A otto anni da Origin, Dan Brown torna in libreria con L’ultimo segreto – The Secret of Secrets, pubblicato da Rizzoli in contemporanea mondiale. Ambientato nella suggestiva Praga, il romanzo riporta al centro della scena Robert Langdon, il celebre professore di storia dell’arte di Harvard ed esperto internazionale di simbologia religiosa, che l’autore ha reso un’icona della narrativa contemporanea. Stavolta, però, Langdon si muove su un terreno ancora più complesso e sfuggente: quello della mente umana. Tra enigmi, poteri segreti e un ritmo serrato che si sviluppa nell’arco di appena ventiquattro ore, il nuovo thriller di Brown esplora il confine tra scienza e spiritualità, portando la sua formula narrativa verso direzioni più intime e speculative.
Un thriller che mescola indagine e riflessione
Uscito a inizio settembre 2025 e tradotto in Italia da Rizzoli, L’ultimo segreto – The Secret of Secrets è un thriller storico-scientifico che conferma il sodalizio tra Brown e il suo protagonista più famoso. L’autore statunitense, classe 1964, ha definito questo libro “il mio romanzo più ambizioso e divertente”, un progetto nato da sette anni di ricerche sulla coscienza e sui limiti della percezione umana.
La vicenda si apre a Praga, dove Langdon accompagna la ricercatrice Katherine Solomon, esperta di scienze noetiche, invitata a presentare un manoscritto destinato a rivoluzionare lo studio della mente. La sua improvvisa scomparsa dà avvio a una caccia che coinvolge servizi segreti, antiche leggende e misteriosi culti legati all’alchimia. Tutto si svolge in poco più di un giorno, ma in quell’arco di tempo Brown costruisce un intreccio che alterna indagine, filosofia e tensione narrativa, restituendo al lettore la sensazione di trovarsi di nuovo nel cuore del suo universo letterario, con un respiro però più introspettivo.
Praga, la mente e il mistero come filo conduttore
La riflessione sulla coscienza è il motore del romanzo. Brown affronta domande che toccano la filosofia, la neurobiologia, il confine tra vita e morte. L’autore intreccia scienza e mito, costruendo un racconto che alterna la concretezza della ricerca accademica alla suggestione del soprannaturale.
Praga diventa il fulcro simbolico di questa indagine: una città ricca di storia e di segreti, dove l’alchimia di Rodolfo II e la leggenda del Golem convivono con le luci delle moderne università. Nei vicoli e nei sotterranei della capitale ceca, Langdon si muove tra manoscritti perduti, esperimenti scientifici e presenze inquietanti, mentre la scomparsa di Katherine assume via via un significato più profondo, legato alla possibilità stessa di comprendere la mente umana. Il romanzo mantiene la struttura tipica del thriller di Brown — ritmo serrato, enigmi, doppi livelli di lettura — ma la posta in gioco è diversa: non si tratta più solo di salvare il mondo, bensì di decifrare ciò che rende umano chi lo abita.
Dan Brown e la sua nuova fase narrativa
Con oltre 250 milioni di copie vendute nel mondo e traduzioni in 56 lingue, Dan Brown si conferma uno degli scrittori più riconoscibili del nostro tempo. Dalla pubblicazione de Il codice Da Vinci nel 2003, i suoi romanzi hanno costruito un equilibrio stabile tra cultura pop e ricerca simbolica. Dopo i successi di Angeli e demoni, Inferno e Origin, la sua nuova opera segna una svolta: meno attenzione ai misteri religiosi e più spazio all’interiorità. L’autore, che ha spesso dichiarato di scrivere i libri che vorrebbe leggere, sposta la lente dallo scontro tra fede e scienza al confronto tra realtà e coscienza. Il risultato è un’opera che mantiene la tensione narrativa dei suoi esordi ma aggiunge una profondità filosofica inedita, confermando la capacità di Brown di reinventare la propria formula senza tradirla.
Un romanzo che spinge a guardare dentro di sé
Dietro l’intreccio di codici e simboli, L’ultimo segreto propone una domanda essenziale: che cosa significa davvero essere vivi? Langdon, alla ricerca di Katherine, sembra inseguire in realtà un significato più grande, una verità che riguarda l’essenza stessa della mente. Brown suggerisce che la coscienza non è solo un fenomeno biologico, ma un campo in cui scienza e spiritualità si incontrano. La tensione tra conoscenza e mistero attraversa tutto il romanzo e si traduce in una morale sottile: il sapere, per quanto vasto, non basta a comprendere l’esperienza umana senza un confronto con l’invisibile. Così, dietro la trama di un thriller si nasconde una riflessione sulla curiosità, sull’intuito e sulla capacità dell’uomo di non smettere mai di cercare.