
I santuari degli animali sono strutture nate per accogliere e proteggere animali salvati da situazioni di sfruttamento o maltrattamenti, offrendo loro una vita in cui sono rispettate le loro esigenze naturali, senza scopi commerciali o di lucro. Queste strutture si differenziano dagli allevamenti e dai rifugi per il loro approccio antispecista, che riconosce il valore degli animali in quanto esseri senzienti e indipendenti da qualsiasi utilità economica.
Scopriamo insieme come funzionano questi santuari e quale ruolo svolgono per il benessere animale.
Cosa sono i santuari degli animali?
A differenza di zoo o parchi faunistici, questi luoghi si occupano di tutelare gli animali e non di esporli al pubblico. Difatti, i santuari operano secondo principi etici ben definiti. L’obiettivo principale è garantire agli animali una vita dignitosa, rispettando il loro diritto a vivere liberi da sfruttamento. Tra i valori fondamentali:
- no profit. La maggior parte dei santuari opera come organizzazione senza scopo di lucro. I fondi provengono da donazioni, volontariato e, in alcuni casi, eventi aperti al pubblico. Pertanto, questi spazi si impegnano a non sfruttare gli animali in nessun modo, non usandoli per spettacoli o attività commerciali.
- Qualità della vita. La cura degli animali nei santuari è personalizzata in base alle esigenze di ciascuno. Molti animali, essendo stati maltrattati, necessitano di cure veterinarie e di un supporto continuativo per recuperare la salute fisica e psicologica. Inoltre, i recinti sono minimizzati per garantire maggiore libertà, e i santuari spesso creano ambienti che riproducono gli habitat naturali degli animali ospitati.
- Divieto di riproduzione e acquisto. Infine, per evitare di sovraffollare le strutture e continuare a sostenere il mercato di sfruttamento animale, i santuari scelgono di non incentivare la riproduzione. Questo criterio permette anche di riservare spazio e risorse per accogliere nuovi animali in difficoltà.
Come funzionano i santuari degli animali?
I santuari accolgono animali di vari tipi, dalle specie domestiche come pecore e mucche, a specie esotiche come elefanti, ippopotami e scimmie. Ogni santuario accoglie animali con storie particolari: alcuni provengono da zoo o circhi, dove hanno subito privazioni e addestramenti forzati; altri sono stati salvati da allevamenti intensivi o dal traffico illegale di specie esotiche.
Tutto ciò avviene grazie all’impegno di volontari e operatori specializzati che si occupano quotidianamente degli animali ospitati. Questi luoghi, infatti, operano principalmente grazie a collaborazioni con enti e associazioni animaliste per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati al benessere animale.
A livello globale, si trovano numerosi esempi di santuari per animali specifici: il Farm Sanctuary negli Stati Uniti è stato uno dei primi a promuovere il recupero di animali da allevamento, mentre il Lone Pine Koala Sanctuary in Australia e il Sloth Sanctuary in Costa Rica sono dedicati rispettivamente alla protezione dei koala e dei bradipi. Dunque, questi luoghi permettono agli animali di vivere con maggiore libertà e, quando possibile, di essere reinseriti in natura.
La rete dei santuari in Italia e nel mondo
In Italia, dal 2014, è nata la Rete dei Santuari di Animali Liberi, un collettivo di strutture antispeciste che collaborano per sensibilizzare il pubblico verso una relazione più rispettosa con gli animali. La rete include santuari impegnati a promuovere valori come il rispetto della dignità animale, l’antispecismo e la gestione collettiva e democratica delle risorse.
Invece, nel resto del mondo, esistono diverse organizzazioni che gestiscono santuari per specie animali specifiche, come l’Elephant Nature Park in Thailandia, che ospita elefanti salvati da lavori forzati e circhi, e l’Akumal Monkey Sanctuary in Messico, dove le scimmie e altri animali esotici trovano rifugio dopo essere stati sfruttati.
Per quanto riguarda l’aspetto giuridico, il riconoscimento dei santuari varia da Paese a Paese. In Italia, solo di recente i santuari sono stati ufficialmente riconosciuti con un decreto che li classifica come rifugi permanenti nella sezione dell’anagrafe nazionale Sinac per animali da compagnia. Mentre, negli Stati Uniti, la creazione dei santuari è spesso guidata da organizzazioni indipendenti e benefiche che operano con l’appoggio di comunità locali e fondazioni.
L’importanza sociale ed educativa dei santuari
Oltre a garantire una seconda possibilità agli animali, i santuari svolgono un ruolo fondamentale anche nell’educazione pubblica. Molti di questi, infatti, organizzano giornate aperte, visite guidate e workshop per far conoscere ai visitatori la storia degli animali ospitati e per sensibilizzarli sul rispetto di tutte le specie.
Questi eventi aiutano le persone ad entrare in contatto diretto con gli animali, rendendo più profonda la consapevolezza del loro diritto a vivere liberi da abusi e sfruttamenti. Inoltre, la visita ai santuari incoraggia una riflessione critica sull’uso degli animali nella nostra società e offre un modello alternativo di convivenza pacifica e rispettosa.
In definitiva, i santuari promuovono una visione più inclusiva degli animali, incoraggiando un cambiamento positivo nelle nostre relazioni con altre specie.