Il Papa è morto: ecco cosa dobbiamo aspettarci adesso

Con la morte di Papa Francesco, si avvia la sede vacante: funerali riformati, attesa del Conclave e riflessioni sul futuro della Chiesa.

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    Che cosa succede quando muore il Papa?

    La notizia della morte di Papa Francesco, giunta ieri 21 aprile, ha colto tutti di sorpresa. Dopo il suo recente ricovero, infatti, sembrava essersi ripreso: solo il giorno prima aveva presieduto la Santa Messa di Pasqua in Vaticano. Il decesso, causato da un ictus cerebrale, ha scosso profondamente il mondo intero, cattolico e non.

    Con la sua scomparsa, ora, si apre un momento storico di riflessione e cambiamento per la Chiesa, ma anche un percorso preciso scandito da riti secolari e procedure stabilite: dalla conferma della morte da parte del Camerlengo fino al Conclave, l’assemblea segreta che eleggerà il nuovo Pontefice. È un tempo definito sede vacante, e coinvolge tanto la gerarchia ecclesiastica quanto i fedeli di tutto il mondo.

    La sede vacante: cosa succede quando muore il Papa

    La fase di sede vacante inizia con l’accertamento ufficiale della morte del Papa, un atto formale compiuto dal Camerlengo, oggi il cardinale Kevin Farrell. È lui che pronuncia la formula rituale: “Vere papa mortuus est” (Veramente il Papa è morto). Una piccola precisazione: il rito tradizionale con cui il Camerlengo chiama tre volte il nome del Papa è oggi simbolico e affiancato da accertamenti medici ufficiali, come elettrocardiogramma e certificazioni sanitarie, che confermano la morte in modo rigoroso.

    Il Camerlengo supervisiona inoltre la distruzione dell’Anello del Pescatore — simbolo del potere papale — e ordina la chiusura degli appartamenti pontifici. Da quel momento, ogni funzione del Papa viene sospesa e il governo della Chiesa passa temporaneamente al Collegio dei Cardinali, che ha però competenze limitate: non può, ad esempio, approvare nuove leggi o nominare vescovi​.

    Durante questo periodo, il Camerlengo presiede un comitato di cardinali e ha accesso alle informazioni finanziarie e amministrative della Santa Sede. Ogni decisione importante deve però essere condivisa con il Collegio dei Cardinali, a garanzia di un equilibrio tra gestione e limitazioni del potere in assenza del Papa.

    Questa fase non è solo simbolica: si tratta di un momento in cui la Chiesa si raccoglie, prega e si prepara a eleggere un nuovo successore di Pietro.

    I funerali di Papa Francesco: rito e riforma

    Papa Francesco aveva predisposto, già in vita, importanti modifiche al rito funebre pontificio. A differenza dei suoi predecessori, ha chiesto una cerimonia semplice, in linea con il suo pontificato improntato alla sobrietà. Il suo corpo non è stato collocato su un alto catafalco, né custodito in tre bare (cipresso, piombo e rovere), ma solo in una cassa di legno rivestita internamente in zinco, simbolo di un’umiltà radicale.

    Il 22 aprile, il corpo è stato traslato dalla Domus Sanctæ Marthæ alla Basilica di San Pietro, dove rimarrà per tre giorni consecutivi, fino al 25 aprile, per consentire l’omaggio dei fedeli. Questa fase rappresenta un momento di straordinaria partecipazione popolare e raccoglimento spirituale, con migliaia di persone accorse da tutto il mondo per rendere l’ultimo saluto al Pontefice.

    I funerali solenni sono stati fissati per venerdì 26 aprile 2025 alle ore 10:00, sul sagrato della Basilica di San Pietro, come comunicato ufficialmente dalla Santa Sede. La liturgia sarà presieduta dal Decano del Collegio Cardinalizio, secondo la tradizione per i Pontefici defunti.

    Successivamente, cominceranno i Novendiali: nove giorni consecutivi di celebrazioni eucaristiche in suffragio, con omelie tenute da cardinali diversi ogni giorno.

    Papa Francesco ha espresso la volontà di essere sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, e non nelle Grotte Vaticane, un’ulteriore testimonianza della sua devozione mariana e del desiderio di rimanere vicino al popolo.

