici, ma la questione tocca corde sensibili come la convivenza civile, l’educazione e la tutela degli animali.

Che cos’è questa nuova regola

Dal 2026, i proprietari di cani in Alto Adige dovranno versare una tassa annuale di 100 euro, reintrodotta dalla Provincia di Bolzano dopo l’abolizione a livello nazionale nel 2008. A questa si aggiunge una tassa di soggiorno per i turisti, pari a 1,50 euro al giorno per ogni cane. Le risorse raccolte saranno destinate alla pulizia delle strade, alla creazione di aree dedicate e al miglioramento dei servizi pubblici per gli animali. L’iniziativa, proposta dall’assessore provinciale al turismo Luis Walcher, mira a responsabilizzare i proprietari, facendo ricadere su di loro i costi di gestione legati ai cani invece di distribuirli sull’intera collettività. Una misura che, secondo il promotore, mira a una città più decorosa e rispettosa degli spazi comuni.

Perché introdurre questa norma

L’assessore Luis Walcher ha spiegato che i costi di pulizia urbana sono diventati sempre più gravosi e che, per questo motivo, è giusto che i proprietari contribuiscano. La proposta, però, non ha trovato tutti d’accordo.

Il sindaco di Bolzano, Claudio Corrarati, ha espresso perplessità: secondo lui, “la maleducazione non si risolve con una tassa”. Servirebbero strumenti più efficaci, come il monitoraggio di quartiere o campagne di sensibilizzazione. Anche l’assessore all’Ambiente Marco Caruso ha manifestato contrarietà, sostenendo che la tassa rischia di favorire gli abbandoni e di pesare sulle famiglie e sugli anziani.

La proposta arriva dopo il fallimento del progetto sul DNA canino, un sistema di controllo delle deiezioni mai pienamente attuato, nonostante migliaia di proprietari avessero già pagato per la profilazione genetica dei loro animali. L’obiettivo resta quello di migliorare la pulizia delle città, ma l’efficacia della misura è ancora tutta da dimostrare.

Che cosa dovrebbe portare questo cambiamento

Per i promotori, questa tassa potrebbe contribuire a mantenere più pulite le città e a creare nuovi servizi dedicati ai cani. I detrattori dicono invece che sarebbe più utile potenziare il senso di comunità e rendere più semplice il rispetto delle regole già in vigore.

Il sindaco Corrarati ha sottolineato che strumenti come il controllo di vicinato potrebbero aiutare a segnalare chi non rispetta il decoro urbano, mentre la presenza di più cestini e sacchetti per la raccolta delle deiezioni faciliterebbe i cittadini responsabili.

Oggi chi non raccoglie gli escrementi del proprio cane rischia multe da 200 a 600 euro, ma i controlli sono rari. L’introduzione di una tassa, per molti, rischia di essere solo una soluzione apparente, che non affronta il vero problema: la mancanza di civiltà di pochi che ricade su tutti.

Le conseguenze sulle strutture ricettive

La tassa di soggiorno per i cani dei turisti, pari a 1,50 euro al giorno, sarà applicata negli hotel e nelle strutture ricettive dell’Alto Adige. Un soggiorno di una settimana comporterà quindi un costo aggiuntivo di oltre 10 euro per ogni animale, cifra che si somma alle imposte già pagate dai proprietari.

Questa misura, inedita in Italia, potrebbe incidere sulle scelte dei viaggiatori, specialmente su chi considera il proprio cane parte integrante della famiglia. Alcuni albergatori temono che possa ridurre l’attrattività turistica della regione, conosciuta per la sua ospitalità verso gli animali.

I pensieri contrari

Le reazioni non si sono fatte attendere. L’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (AIDAA) ha definito la proposta “una follia”, mentre l’Enpa l’ha giudicata una scelta miope e ingiusta. Anche l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (Oipa) teme che la tassa possa scoraggiare le adozioni e ridurre le registrazioni all’anagrafe canina.

L’Unione Albergatori del Sud Tirolo (HGV) avverte invece che la tassa di soggiorno per cani rischia di danneggiare l’immagine turistica dell’Alto Adige, fino a oggi percepito come un territorio accogliente e rispettoso verso gli animali.
Il sindaco Corrarati, intervistato da RTL, ha ironizzato: “Saremmo dei cani a mettere una tassa sui cani”. Per lui, il vero problema resta l’educazione civica, non le tasse, e la soluzione va cercata nel coinvolgimento della comunità, non nelle sanzioni economiche.

Un confronto con l’Europa

In realtà, quella che in Alto Adige è una novità assoluta, in molti Paesi europei è una pratica già consolidata. In Germania, ad esempio, la Hundesteuer — la tassa sui cani — è in vigore da oltre un secolo e varia in base al Comune: si parte da circa 30 euro l’anno fino a oltre 150 per chi possiede più animali. Anche in Austria e in Svizzera i proprietari versano ogni anno un contributo, mentre in Francia le autorità hanno abolito la tassa, pur mantenendo regole molto rigide sulla gestione e sulla registrazione dei cani.

Questo confronto mostra che far contribuire economicamente chi possiede un animale non è del tutto fuori luogo: conta come la tassa viene percepita e reinvestita. Se le amministrazioni usano i proventi in modo trasparente per migliorare la convivenza tra persone e animali, il contributo diventa un gesto di responsabilità condivisa, non una penalità.

Un equilibrio ancora da trovare

La proposta di introdurre una tassa per i cani in Alto Adige ha aperto una riflessione più ampia su come conciliare benessere animale, decoro urbano e responsabilità civile. Da una parte, c’è la volontà di garantire città più pulite e sostenibili; dall’altra, il rischio di penalizzare chi già rispetta le regole.

In una regione dove il turismo pet-friendly fa parte dell’identità, la misura rappresenta una svolta delicata. Le prossime settimane diranno se l’iniziativa verrà approvata e in quale forma, ma una cosa è certa: il rapporto tra esseri umani e animali non si riduce a una questione di tasse. Si fonda, invece, su qualcosa di più profondo: il rispetto reciproco e la convivenza responsabile.

tags: cani

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