La Pianura Padana: una delle zone più inquinate al mondo

da | Feb 28, 2024 | ambiente, inquinamento | 0 commenti

La Pianura Padana è un’area di quasi 48.000 chilometri quadri che si estende tra il Po, le Alpi, gli Appennini e il mare Adriatico, ed è una delle zone più inquinate al mondo. Tocca le regioni del Piemonte, della Lombardia, del Veneto, dell’Emilia-Romagna e del Friuli-Venezia Giulia e la sua tipica conformazione a conca, purtroppo, non consente un ricircolo d’aria tale da eliminare gran parte degli agenti inquinanti.

Negli ultimi giorni, soprattutto a causa della grande attenzione puntata su Milano, ritenuta secondo alcuni studi una delle città più inquinate al mondo, si è tornati a parlare anche di Pianura Padana. Non sono mancate le polemiche, le illazioni e le smentite, per cui abbiamo voluto fare un approfondimento su questo tema per comprendere cause ed effetti della situazione in quest’area d’Italia.

Un argomento sentito in particolar modo da chi scrive, nato e cresciuto in Pianura Padana. Per cui mettiamo un attimo da parte le polemiche e cerchiamo di capire l’effettivo punto della situazione.

Pianura Padana: le cause dell’inquinamento

La Pianura Padana unisce una serie di caratteristiche, geografiche e storiche, che effettivamente hanno contribuito a renderla una zona eccessivamente inquinata. Che sia in cima alla classifica delle zone più inquinate del mondo o d’Italia poco importa, ciò che ci interessa capire è se il livello di inquinamento è effettivamente al di sopra di una linea che lo rende dannoso per l’uomo.

Partiamo dalle caratteristiche geografiche: la Pianura Padana è una sorta di triangolo chiuso dalle montagne su due lati e dal mare sul terzo, ciò non consente un massivo ricircolo d’aria, bloccando i venti da molte direzioni. Inoltre, la pianura ha una sorta di forma a conca, che trattiene e non lascia uscire i principali elementi presenti nell’aria, tra cui quelli inquinanti.

Il grande sviluppo industriale cominciato nella seconda metà del secolo scorso ha visto tantissime industrie fiorire in Pianura Padana, tant’è che questa zona è storicamente considerata l’epicentro economico del Nord Italia.

L’industrializzazione ha fatto nascere grandi opportunità lavorative in quest’area, innescando un vero e proprio flusso migratorio, che ha determinato una densità di popolazione decisamente alta.

Densità di popolazione, numerose industrie e conformazione a conca sono le principali cause di inquinamento di questa zona. A ciò si aggiungono anche le coltivazioni intensive, che non mancano di dare il proprio contributo.

L’aria in Pianura Padana

Ma che cosa c’è effettivamente nell’aria della Pianura Padana? Che cos’è questo inquinamento?

Si sente spesso parlare di particolato, polveri sottili, PM10 e così via, ma spesso non se ne comprende il significato. Al di là di cosa siano queste sostanze dal punto di vista chimico, ciò che ci deve interessare sono le cause e gli effetti a esse legate.

Le cause dipendono quindi dall’enorme numero di industrie e coltivazioni intensive presenti in Pianura Padana, gli effetti sono principalmente legati alla qualità dell’aria che respiriamo. Ci sarebbe da fare un’analisi anche sull’acqua che piove in questa zona e la conseguente presenza di sostanze anche nel terreno, e quindi nel cibo che mangiamo, ma l’analisi delle sostanze nell’aria è più che sufficiente per descrivere una situazione allarmante.

Le sostanze inquinanti presenti nell’aria, in particolare il particolato ultrafine spesso un quarantesimo di un capello umano, sono a livelli estremamente superiori a quelli raccomandati per non rendere l’aria dannosa quando la respiriamo. Si riportano livelli di inquinamento di dieci, o addirittura venti volte superiori rispetto ai limiti consentiti, ciò significa che ogni giorno gli abitanti della Pianura Padana inalano un’enorme quantità di sostanze tossiche, pericolose e nocive.

C’è da dire che negli ultimi 50 anni, con l’aumento dei dati a disposizione e delle tecnologie, la situazione è notevolmente migliorata, con i livelli di inquinamento che sono calati dal 50% al 80% a seconda della sostanza analizzata. Tuttavia è un dato che rincuora sino a un certo punto, perché ciò significa che le generazioni dei nostri nonni e dei nostri genitori hanno inalato per anni livelli ancora più tossici di queste sostanze. E quali possono essere le conseguenze a medio lungo termine?

Gli effetti dell’inquinamento dell’aria

Purtroppo, tanto per questo argomento quanto per tutte le tematiche legate alla salute, si sentono sempre obiezioni come “mio nonno ha vissuto in Pianura Padana tutta la vita ed è morto a 101 anni” (o “mio nonno ha bevuto un bicchiere di vino al giorno ed è morto a 101 anni” o “mio nonno ha fumato un pacchetto di sigarette al giorno ed è morto a 101 anni” e così via), ma al di là della straordinaria salute del nonno in questione, dobbiamo abituarci a ragionare per statistiche.

Se un determinato dato ci indica che una percentuale significativa di malattie è collegata a una causa come l’inquinamento dell’aria dobbiamo cominciare a comprendere che se risolviamo il problema aumenteranno notevolmente le nostre chance di non diventarne vittime. Sicuramente non tutta la popolazione della Pianura Padana, 15 milioni di persone, pagherà le conseguenze di questa situazione, ma purtroppo una fetta considerevole ne sarà invece colpita. E non è mai piacevole avere un parente o un amico ammalato.

Il particolato ultrafine può causare patologie come il mal di testa, irritazione al naso e agli occhi, mal di gola, forme d’asma, problemi al fegato, alla milza, al sangue e ovviamente ai polmoni, con forme di bronchite da leggera a pesante.

Ma può anche degenerare in malattie respiratorie gravi, malattie cardiache croniche e tumori.

Conclusione

Non si tratta quindi di una situazione da prendere alla leggera!

Negli ultimi giorni ho visto un’intervista al sindaco della città di Milano che minimizzava il problema, o ancora ho sentito riaffiorare la polemica tra Nord e Sud Italia per fare a gara su quali sono le zone più inquinate d’Italia, o porre l’attenzione sul fatto che non è corretto dire che la Pianura Padana sia la zona più inquinata del mondo perché altri Paesi sono messi peggio, come se una posizione in classifica abbia il potere di eliminare i problemi che abbiamo appena citato.

Non so quale possa essere una reale soluzione al problema, ma mi dispiace prendere atto che, allo stato attuale delle cose, gli abitanti della Pianura Padana devono prendere delle precauzioni se vogliono limitare i rischi: in particolare abituarsi a monitorare il livello di inquinamento dell’aria, così come guardiamo il meteo (ci sono appositi siti per farlo, basta una rapida ricerca online), e indossare una mascherina quando necessario.

Si sente spesso dire che è impossibile chiudere le aziende perché ciò avrebbe conseguenze sociali ed economiche inaudite: perdita di posti di lavoro, collasso dell’economia, eccetera. Certo è che se l’alternativa è la morte delle persone, forse è arrivato davvero il momento di valutare e sviluppare una soluzione.

In copertina, un frame di un’animazione realizzata dall’Esa, European Space Agency, con le concentrazioni orarie di PM10 in Pianura Padana dal 1° al 31 gennaio 2024.

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