
“Volevamo far sapere ai lettori che non pubblicheremo più su nessun account editoriale ufficiale del Guardian sul sito di social media X (ex Twitter). Pensiamo che i vantaggi di essere su X siano ora superati dagli aspetti negativi e che le risorse potrebbero essere meglio utilizzate per promuovere il nostro giornalismo altrove.”
È il Guardian ad annunciare, il 13 novembre, il ritiro dalla piattaforma social per l’incompatibilità tra i valori della testata e la direzione presa da X.
Il social di Elon Musk sta assistendo a un esodo di utenti, aziende e testate giornalistiche. Tra le motivazioni principali della fuga da X, l’ex Twitter, l’assenza della moderazione dei contenuti (“teorie cospirative di estrema destra e razzismo” come segnala il quotidiano britannico) e la crescente polarizzazione. Sempre più utenti dunque si stanno orientando verso alternative come Bluesky e Threads.
I numeri di un declino evidente
La crisi di X, comunque, non è solo percepita, ma è anche quantificabile.
Dall’acquisizione di Elon Musk, la piattaforma ha perso il 14% degli utenti mensili e (dato ancora più drastico) gli utenti attivi giornalieri sono passati da circa 250 milioni a 157 milioni, un calo che si è intensificato soprattutto dopo le elezioni presidenziali statunitensi. A ciò si aggiunge una perdita di introiti pubblicitari pari al 24% rispetto al 2023: grandi marchi hanno smesso di investire nella piattaforma, preoccupati dalla mancanza di moderazione e dai cambiamenti nella politica aziendale.
La fuga di account influenti, come quello del Guardian (da oltre 10 milioni di follower), ha avuto un effetto domino: l’uscita di testate e figure di spicco riduce infatti l’attrattiva di X come luogo di dibattito e favorisce un’ulteriore polarizzazione. Sempre più spesso, i contenuti dominanti sono orientati a destra (ed estrema destra), il che allontana ulteriormente quegli utenti che cercavano un ambiente più equilibrato.
Perché gli utenti abbandonano X?
Il declino di X non è casuale, ma è il risultato di una serie di cambiamenti nella gestione della piattaforma che hanno portato molti utenti a sentirsi insoddisfatti o persino alienati. La motivazione principale è proprio il clima, sempre più tossico e privo di controllo, che si respira su X.
Dopo l’acquisizione di Elon Musk, le regole per il controllo dei post sono state ridotte all’osso, con il risultato che disinformazione, discorsi d’odio e contenuti razzisti o misogini si sono moltiplicati. Per molti utenti, questa scelta ha trasformato X in un luogo ostile, dove le discussioni costruttive sono sempre più difficili e i comportamenti estremisti trovano spazio senza conseguenze.
E la situazione ora certo non migliorerà. L’uscita di testate giornalistiche come il Guardian e di altri account influenti impoveriranno il dibattito, lasciando campo libero a contenuti più faziosi. X sembra sempre più orientato verso una nicchia politica precisa e, inevitabilmente, allontana chi cerca un ambiente equilibrato e variegato.
Infine, c’è anche la percezione che Musk abbia trasformato X in un progetto personale, più attento a provocare e attirare attenzione che a rispondere alle esigenze della comunità. Il fatto è che con le sue dichiarazioni controverse e le scelte strategiche spesso non condivise con gli utenti si è creato un clima di sfiducia che allontana l’utente medio.
Bluesky: l’alternativa per chi fugge da X
Creata nel 2019 da Jack Dorsey, l’ex CEO di Twitter, Bluesky si basa sul protocollo AT, un sistema decentralizzato che garantisce agli utenti maggiore controllo sui propri dati e una maggiore interoperabilità tra piattaforme. Questo modello decentralizzato si contrappone alle piattaforme tradizionali e offre un’alternativa che molti considerano più equa e sicura.
La piattaforma sta attirando un numero crescente di utenti insoddisfatti di X: dopo l’elezione di Trump ha guadagnato più di un milione di nuovi iscritti. Oggi conta un totale di oltre 15 milioni di utenti attivi.
L’ambiente è percepito come più aperto e meno tossico, grazie anche una migliore gestione dei contenuti: questo Twitter libero responsabilizza gli utenti pur garantendo la libertà di parola ed espressione.
Le altre opzioni sul mercato
Bluesky non è l’unica piattaforma a beneficiare del declino del fu Twitter.
Threads, nata un anno e mezzo fa e sviluppata da Meta, ha già raggiunto 275 milioni di utenti mensili, proponendosi come un’alternativa mainstream. Tuttavia, le sue limitazioni nel trattare contenuti politici potrebbero renderla meno attraente per chi cerca un dibattito più ampio.
Mastodon, altra piattaforma decentralizzata, continua a crescere lentamente ma con una base utenti sempre più solida. La sua struttura a fediverso consente una maggiore personalizzazione dell’esperienza utente e può diventare una scelta interessante per la creazione di una comunità di nicchia.
Cosa succede adesso?
Abbandonare X significa lasciare il campo agli estremismi? O è una presa di posizione necessaria contro una piattaforma percepita come tossica?
Quello che è certo è che l’abbandono di X da parte di testate giornalistiche, personaggi influenti e utenti comuni non sarà privo di ripercussioni, sia per la piattaforma che per il panorama generale dei social media.
Da un lato, questa fuga accelera la crisi di X e riduce la sua capacità di attrarre nuovi iscritti e mantenere un dibattito aperto e plurale. Dall’altro, rende piuttosto problematico il futuro del confronto online, polarizzandolo fino all’esasperazione.
L’uscita di testate come il Guardian e di figure di riferimento, capaci di stimolare discussioni su temi di rilevanza globale, lascia un vuoto che viene rapidamente colmato da contenuti più estremisti. Il risultato è un social sempre più dominato da narrazioni unilaterali, dove posizioni estreme e disinformazione trovano terreno fertile. Un impoverimento del dibattito pubblico in cui i gruppi estremisti potrebbero rafforzarsi, approfittando dell’assenza di voci moderate o critiche. Allo stesso tempo, l’approdo su altre piattaforme, se da un lato offre opportunità di esplorare ambienti digitali più sicuri e specializzati, dall’altro rischia di disperdere il confronto su importanti temi globali.
In passato, Twitter aveva il vantaggio di essere una piattaforma centrale, capace di raccogliere opinioni e prospettive diverse in un unico spazio. La perdita di questa centralità potrebbe rendere più difficile affrontare discussioni ampie e inclusive su scala globale.
E poi c’è da chiedersi: cosa cercano davvero gli utenti da un social network? Si tratta effettivamente di una domanda aperta sul futuro della comunicazione online, su quale modello di social network sia destinato a prevalere e su come i nuovi equilibri digitali influenzeranno il nostro modo di interagire e informarci.