    Conclave: come si elegge un nuovo Papa

    Dopo i funerali, inizia la fase più attesa e delicata: l’elezione del successore. I cardinali elettori — tutti quelli con meno di 80 anni — si riuniranno a Roma per il Conclave, che si svolgerà tra il 5 e il 10 maggio 2025, in linea con il diritto canonico che prevede l’inizio del Conclave tra il 15° e il 20° giorno dopo la morte del Papa. Se tutti i cardinali sono già presenti nella Capitale, l’inizio può essere anticipato.

    Il Conclave si tiene nella Cappella Sistina, in un clima di assoluto isolamento dal mondo esterno. Nessun contatto, nessun dispositivo elettronico, nessuna comunicazione. I cardinali votano in segreto due volte al mattino e due volte al pomeriggio, fino a raggiungere una maggioranza qualificata di due terzi. Ogni sessione si conclude con la combustione delle schede: fumo nero se non c’è un eletto, fumo bianco se un nuovo Papa è stato scelto.

    Una volta eletto, il nuovo pontefice viene vestito con le vesti papali, prende un nome e si presenta dal balcone centrale della Basilica di San Pietro, accolto dal grido: Habemus Papam.

    Chi sono i possibili candidati?

    Tra la rosa dei nuovi possibili candidati alla massima carica per il Conclave imminente, emergono alcuni nomi di rilievo provenienti da diverse parti del mondo, riflettendo la crescente internazionalizzazione della Chiesa cattolica.

    Tra i candidati più accreditati vi sono il cardinale italiano Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e figura vicina alla linea di Papa Francesco, e Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, anch’egli italiano e molto influente. Dal continente africano spiccano nomi come Peter Turkson dal Ghana e Fridolin Ambongo Besungu dalla Repubblica Democratica del Congo, possibili primi papi africani. Dall’Asia si segnala il filippino Luis Antonio Tagle, noto per la sua apertura pastorale. E poi il francese Jean-Marc Aveline e lo spagnolo Juan José Omella, entrambi con esperienze significative in ambito sociale e pastorale. Il cardinale ungherese Peter Erdő rappresenta invece l’ala più conservatrice ma con un dialogo aperto verso le riforme.

    Nomi che riflettono una Chiesa in bilico tra tradizione e rinnovamento, con una forte attenzione alle sfide globali e ai bisogni dei fedeli nel Sud del mondo.

    Giubileo: che cosa succede quando muore il Papa?

    E con il Giubileo ora come si fa?

    Il Giubileo è indetto dal Papa, ma una volta promulgato attraverso la bolla d’indizione, l’evento diventa parte integrante della vita della Chiesa universale e non viene annullato dalla morte del Pontefice. Questo significa che l’Anno Santo 2025, convocato da Papa Francesco con la bolla Spes non confundit, resta confermato e verrà celebrato regolarmente, anche se sarà un nuovo Papa a presiederne i momenti centrali.

    Durante la sede vacante, l’organizzazione del Giubileo prosegue sotto la guida del Dicastero per l’Evangelizzazione, che cura gli aspetti logistici e pastorali dell’evento. Le grandi celebrazioni — come l’apertura della Porta Santa o la Messa di Natale — verranno adattate al calendario del nuovo pontificato, ma non saranno sospese.

    Un futuro aperto: la Chiesa verso il prossimo Pontificato

    Il prossimo Conclave sarà tra i più rappresentativi nella storia della Chiesa cattolica: 138 cardinali elettori da 71 Paesi diversi. Mai come oggi, la Chiesa mostra la sua dimensione globale, e l’elezione di un nuovo Papa rifletterà probabilmente la necessità di una guida spirituale capace di dialogare con le sfide contemporanee: la crisi climatica, le disuguaglianze sociali, la secolarizzazione e i conflitti internazionali.

    Papa Francesco ha lasciato un’eredità fatta di riforme coraggiose, apertura ai temi ambientali, lotta agli abusi e richiami costanti alla misericordia. Chi lo seguirà dovrà proseguire un cammino tracciato con convinzione ma non privo di ostacoli.

    Ora che Papa Francesco è morto, il tempo della Chiesa si dilata, si sospende e si riattiva secondo un ritmo millenario fatto di preghiera, memoria e attesa. Le sue riforme vivono anche nei riti che accompagnano la sua partenza. E mentre il mondo attende il nome del nuovo Pontefice, milioni di fedeli ricordano un Papa che ha cercato, fino alla fine, di essere “il pastore con l’odore delle pecore”.

     

     

     

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