Oggi, 31 maggio, è la Giornata mondiale senza tabacco, una ricorrenza promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha lo scopo di combattere l’uso del tabacco.
Il messaggio è del resto chiaro: incentivare i tabagisti a passare un’intera giornata senza fumare. Di anno in anno quindi vengono organizzate campagne, eventi e incontri per sottolineare i danni del fumo per la salute umana, nonché gli impatti che l’industria del tabacco ha sull’ambiente.
Si stima che ogni anno a livello mondiale ci siano più di 8 milioni di morti causate dal tabagismo; di queste, circa 1,2 milioni sarebbero causate non dal consumo diretto di tabacco, quanto invece dall’esposizione al fumo passivo.
Breve storia della Giornata mondiale senza tabacco
L’assemblea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha istituito il primo World No Tobacco Day il 31 maggio 1988, e da allora l’OMS ha supportato l’organizzazione dell’evento tutti gli anni successivi.
Ogni edizione della Giornata mondiale senza tabacco è dedicata a un tema differente, allo scopo di rendere via via sempre più efficace la lotta al vizio del fumo. Lo slogan della prima edizione era stato Tabacco o salute: scegli la salute, quello del 1989 Donne e tabacco: la fumatrice a rischio aggiunto, mentre nel 2004 era stato per esempio Tabacco e povertà, un circolo vizioso.
Quanti fumatori ci sono in Italia?
Stando ai numeri presentati lo scorso anno dall’Istituto Superiore di Sanità, è fumatore quasi un italiano su 4.
Si parla infatti del 24,2% della popolazione, una percentuale altissima, che infatti non era mai stata così alta a partire dal 2006.
In effetti, con la pandemia, si è registrato una sorta di ritorno alla sigaretta. Nel 2019 i fumatori in Italia erano il 22%, assecondando un lungo periodo di stagnazione e di leggere diminuzioni. Va anche detto che negli ultimi anni sono andate via via aumentando le persone che, in luogo delle tradizionali sigarette, fumano le alternative a tabacco riscaldato: si parlava dell’1,1% nel 2019 e del 3,3% nel 2022.
Abbiamo bisogno di cibo, non di tabacco
I numeri dei fumatori in Italia dimostrano quanto sia importante ancora oggi la Giornata mondiale senza tabacco.
Lo slogan di quest’anno è Abbiamo bisogno di cibo, non di tabacco, a sottolineare il fatto che la coltivazione del tabacco crea danni ecologici a lungo termine. Si pensi al fatto che, attualmente, il tabacco viene coltivato in più di 125 Paesi differenti, andando a occupare un’area che si stima di circa 4 milioni di ettari. Si parla dunque di una superficie enorme, che potrebbe essere impiegata per la coltivazione di beni alimentari essenziali, elemento di certo non trascurabile in un mondo in cui il cibo resta un enorme problema, e in cui il suolo coltivabile e l’acqua scarseggiano sempre di più.
L’obiettivo peculiare della Giornata mondiale senza tabacco è quindi quello di spingere i governi a porre fine una volta per tutte ai sussidi per la coltivazione del tabacco, supportando invece gli agricoltori che desiderano scegliere colture alternative.
I danni del fumo, alla salute e all’ambiente
Come si è visto, ogni anno a livello mondiale muoiono più di 8 milioni di persone a causa del consumo di tabacco, con la maggior parte dei decessi che si concentra soprattutto nei Paesi a basso e a medio reddito.
Nell’Unione Europea il tabagismo permane il più grande rischio evitabile per la salute, essendo responsabile di circa 700 mila decessi all’anno: dati alla mano, il 50% circa dei fumatori muore prematuramente, perdendo in media 14 anni di vita. In Italia il fumo del tabacco causa più di 93.000 morti all’anno, ovvero il 20,6% di tutte le morti tra gli uomini e il 7,9% di tutte le morti tra le donne. Il fumo è infatti una causa nota o molto probabile di almeno 27 malattie, dal cancro del polmone alle broncopneumopatie croniche ostruttive.
Più in generale, il fumo danneggia in modo serio anche l’ambiente che ci circonda. Si pensi all’inquinamento atmosferico dell’atto stesso di fumare, al consumo di suolo per la coltivazione e al suo contributo alla deforestazione, allo spreco di acqua, di combustibili fossili e di risorse metalliche, alle modalità di trasporto utilizzate, nonché ovviamente ai trilioni di mozziconi di sigaretta che ogni anno non vengono smaltiti correttamente.
Smettere di fumare: le prime 24 ore sono le più difficili
Smettere di fumare non è impossibile. È invece necessario, per la propria salute, per quella di chi ci sta vicino e per la salvaguardia dell’ambiente.
La Giornata mondiale senza tabacco lancia la sfida di stare per un giorno intero senza sigarette, e sono proprio le prime 24 ore a essere le più difficili, con i sintomi dell’astinenza che restano molto intensi per 4 giorni, per poi attenuarsi nei giorni e nelle settimane seguenti.
È però fondamentale ricordarsi una cosa: il desiderio impellente di fumare una sigaretta dura in realtà solamente pochi minuti, e si può combattere con delle azioni alternative: masticare una gomma, mangiare una caramella (meglio se senza zucchero), bere un bicchiere d’acqua.
Dunque: puoi resistere per 24 ore?
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. Quando non viene distratto dalle montagne tentatrici che lo circondano, scrive, spesso e volentieri, di sostenibilità e dei temi a essa collegati. È convinto del resto che sia ormai impossibile (o quasi) parlare in modo approfondito di un qualsiasi argomento senza finire, presto o tardi, a discutere delle cruciali tematiche ambientali.