Città più pericolose d’Italia: la nuova classifica de Il Sole 24 Ore

Il Sole 24 Ore ha pubblicato la nuova classifica delle città italiane più pericolose: Milano, Firenze e Roma guidano la lista. Dopo anni di calo, le denunce tornano a crescere, soprattutto per furti, truffe e violenze, segno di un Paese che ritrova la normalità ma anche vecchie fragilità.

Città più pericolose d’Italia: la nuova classifica de Il Sole 24 Ore - immagine di copertina

    Ogni anno Il Sole 24 Ore pubblica la classifica delle città italiane con il maggior numero di denunce, assumendosi il ruolo di utile indicatore per capire come cambia la criminalità nel Paese. I dati del 2024 mostrano un quadro complesso: dopo il calo dovuto alla pandemia, le denunce tornano a crescere e in alcune province superano i livelli pre-Covid. L’aumento riguarda sia i grandi centri urbani sia le realtà di provincia, con dinamiche diverse ma segnali comuni. Dalle truffe online ai furti, dai danneggiamenti alle aggressioni, il ritorno alla normalità sembra aver riportato con sé anche vecchie abitudini criminali.

    A cosa si deve l’aumento della criminalità

    Il Ministero dell’Interno, attraverso la banca dati interforze, ha rilevato che il 2024 è stato il quarto anno consecutivo di crescita delle denunce: dopo anni di calo, infatti, i reati sono tornati a crescere, superando i livelli del 2018. Secondo gli esperti, l’aumento è legato alle difficoltà economiche e sociali, ma anche alle tensioni internazionali che influenzano la criminalità.

    Le città considerate più pericolose sono quelle dove si concentrano i furti, le rapine, gli episodi di violenza e i reati informatici. Nei grandi centri urbani il rischio cresce anche a causa dell’elevata densità di popolazione, della presenza di turisti e del flusso costante di pendolari. Il risultato è un aumento delle denunce per reati contro il patrimonio, truffe e aggressioni.

    I reati più denunciati in Italia

    La classifica del 2025, basata sui dati del 2024, prende in considerazione un ampio ventaglio di reati. Ecco quelli più frequenti:

    • Furti: rappresentano circa il 44% delle denunce totali, con un aumento del 3% rispetto all’anno precedente.
    • Rapine e scippi: crescono dell’1,8%, con particolare incidenza nei centri urbani.
    • Lesioni dolose: in aumento del 5,8%, segno di una maggiore conflittualità sociale.
    • Violenza sessuale: tra i reati più in crescita, con un incremento del 7,5%.
    • Reati legati alla droga: +3,9%, concentrati soprattutto nelle aree metropolitane.
    • Truffe informatiche: in lieve calo del 6,5%, ma restano tra i reati più diffusi.
    • Contrabbando e incendi: in diminuzione rispettivamente del 38% e del 5,3%.

    Quasi la metà dei reati si concentra nelle grandi città, che da sole raccolgono il 47,9% delle denunce.

    La classifica delle città più pericolose

    La classifica 2025 del Sole 24 Ore mostra la posizione delle province italiane in base al numero di denunce totali registrate nel 2024. Ecco le prime venti:

    1. Milano – 225.786 denunce
    2. Firenze – 64.392 denunce
    3. Roma – 270.407 denunce
    4. Bologna – 61.816 denunce
    5. Rimini – 20.425 denunce
    6. Torino – 128.666 denunce
    7. Prato – 13.247 denunce
    8. Venezia – 41.398 denunce
    9. Livorno – 15.872 denunce
    10. Genova – 39.479 denunce
    11. Imperia – 9.857 denunce
    12. Trieste – 10.440 denunce
    13. Napoli – 132.499 denunce
    14. Savona – 11.455 denunce
    15. Pisa – 17.834 denunce
    16. Ferrara – 14.468 denunce
    17. Modena – 30.166 denunce
    18. Parma – 19.001 denunce
    19. Verona – 38.299 denunce
    20. Grosseto – 8.782 denunce

    Le prime posizioni restano occupate dalle grandi aree urbane, dove la concentrazione di persone e attività economiche fa aumentare le probabilità di reato.

    Come viene costruita la classifica

    Il Sole 24 Ore elabora la classifica basandosi sui dati ufficiali delle denunce raccolte dal Sistema d’Interconnessione (SDI), che integra le informazioni fornite da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Per confrontare le province, i reati vengono rapportati a 100.000 abitanti, ottenendo un indice omogeneo.

    La metodologia prevede:

    • il calcolo del tasso di reati per ogni tipologia (furti, rapine, truffe, violenze, ecc.).
    • La normalizzazione dei dati attribuendo un valore massimo al territorio con più denunce.
    • L’utilizzo di tecniche di interpolazione per rappresentare i risultati anche su aree limitrofe.
    • I dati vengono poi aggregati a livello provinciale e comunale per offrire una visione più precisa del fenomeno.

    Questo approccio permette di individuare le zone più esposte e di confrontare le diverse realtà italiane sulla base di criteri oggettivi.

    Il ruolo delle grandi città

    Le città metropolitane giocano un ruolo determinante nella lettura di questi numeri. Qui vive circa il 36% della popolazione italiana, ma ogni giorno il numero di persone presenti cresce per effetto di turisti, pendolari e studenti, che triplicano la popolazione effettiva.

    Questo flusso continuo altera la percezione e l’incidenza dei reati. Nei grandi centri urbani aumentano sia le occasioni di illecito sia la propensione a denunciare, più alta che nei piccoli comuni. La concentrazione di persone, attività economiche e turismo crea un contesto complesso, dove il tasso di criminalità va interpretato tenendo conto di fattori sociali, demografici e logistici.

    Un quadro che invita alla riflessione

    I dati del 2025 raccontano di un Paese che sta ritrovando la propria normalità, ma anche le proprie fragilità. La crescita dei reati non è solo una questione di numeri: riflette tensioni sociali, difficoltà economiche e nuove forme di criminalità digitale.
    Le classifiche aiutano a comprendere dove intervenire, ma la vera sfida resta quella di rafforzare la sicurezza diffusa e migliorare la prevenzione.
    Dietro ogni numero c’è una città, un quartiere e una comunità che chiede di sentirsi più protetta.

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