La classifica dei rifiuti più abbandonati nelle spiagge italiane

L’indagine Beach Litter 2025 rivela che la maggior parte dei rifiuti trovati sulle spiagge italiane è in plastica. Ecco la classifica dei materiali più comuni.

La classifica dei rifiuti più abbandonati nelle spiagge italiane - immagine di copertina

    Ogni anno, con l’arrivo della stagione estiva, Legambiente torna sulle spiagge italiane per osservare da vicino uno dei problemi ambientali più visibili e persistenti: la presenza di rifiuti nei nostri litorali. L’iniziativa si chiama Beach Litter ed è una campagna di citizen science che coinvolge circoli territoriali dell’associazione, volontari e scuole per monitorare e classificare i rifiuti più comuni sulle spiagge. L’indagine segue un protocollo internazionale che consente di confrontare i dati su scala europea e fornire indicazioni utili alle istituzioni.

    L’edizione 2025 dell’indagine ha coinvolto 63 spiagge italiane, per un totale di quasi 200.000 m² di superficie campionata. In totale sono stati registrati 56.168 rifiuti, con una media di 892 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia. I dati raccolti offrono un quadro preciso di cosa finisce sul bagnasciuga, con un focus specifico sui rifiuti più comuni sulle spiagge italiane e su quali azioni siano necessarie per contrastarne la diffusione.

    Il problema dei rifiuti sulle spiagge italiane

    Il problema dei rifiuti marini è sempre più urgente e visibile. Le spiagge rappresentano il punto di accumulo finale di tutto ciò che viene disperso nell’ambiente, trasportato da fiumi, scarichi o direttamente abbandonato dai bagnanti. Questi rifiuti non solo danneggiano l’estetica e la fruibilità dei luoghi, ma compromettono anche la salute degli ecosistemi costieri e marini.

    L’indagine Beach Litter di Legambiente serve proprio a rendere visibile questa realtà e ad aumentare la consapevolezza collettiva. I dati mostrano che la grande maggioranza dei rifiuti rinvenuti è composta da materiali plastici, che da soli rappresentano circa il 78% del totale. Seguono, a distanza, vetro e ceramica (8,3%), carta e cartone (4,3%) e metalli (3,6%).

    Monitorare, classificare e rendere pubblici questi dati è un passo fondamentale per costruire politiche efficaci e misure di prevenzione mirate. E anche per responsabilizzare chi frequenta questi ambienti, a partire dai gesti più semplici come non lasciare rifiuti sulla sabbia.

    I 10 rifiuti più comuni sulle spiagge: la classifica generale

    Tra i 180 tipi di rifiuti catalogati, Legambiente ha stilato una prima classifica basata sulla quantità assoluta di oggetti raccolti. È un dato utile per capire quali rifiuti sono più diffusi sulle nostre spiagge, a prescindere dal tipo di materiale o dalla normativa di riferimento. Ecco i risultati:

    • Pezzi di plastica (2,5–50 cm) – 7.305 pezzi (13,0%)
    • Tappi e coperchi – 4.612 pezzi (8,2%)
    • Mozziconi di sigaretta – 4.232 pezzi (7,5%)
    • Pezzi di polistirolo (2,5–50 cm) – 3.886 pezzi (6,9%)
    • Cotton fioc in plastica – 3.140 pezzi (5,6%)
    • Salviettine umide – 2.619 pezzi (4,7%)
    • Materiale da costruzione – 2.381 pezzi (4,2%)
    • Bottiglie e contenitori per bevande in plastica – 2.066 pezzi (3,7%)
    • Buste, sacchetti e manici di buste – 2.046 pezzi (3,6%)
    • Pezzi di vetro o ceramica non identificabili – 1.821 pezzi (3,2%)

    Questi dati fotografano con precisione cosa si trova di più in spiaggia, e mostrano come oggetti di uso quotidiano – come tappi, sacchetti, mozziconi – rappresentino una presenza costante e diffusa.

    La classifica dei rifiuti regolati dalla Direttiva SUP

    La seconda classifica prende in considerazione solo i rifiuti che rientrano nella Direttiva europea SUP (Single Use Plastics), che vieta o limita l’uso di specifici oggetti in plastica monouso, particolarmente dannosi per l’ambiente marino.

    Qui il criterio non è solo quantitativo, ma anche normativo: la classifica mostra quali rifiuti SUP sono più presenti, fornendo un’indicazione diretta su dove è più urgente intervenire per applicare efficacemente la normativa. Ecco la classifica completa:

    • Bottiglie e contenitori in plastica (con tappi e anelli) – 7.558 pezzi (33,2%)
    • Mozziconi di sigaretta – 4.232 pezzi (18,6%)
    • Cotton fioc in plastica – 3.140 pezzi (13,8%)
    • Reti e attrezzi da pesca/acquacoltura in plastica – 2.713 pezzi (11,9%)
    • Buste di plastica – 2.130 pezzi (9,4%)
    • Contenitori per cibo, incluso fast food – 1.200 pezzi (5,3%)
    • Bicchieri di plastica – 723 pezzi (3,2%)
    • Cannucce e agitatori per cocktail – 543 pezzi (2,4%)
    • Posate e piatti di plastica – 293 pezzi (1,3%)
    • Palloncini, valvole, nastri e cordini – 145 pezzi (0,6%)

    Molti oggetti si ritrovano in entrambe le classifiche – come bottiglie in plastica, cotton fioc, mozziconi – ma gli obiettivi di queste liste sono differenti:

    • la prima classifica fotografa cosa è più presente sulle spiagge in generale,
    • la seconda classifica indica su quali rifiuti è necessario agire in base alle normative ambientali.

    Questa distinzione è fondamentale per costruire strategie di intervento: alcune tipologie sono già regolamentate, ma restano ancora molto presenti. Questo indica che le norme esistono, ma la loro applicazione (e il cambiamento nei comportamenti individuali) è ancora un problema aperto.

    tags: spiagge

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