Genderless e oversize: la grammatica inclusiva della moda

Nel 2025, la moda oversize e genderless diventa simbolo di inclusione, sostenibilità e rispetto dell’identità. Brand noti e indipendenti ripensano design, filiera e logistica, puntando su capi fluidi, materiali ecologici e soluzioni a basso impatto ambientale.

Genderless e oversize: la grammatica inclusiva della moda - immagine di copertina

    Nel mondo della moda, il 2025 si sta dimostrando un anno di svolta. Sempre più brand, dalle case di moda indipendenti alle grandi catene di distribuzione, stanno scommettendo su collezioni oversize e genderless.

    Non è solo una questione di stile: è una scelta che parla di identità, inclusività e sostenibilità. Un nuovo codice estetico che sta riscrivendo le regole del vestire, superando confini culturali e normativi legati al corpo e al genere, riflettendo le esigenze di una società più fluida, consapevole e attenta all’impatto delle proprie scelte quotidiane.

    Oltre la taglia, oltre il genere

    La moda oversize non è più solo una tendenza passeggera o un vezzo da passerella. È diventata una risposta concreta a un’esigenza: creare capi che vestano corpi diversi, senza costringerli dentro confini prestabiliti. Allo stesso modo, il genderless abbatte le barriere tra il maschile e il femminile, lasciando che siano le persone a scegliere come esprimersi, non le etichette.

    Marchi come Collina Strada, Telfar e Pangaia continuano a guidare il cambiamento, ma anche catene low cost come H&M, Zara e Uniqlo hanno ampliato la loro offerta con capi unisex e tagli fluidi, ascoltando le richieste delle nuove generazioni.

    La sostenibilità si misura anche nell’elasticità dei capi

    Progettare abiti genderless e oversize significa anche ridurre gli scarti di produzione. I capi fluidi vestono una gamma più ampia di taglie e conformazioni fisiche, permettendo una gestione più efficiente delle rimanenze e contribuendo così a diminuire gli sprechi.

    In più, molti di questi brand stanno adottando pratiche sostenibili lungo tutta la filiera: dall’uso di fibre organiche o riciclate, a cicli produttivi a basso impatto idrico, fino alla scelta di packaging plastic-free e riciclabili.

    Consegna e reso: la logistica che cambia (in meglio)

    Un altro segnale interessante arriva dal modo in cui vengono gestite le spedizioni. Sempre più e-commerce stanno adottando metodi di consegna a basso impatto ambientale, come il trasporto su rotaia o con veicoli elettrici, e alcuni incentivano il raggruppamento degli ordini per ridurre le emissioni.

    Anche il reso sta diventando più consapevole. Alcuni marchi, come Asket o Patagonia, propongono sistemi di riparazione o riacquisto dei capi usati, mentre altri, come Sheep Inc., offrono trasparenza totale sull’impronta ecologica di ogni spedizione, incentivando i clienti a restituire solo se strettamente necessario.

    Moda che parla al futuro

    L’abbigliamento oversize e genderless non è solo una questione estetica. È un modo di intendere la moda come uno spazio di libertà, rispetto e coerenza con i tempi che viviamo. È una scelta etica, ma anche profondamente politica: quella di vestirsi in modo autentico, senza sacrificare il Pianeta né la propria identità.

    In un mondo che cambia, anche la moda ha il dovere di cambiare.

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