Domenica entra l’ora solare: tutto quello che c’è da sapere

Nella notte tra il 25 e il 26 ottobre 2025 torna l’ora solare. Le lancette si spostano indietro di un’ora e il sole tornerà protagonista delle mattine. Non tutti i Paesi adottano questo cambio: molti, da Islanda a Turchia, scelgono l’orario stabile tutto l’anno.

Domenica entra l’ora solare: tutto quello che c’è da sapere - immagine di copertina

    Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025 tornerà l’ora solare, e le lancette dovranno spostarsi indietro di sessanta minuti. Alle 3:00 diventeranno le 2:00, regalandoci un’ora di sonno in più e un’alba più luminosa. È il passaggio che segna l’arrivo dell’inverno e il ritorno a un tempo più vicino al ritmo naturale del Sole, quando il mezzogiorno coincide con il suo punto più alto nel cielo. I dispositivi digitali si aggiorneranno automaticamente, mentre gli orologi analogici andranno regolati a mano. Un gesto antico che ogni anno ci ricorda che, nonostante la tecnologia, il tempo resta una misura profondamente umana.

    Un ritorno al tempo del Sole

    Ora solare

    L’ora solare rappresenta la misura originaria del tempo, quella che segue il moto apparente del Sole. In Italia l’alternanza tra ora legale e ora solare è stata introdotta nel 1966, dopo alcune sperimentazioni durante la Prima guerra mondiale per ridurre il consumo energetico. L’obiettivo era semplice: sfruttare al meglio la luce naturale e limitare l’uso di elettricità. Da allora, due volte l’anno, le lancette oscillano come un respiro collettivo, ricordandoci che la luce e il buio non sono solo questioni astronomiche, ma parti essenziali del nostro equilibrio interiore.

    Un rito che divide l’Europa

    Negli ultimi anni il cambio d’ora è diventato oggetto di discussione politica e sociale. Dal 2018 il Parlamento europeo valuta la possibilità di abolire l’alternanza tra ora solare e legale, ma le posizioni dei singoli Stati restano distanti. Alcuni Paesi del Nord, dove il sole in inverno resta basso sull’orizzonte, preferirebbero mantenere l’ora solare per non anticipare troppo l’alba. Al contrario, quelli mediterranei, Italia compresa, guardano con favore alla permanenza dell’ora legale, che regalerebbe più luce nei pomeriggi invernali. Per ora, però, il compromesso resta lo stesso: un’Europa che due volte l’anno si risincronizza, anche se ogni volta sembra un po’ restia a farlo.

    I Paesi che non cambiano mai

    Nel resto del mondo, solo circa il 40% dei Paesi adotta ancora il cambio stagionale dell’ora. In Europa, nazioni come Islanda, Russia, Turchia e, dal 2025, anche l’Ucraina hanno scelto un orario stabile tutto l’anno, rinunciando all’alternanza tra ora solare e legale. La motivazione è duplice: ridurre gli effetti negativi del cambio sull’organismo e semplificare la vita quotidiana dei cittadini. Fuori dal continente europeo, la maggior parte dell’Asia, gran parte dell’Africa e diversi Paesi del Sud America hanno già abbandonato da tempo questa pratica. L’adozione o l’abolizione del cambio d’ora dipende soprattutto dalla latitudine: nelle regioni equatoriali, dove la durata del giorno varia poco nel corso dell’anno, spostare le lancette non avrebbe alcun beneficio reale.

    Effetti sul corpo e sulla mente

    Ora solare

    Il ritorno all’ora solare incide anche sul nostro equilibrio biologico. Il corpo umano segue un orologio interno, il ritmo circadiano, regolato dall’alternanza tra luce e oscurità. Spostare le lancette di un’ora può provocare temporanei disturbi del sonno, irritabilità o difficoltà di concentrazione. Gli esperti consigliano di accompagnare il cambiamento con piccole accortezze: esporsi alla luce del mattino, anticipare leggermente l’orario dei pasti, evitare schermi luminosi prima di dormire. Il corpo si adatta in pochi giorni, ma l’impatto psicologico di un’ora in meno di luce serale resta per molti il simbolo più tangibile dell’arrivo dell’inverno.

    Tra risparmio energetico e ritmo naturale

    Ora solare

    L’ora legale nacque per favorire il risparmio energetico, e ancora oggi produce effetti positivi, sebbene più contenuti rispetto al passato. Ogni anno l’Italia risparmia milioni di kilowattora durante i mesi estivi, con una riduzione significativa delle emissioni di CO₂. Ma oltre ai numeri, il cambio d’ora conserva un valore culturale e simbolico: è un promemoria del nostro legame con la luce e del fatto che il tempo non è solo misurabile, ma anche vissuto. Tornare all’ora solare significa, in fondo, ritrovare un ritmo più lento e naturale, accettando che la sera arrivi prima e che l’inverno ci inviti, ancora una volta, a rallentare.

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