
Come ridurre l’impatto idrico di orto e piante ornamentali, per ottenere un ricco raccolto senza sprecare acqua? Per quanto l’estate del 2024 si stia caratterizzando per una maggiore piovosità rispetto al solito, e si soffra meno il problema della siccità rispetto agli anni passati, l’acqua dolce è un bene prezioso, da salvaguardare sempre. Le risorse di acqua potabile sono sempre più scarse, a causa dei cambiamenti climatici e dagli sprechi attuati dall’uomo, e anche un piccolo contributo nella nostra quotidianità può fare la differenza.
Senza rinunciare alla passione per un bel giardino fiorito, oppure al desiderio di produrre ortaggi e verdure in completa autonomia, vi sono molti consigli che possono ritornare utili per ridurre l’impatto idrico delle coltivazioni domestiche. Di seguito, tutte le informazioni utili.
Recuperare l’acqua piovana per orto e piante

Non è di certo un segreto: meno acqua si richiede alla rete di distribuzione, minori saranno gli sprechi idrici per tutti. È proprio per questa ragione che bisognerebbe sempre recuperare quanta più acqua possibile, per annaffiare aiuole, vasi fioriti e l’orto.
Il metodo più semplice è quello del recupero dell’acqua piovana, da perseguire durante tutto il corso dell’anno, per recuperare questo bene prezioso nelle stagioni più calde. Per farlo, si possono semplicemente predisporre in giardino o nell’orto dei piccoli bacini di raccolta. Ad esempio:
- si possono utilizzare vecchie botti, o grandi contenitori di plastica, per raccogliere l’acqua quando piove. È però utile adagiare sull’apertura superiore della rete a maglia stretta, come ad esempio una vecchia zanzariera, per trattenere foglie, rametti e altre tipologie di detriti. Inoltre, una copertura può aiutare a prevenire la moltiplicazione di insetti fastidiosi: le zanzare, ad esempio, sfruttano proprio gli specchi d’acqua per riprodursi;
- se si vuole realizzare un impianto più complesso, si possono collegare i contenitori di raccolta ai tubi delle grondaie e, fatto non meno importante, predisporre un piccolo sistema di distribuzione con tubi fissi oppure mobili, quali le canne in gomma per l’irrigazione. Il metodo più semplice per portare l’acqua recuperata dove davvero serve.
Annaffiare l’orto con l’acqua di recupero domestica
Non è semplice rendersene conto, ma a livello domestico si spreca moltissima acqua. E può essere facilmente utilizzata per annaffiare l’orto oppure coltivare delle splendide piante in balcone, azzerando così ogni spreco. Ma quale acqua domestica può essere effettivamente recuperata per l’irrigazione? In linea generale:
- si può recuperare l’acqua iniziale della doccia. Quando ci apprestiamo a concederci una doccia, oppure un bagno rilassante, spesso bisogna attendere qualche istante prima che l’acqua calda inizi a sgorgare. E, senza rendercene conto, possiamo sprecare anche 15-30 litri di acqua. È sufficiente raccoglierla in un secchio oppure in una tinozza e riutilizzarla in un secondo momento nell’orto;
- si può riutilizzare l’acqua di cottura di alcuni cibi. Quando si fanno bollire verdure e ortaggi, si ottiene un’acqua arricchita di ottime sostanze nutritive, quali i sali minerali, utili per la crescita delle piante. È però importante che quest’acqua non sia stata preventivamente salata e, naturalmente, che venga versata sulle proprie coltivazioni quando ancora fredda;
- si può recuperare l’acqua di scarico del condizionatore. La maggior parte dei condizionatori produce dell’acqua di scarico assolutamente pulita, perché demineralizzata. Ovviamente non apporterà nutrimento alle piante, proprio perché priva di minerali, ma le aiuterà a combattere il caldo tipico dell’estate.
Migliorare il terreno coltivato

Una strategia certamente valida, che permette di risparmiare anche il 20% dell’acqua impiegata per l’irrigazione, è quella di migliorare la qualità e la consistenza del terreno coltivato. Più questo sarà in grado di trattenere una buona umidità, più si potrà ridurre l’annaffiatura. Ma come procedere? È sufficiente seguire alcuni pratici consigli:
- aggiungere sostanza organica al terreno, come ad esempio compost o humus, aiuta certamente ad aumentare il tasso di umidità dell’acqua, riducendo il fenomeno dell’evaporazione;
- procedere a pacciamatura con materiali organici e biologici – come ad esempio la segatura, la corteccia d’albero oppure la paglia – riduce sensibilmente la temperatura del terreno e, con essa, la richiesta d’acqua delle varietà coltivate. I teli in plastica per pacciamatura, per quanto efficaci per contenere la proliferazione delle erbacce, possono invece contribuire ad aumentare la temperatura del terreno.
Ridurre le necessità idriche del prato
Un fattore che spesso non si prende in considerazione, ma che ha un forte impatto sulle necessità idriche del giardino, è quello della manutenzione del manto erboso. Molte varietà di prato, in particolare quelle che vengono tagliate a pochi centimetri di altezza, hanno richieste d’acqua elevatissime. Acqua che, invece, potrebbe essere più sapientemente utilizzata per l’irrigazione dell’orto o delle piante ornamentali. Ecco qualche utile consiglio da seguire:
- scegliere varietà di prato a ridotto impatto idrico, come ad esempio la Festuca arundinacea o, più in generale, tutti le sementi che rientrano nel gruppo “Water Saver”;
- sostituire porzioni di prato con tappeti minerali, come ad esempio ghiaia bianca o cocci, oppure con piante tappezzanti come la phyla o l’achillea;
- coltivare il prato su parti ombreggiate del giardino poiché, come facile intuire, minore è l’irrorazione solare e maggiore sarà l’umidità a disposizione dell’erba per crescere rigogliosa.
Scegliere tecniche di irrigazione a basso impatto

Naturalmente, anche modificare le proprie tecniche di irrigazione può essere di sicuro aiuto per ridurre l’impatto idrico di un orto coltivato o, ancora, di un giardino fiorito. Alcuni consigli richiedono solamente di seguire nuove abitudini, altri potrebbero richiedere un investimento economico per l’adeguamento del proprio impianto, esborso che però viene rapidamente compensato da un florido raccolto. In linea generale, è possibile:
- annaffiare nelle ore meno calde della giornata, come al mattino presto o dopo il tramonto. Così facendo, si eviterà che l’acqua evapori velocemente per via del caldo, permettendo sia al terreno che alle piante coltivate un assorbimento maggiore;
- installare sistemi di irrigazione a goccia, per ridurre al minimo lo spreco d’acqua sia per le aiuole fiorite che per lo stesso orto;
- coltivare ortaggi con tecniche idroponiche, che permettono non solo di ridurre il consumo di suolo ma anche quello di acqua;
- installare sensori di umidità, oggi anche particolarmente economici sul mercato, per monitorare di continuo il terreno e annaffiare, quindi, solo quando piante e ortaggi ne hanno davvero bisogno.
Ovviamente, possono contribuire anche delle tecniche di coltivazione più sostenibili, a partire dalla scelta degli ortaggi. Scegliere fiori con basse necessità idriche, piante grasse oppure ortaggi resistenti alla siccità – aglio, cipolle, scalogno, ceci, fave, lenticchie, pomodoro siccagno, patate rosse e molto altro ancora – può fare davvero la differenza.