Le temperature estreme rappresentano una minaccia crescente per la salute pubblica in Europa, e l’Italia figura tra i Paesi più vulnerabili. Un recente studio pubblicato su Nature Medicine rivela che senza una riduzione significativa delle emissioni di gas serra, l’Europa potrebbe registrare fino a 2,3 milioni di decessi aggiuntivi legati al caldo estremo entro la fine del secolo.
Roma, Napoli, Milano e Genova risultano tra le città più a rischio, soprattutto a causa della loro densità abitativa, della cementificazione e delle ondate di calore sempre più intense.
Le città più a rischio
Lo studio pubblicato su Nature Medicine ha analizzato l’impatto delle temperature estreme sulla mortalità in 854 città europee.
Le città dell’area mediterranea risultano particolarmente vulnerabili. Secondo le proiezioni, Barcellona potrebbe registrare oltre 246.000 decessi aggiuntivi entro il 2099. In Italia, Roma, Napoli, Milano e Genova sono tra le città più a rischio, con stime rispettivamente di quasi 148.000, oltre 147.000, 110.000 e oltre 36.000 morti in più legati alle temperature estreme.
Lo studio si basa su modelli matematici che considerano vari scenari di emissioni e adattamento. Nel caso dello scenario peggiore, caratterizzato da divisioni politiche che ostacolano gli sforzi di mitigazione e da una carenza di misure di adattamento, le proiezioni indicano un aumento significativo della mortalità legata al caldo, soprattutto nelle città mediterranee.
È importante notare che, mentre nei Paesi del nord Europa si prevede una diminuzione dei decessi legati al freddo, questa riduzione non compenserà l’aumento delle morti per caldo nei Paesi del sud. Ad esempio, nel periodo 2050-2054, per l’Italia si stimano 54,7 decessi in più per le temperature estreme ogni 100.000 persone all’anno; per la Spagna 46,4; per Grecia e Cipro circa 33. Il dato peggiore riguarda Malta, con 147,6 decessi aggiuntivi ogni 100.000 persone all’anno.
Città e isole di calore
Le città subiscono un fenomeno noto come isola di calore urbana, in cui le temperature sono significativamente più alte rispetto alle aree rurali circostanti. Questo effetto amplifica il rischio di colpi di calore e altre patologie legate al caldo, rendendo le città meno vivibili nei mesi estivi.
Secondo lo studio, senza un’azione concreta, le temperature estreme potrebbero diventare una delle principali cause di mortalità prematura in Europa.
Soluzioni e strategie per contrastare l’emergenza
L’aspetto positivo messo in evidenza dallo studio è che un’azione immediata potrebbe ridurre drasticamente i decessi legati al caldo. Secondo le previsioni, una riduzione significativa delle emissioni potrebbe prevenire fino al 70% delle morti legate alle temperature estreme. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario adottare strategie mirate, tra cui:
- Potenziamento delle infrastrutture verdi: piantare alberi e creare spazi verdi urbani per mitigare l’effetto isola di calore.
- Miglioramento della pianificazione urbana: riduzione della cementificazione e utilizzo di materiali più riflettenti per le superfici cittadine.
- Interventi sulla mobilità e sulle emissioni: promuovere il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile per ridurre l’inquinamento atmosferico.
- Programmi di assistenza per le fasce deboli: sistemi di allerta e supporto per anziani e persone vulnerabili durante le ondate di calore.
Il futuro delle città italiane di fronte alla crisi climatica
Se le attuali tendenze non verranno invertite, le città italiane potrebbero trovarsi a fronteggiare un aumento drammatico delle temperature estive, con conseguenze devastanti per la salute pubblica. L’adozione di politiche climatiche più ambiziose e la promozione di soluzioni innovative potrebbero garantire un futuro più sicuro per milioni di cittadini.
Roma è la prima città italiana ad aver approvato una Strategia di Adattamento Climatico, mirata a rafforzare la resilienza urbana attraverso interventi su infrastrutture verdi, gestione sostenibile delle risorse idriche e protezione delle aree costiere.
Milano ha implementato un piano di ammodernamento energetico degli edifici comunali, con l’obiettivo di dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere zero emissioni nel 2040. Torino, dal canto suo, ha adottato il Piano di Resilienza Climatica, focalizzandosi sull’incremento del verde urbano e sull’uso di materiali che riducono l’innalzamento termico.
Nonostante questi progressi, molte città italiane non dispongono ancora di piani di adattamento climatico adeguati. È quindi fondamentale che le amministrazioni locali sviluppino e implementino strategie di adattamento per affrontare efficacemente le sfide poste dai cambiamenti climatici, garantendo così la sicurezza e il benessere dei cittadini.