Quando si parla di vertical farm, una delle domande più frequenti è cosa si può coltivare al loro interno. La risposta a questa domandi è abbastanza semplice: quasi tutto. Infatti, con le tecniche di coltivazione fuori suolo si possono produrre tutte le principali specie vegetali edibili, a patto che si tenga conto della dimensione finale della pianta e si realizzi un sistema di coltivazione che sia in grado di sostenerne il peso e le dimensioni.
Si possono trovare vertical farm che producono ortaggi di foglia, come le insalate, ortaggi di frutto (come pomodori, peperoni, cetrioli, zucchine, ecc…), oppure piccoli frutti (fragole). In vertical farm si coltivano anche microgreens, foraggio idroponico, piante officinali ed erbe aromatiche (come basilico, menta e prezzemolo). Inoltre, in molti impianti si stanno iniziando a coltivare zafferano e tuberi.
I prodotti coltivati in vertical farm, così come tutti i prodotti coltivati correttamente con tecnologie idroponiche, sono di ottima qualità, hanno le stesse caratteristiche nutrizionali di quelli coltivati in agricoltura tradizionale e sono privi di residui chimici che possono arrecare dinni all’essere umano.
Potenzialmente i prodotti di una vertical farm posso essere venduti come super freschi, infatti, realizzando un impianto di coltivazione con apposite caratteristiche, è possibile commercializzare l’intera piantina viva, senza, cioè, che la parte aerea venga recisa dille radici, allungando di conseguenza anche la shelf life (durata di scadenza) dei vari prodotti. È importante sottolineare che al momento i prodotti coltivati in vertical farm non possono essere categorizzati come biologici, poiché non sono coltivati in terra.
Alla luce di quanto scritto finora, sembrerebbe che la vertical farm possa essere una sorta di piccolo miracolo agricolo: consente di produrre quasi tutte le specie vegetali, con le stesse caratteristiche nutrizionali dei prodotti tradizionali, senza residui nocivi e risparmiando grandi quantità di risorse.
In realtà sebbene sia vero che si possa produrre quasi tutto all’interno di una vertical farm, non è altrettanto vero che ogni specie vegetale presenti la stessa convenienza economica, che dipende dii seguenti fattori: durata del ciclo di coltivazione, prezzo di vendita, mercato di riferimento in cui immetteremo i prodotti.
Nello specifico la durata del ciclo di coltivazione influenza in modo significativo il costo di produzione, infatti, maggiore sarà il tempo necessario a ottenere il prodotto finito e maggiori saranno i costi di sostenere, soprattutto in termini energetici.
Tenendo a mente tutto ciò si può stilare una classifica delle produzioni che consentono i migliori tempi di ritorno degli investimenti. Al primo posto troviamo tutti quei prodotti che hanno un ciclo di coltivazione molto breve come i microgreens, le piantine di trapianto e le produzioni di foraggio idroponico (in questo caso si tratta di prodotti destinati al consumo animale). Al secondo posto abbiamo gli ortaggi baby leaf e IV Gamma, che hanno cicli di coltivazione più lunghi rispetto ai precedenti. Al terzo posto abbiamo la maggior parte degli ortaggi di foglia e alcune tipologie di erbe aromatiche e infine al quarto posto abbiamo tutti gli ortaggi di frutto.
Dunque, si può coltivare tutto in vertical farm? Praticamente sì. È tutto egualmente conveniente? No.

Progettista, scenografo, ingegnere, curioso per natura e inventore. Convinto che le innovazioni avvengano dall’uso del pensiero laterale con cui si mettono a sistema saperi diversi e apparentemente distanti tra loro. Fondatore di Vertical Farm Italia.
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