La comunità scientifica, da tempo, concorda sul fatto che la causa dell’estinzione dei dinosauri possa essere legata all’impatto di un asteroide nel Golfo del Messico 66 milioni di anni fa.
Ancora poco chiare restavano le conseguenze climatiche dei vari detriti nell’atmosfera a seguito di questo impatto e dunque le cause alla base dell’estinzione di massa che ha causato anche la fine dei dinosauri.
Una nuova ricerca, però, ha messo in luce nuovi interessanti dettagli.
Lo studio
L’urto di Chicxulub, avvenuto 66 milioni di anni fa, quando un asteroide si schiantò nel Golfo del Messico, ha scatenato una serie di eventi catastrofici che portarono all’estinzione dei dinosauri. Questo impatto generò incendi devastanti, scosse telluriche spaventose e tsunami terribili, oltre a saturare l’atmosfera con nubi di zolfo e silicato che oscurarono il sole. Tuttavia, la causa predominante dell’estinzione sembra essere legata alle particelle di polvere che rimasero sospese nell’atmosfera per circa 15 anni, impedendo la fotosintesi delle piante e innescando un raffreddamento globale.
Queste le conclusioni di una ricerca pubblicata su “Nature Geoscience” condotta dal team guidato dallo scienziato planetario Cem Berk Senel del Dipartimento di Sistemi di Riferimento e Planetologia dell’Osservatorio Reale del Belgio.
Il team ha simulato le conseguenze climatiche dell’impatto basandosi sull’analisi degli strati sedimentari presenti nel sito fossile di Tanis, situato nello stato nordamericano del Nord Dakota. Questo sito, pur distante circa 3.000 km dal cratere provocato dall’impatto di Chicxulub, ha preservato le testimonianze delle condizioni successive all’urto, compresa la sedimentazione della polvere in un antico lago.
Polvere di asteroide
Un elemento cruciale emerso dalla ricerca è che l’impatto ha rilasciato nell’atmosfera almeno 2.000 miliardi di tonnellate di polvere, una quantità equivalente a 11 volte il peso dell’Everest. Questa polvere ha oscurato la luce solare, interrompendo la fotosintesi delle piante per quasi due anni, causando l’estinzione della vegetazione e affamando così molte specie erbivore, inclusi alcuni dinosauri. Ecco la causa dell’estinzione di massa che ha causato la scomparsa del 75% delle specie allora presenti sulla Terra.
La polvere di asteroide avrebbe avuto un ruolo molto più significativo di quanto ipotizzato in passato: essa, costituita per il 75% da particelle di silicato, per il 24% da zolfo e per l’1% da fuliggine provocata dagli incendi, ha causato un abbassamento della temperatura di circa 15°C.
La Terra è caduta in un inverno da impatto, con una drastica diminuzione delle temperature globali e il collasso della produttività primaria, il processo mediante il quale piante terrestri, acquatiche e altri organismi producono cibo da fonti inorganiche. Questo ha scatenato a catena varie estinzioni: la scomparsa delle piante ha affamato e ucciso gli erbivori e di conseguenza anche i carnivori. Anche nelle profondità marine, la perdita di fitoplancton ha causato il crollo delle catene alimentari.
Lo zolfo sarebbe rimasto nell’aria per circa otto-nove anni, mentre la fuliggine e la polvere di silicati circa 15 anni dopo l’impatto. Il ripristino completo delle condizioni pre-impatto è avvenuto solo dopo 20 anni.

Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).