L’aria condizionata fa male? E se sì, a chi?

L’aria condizionata può provocare fastidi se usata in modo scorretto, soprattutto per bambini, anziani e soggetti allergici o con patologie respiratorie.

Con l’arrivo dell’estate e l’innalzarsi delle temperature, l’aria condizionata torna a essere protagonista degli ambienti domestici, lavorativi e pubblici. Questa tecnologia ha trasformato la nostra qualità della vita, regalandoci conforto e sollievo nei mesi più caldi. Eppure attorno al suo utilizzo si sono sempre mossi dubbi, leggende e timori. Fa davvero male l’aria condizionata? E se sì, chi sono i soggetti più a rischio? Cerchiamo di fare chiarezza districandoci tra cattive abitudini e consigli utili al fine di comprendere, definitivamente, come utilizzare il condizionatore in modo corretto e consapevole.

Come funziona l’aria condizionata?

Il principio di funzionamento dell’aria condizionata è semplice: preleva l’aria calda da un ambiente, la raffredda attraverso un sistema di scambio termico e la reimmette a una temperatura inferiore. Solitamente questo scambio avviene per mezzo di un gas refrigerante che circola all’interno di un circuito chiuso. Il sistema si regola tramite un termostato che mantiene la temperatura desiderata. Questo processo permette di raffreddare e, solitamente, di deumidificare l’aria interna, rendendo la temperatura degli ambienti più agevole.

Quali sono i suoi effetti sul nostro organismo?

Non tutti reagiscono allo stesso modo all’esposizione prolungata all’aria condizionata. Il nostro organismo è sensibile ai cambiamenti repentini di temperatura e la prudenza, anche in questo caso, non è mai troppa. Il passaggio da un esterno rovente a un interno refrigerato può infatti comportare uno stress termico che altera i meccanismi di termoregolazione del corpo umano, soprattutto se la differenza supera i 6-7°C. Quando ciò si verifica si possono riscontare fenomeni che vanno dalle contrazioni muscolari alle cefalee, dai raffreddamenti improvvisi fino a vere e proprie sindromi da sbalzo termico nei casi più gravi.

Chi rischia di più?

L’aria condizionata può causare fastidi o problemi soprattutto ad alcune specifiche categorie:

  • Bambini e anziani sono i più sensibili agli sbalzi di temperatura e al flusso diretto di aria fredda. Nei primi può provocare mal di gola, raffreddore o tosse, mentre nei secondi può ridurre lo stimolo della sete e aumentare il rischio di disidratazione.
  • Persone con patologie respiratorie (come bronchiti o sinusiti), nei quali può causare il peggioramento dei sintomi.
  • Chi soffre di dolori articolari o muscolari. In questo caso, soprattuto un getto freddo diretto, può provocare cervicalgia, torcicollo, dolori articolari e muscolari.
  • Persone allergiche o asmatiche. Uno degli aspetti più sottovalutati, infatti, è proprio la qualità dell’aria diffusa. Se la manutenzione dei sistemi di filtraggio non avviene periodicamente l’accumulo di polvere e pollini può procurare fastidi agli occhi, alla gola e al naso.

L’aria condizionata, perciò, non causa direttamente malattie infettive. Tuttavia, un impianto non correttamente manutenuto può diventare un ricettacolo di batteri, muffe e allergeni che vengono immessi nell’ambiente insieme all’aria fredda.

Consigli per un uso salutare e intelligente

Ovviamente la soluzione non consiste nel demonizzare l’aria condizionata, ma nell’imparare a utilizzarla con criterio. È importante, ad esempio, impostare una temperatura che non scenda sotto i 24-26°C, evitare che il flusso d’aria colpisca direttamente persone o letti, sfruttare la funzione deumidificatore nei giorni più afosi e assicurare una manutenzione regolare, con particolare attenzione alla pulizia dei filtri. Inoltre, nei giorni di caldo estremo, è consigliabile agevolare una transizione graduale tra ambienti con temperature differenti.

Può bastare una breve sosta in zone intermedie o avere a portata di mano un indumento per coprirsi nei luoghi dove lo sbalzo termico è particolarmente marcato, come negozi e ristoranti. L’aria condizionata, se utilizzata in modo scorretto, può effettivamente costituire un rischio per la salute. Ma liquidarla come nemico del benessere sarebbe un errore grossolano. Come in molte altre situazioni, anche qui la soluzione sta nell’equilibrio: bastano poche e semplici accortezze per godere del fresco senza subirne le conseguenze.

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