
Sei giorni dopo l’alluvione che ha colpito la regione di Valencia il 29 ottobre 2024, il bilancio delle vittime sale a 217: nello specifico, si tratta di 213 decessi della Comunità Valenciana, tre di Castilla-La Mancha e uno di Malaga. Un dato che è destinato ad aumentare considerato che ci sono ancora più di mille le persone che risultano disperse.
Il DANA che si è abbattuto sulla Spagna ha portato il quantitativo di pioggia di un intero anno in appena otto ore (ve ne avevamo parlato qui). Un evento che è stato definito “la peggiore ondata di maltempo del secolo in Spagna” e che ha causato decine di vittime, 1900 dispersi, 300 mila senza acqua, 120 mila sfollati, e danni seri ad abitazioni, attività commerciali e infrastrutture.
La situazione al centro commerciale Bonaire ad Aldaia
L’ispezione del parcheggio del centro commerciale Bonaire di Aldaia, che a un primo sopralluogo era stato definito un “cimitero”, restituisce un bilancio meno grave del previsto.
Dopo tre giorni di intenso lavoro, le operazioni di drenaggio, condotte con dieci idrovore, hanno rimosso quasi 36 mila metri cubi d’acqua, liberando gran parte del garage sommerso. Si temeva che il parcheggio potesse contenere tantissimi veicoli e vittime (almeno 650 persone a cui andavano aggiunti addetti ai servizi e negozianti). I vigili del fuoco sul posto hanno però confermato che il numero di auto è inferiore alle attese (si parla di 50 o 60 veicoli) e che finora non sono stati rilevati corpi.
Come ha spiegato il sindaco di Aldaia, Gullermo Lujan, ai microfoni di TvE: «Si sta facendo un lavoro impressionante per drenare l’acqua. Ma vogliamo ridimensionare le notizie sulla dimensione della tragedia. Non è un parking completo di cinquemila veicoli che è stato sepolto dal fango, era al livello minimo di occupazione. Secondo le prime notizie, sono stati identificati cinquanta veicoli e senza che sia stata rilevata la presenza di vittime».
Le polemiche sul ritardo degli interventi
Le principali contestazioni alle autorità sono sul ritardo nella diramazione degli allarmi meteo. Una comunicazione più tempestiva, probabilmente, avrebbe potuto ridurre il numero delle vittime e dei danni.
Le autorità stanno conducendo indagini per valutare l’efficacia dei sistemi di allerta utilizzati. In particolare, infatti, è emerso che il messaggio di allerta della Protezione civile ai residenti è stato inviato solo dopo le 20, quando le inondazioni erano già in corso. Una gestione che ha sollevato dubbi sull’efficacia dei protocolli di emergenza e sulla preparazione delle autorità locali nell’affrontare eventi meteorologici estremi.
Proteste contro Sanchez e le altre autorità
La visita del primo ministro Pedro Sánchez, del re Felipe VI, della regina Letizia e del governatore della Comunità Valenciana Carlos Mazón a Paiporta ha innescato un’ondata di proteste accese tra i residenti. Gli alluvionati, stremati da giorni di fatiche e dalla distruzione lasciata dalle inondazioni, hanno lanciato fango e oggetti verso le autorità. In particolare la folla si è scagliata contro Mazón, accusato di aver ritardato l’avviso di emergenza di ben 12 ore, lanciandolo solo alle 20:11 del giorno dell’alluvione. Durante la visita, un manifestante ha tentato di colpire Sánchez con un bastone, costringendo le guardie del corpo a intervenire per allontanare rapidamente il premier. Diverse le immagini della regina Letizia, sporca di fango e con le lacrime agli occhi, che abbraccia alcune donne dopo aver ascoltato la loro storia.
La tensione rischia di trasformarsi in una vera e propria rivolta: proprio per questo è stata annullata la seconda tappa della visita delle autorità programmata a Chiva. Sanchez ha dichiarato: “Esprimo tutta la solidarietà e riconosco l’angoscia e la sofferenza patite dalle popolazioni”. Ha condannato però “ogni tipo di violenza” e ricordato che nulla “distoglierà il governo dal principale obiettivo che in questo momento è salvare vite, recuperare i cadaveri e impegnarci nella ricostruzione”.
In queste ore, nel frattempo, è ricominciato a piovere a Paiporta, Chiva, Aldaia, Carcaixent: l’appello alla popolazione è quello di rifugiarsi nei piani alti degli edifici e di non uscire in strada per nessun motivo.
Migliaia di volontari per gli alluvionati
Negli ultimi giorni, nel frattempo, tantissimi volontari di ogni età e provenienza si sono mobilitati per aiutare nelle operazioni di pulizia e assistenza e per fornire supporto alle persone colpite dall’alluvione. Convocati dal governo regionale in centinaia alla Ciudad de las Artes di Valencia, il punto di coordinamento per gli aiuti nelle zone colpite dall’alluvione, se ne sono presentati in migliaia.
I volontari hanno ricevuto mascherine, guanti, attrezzi e viveri per affrontare il lavoro nelle aree devastate come Sadavi, Alfafar e Catarroja. I 50 autobus organizzati per il trasporto si sono rivelati insufficienti per il numero di persone giunte in soccorso, tra cui famiglie, pensionati e persino turisti.
In totale, oltre ai volontari, sono oltre 3.000 i militari e più di 4.000 gli agenti di polizia e guardia civile mobilitati per rimuovere detriti e supportare le operazioni di ricerca.