Per i tuoi prossimi weekend, scegli questi posti che hanno bisogno di te

Da L’Aquila a Ischia, da Amatrice ai borghi marchigiani: riscopri i luoghi feriti d’Italia che aspettano viaggiatori consapevoli per tornare a vivere.

Per i tuoi prossimi weekend, scegli questi posti che hanno bisogno di te - immagine di copertina

    Sempre più persone scelgono il turismo slow, fatto di luoghi da riscoprire, tappe lente, esperienze autentiche e contatto diretto con le comunità locali. Ma c’è un aspetto di questo approccio che troppo spesso dimentichiamo: la possibilità di aiutare concretamente territori che stanno cercando di risollevarsi. Borghi feriti da terremoti, frane, alluvioni o crisi economiche hanno bisogno di presenze consapevoli, di viaggiatori attenti che decidano di passare un weekend non solo per godersi la bellezza, ma anche per sostenere chi lotta per restare.

    Ecco allora sette luoghi in Italia da riscoprire e visitare in un weekend. Posti bellissimi che hanno bisogno di te.

    L’Aquila

    Un tempo nota per la sua bellezza architettonica e la vivacissima vita culturale universitaria, L’Aquila è stata colpita dal devastante terremoto del 2009, che ha causato la morte di oltre 300 persone e distrutto gran parte del centro storico. Il capoluogo abruzzese era conosciuto per i suoi palazzi storici, le chiese barocche, la Fontana delle 99 Cannelle e la vivace atmosfera universitaria che lo rendeva un centro pulsante di creatività e cultura.

    Oggi la ricostruzione è ancora in corso, ma molti edifici sono stati restaurati con attenzione al patrimonio storico e il cuore della città sta lentamente riprendendo vita. Si sono riattivati anche eventi culturali, rassegne cinematografiche e festival musicali che mirano a riportare energia tra le vie aquilane. Proprio per questo L’Aquila è stata anche proclamata Capitale italiana della Cultura 2026.

    Visitare L’Aquila oggi significa sostenere attività locali (ristoranti, botteghe, librerie), dormire in strutture che hanno riaperto con fatica e partecipare a momenti culturali che stanno riportando la città alla sua identità. Un weekend qui è un gesto concreto di solidarietà e un’occasione per scoprire un’Italia che resiste con dignità.

    Amatrice

    Amatrice è sinonimo di buona cucina: neanche a dirlo, molta della sua fama si deve alla pasta all’amatriciana. Ma nel 2016 è diventata il simbolo del dolore per il terremoto che ha colpito il Centro Italia. Gran parte del paese è stata rasa al suolo, e molte famiglie hanno perso tutto.

    Prima del sisma, Amatrice era un borgo vivace, inserito tra i “Borghi più belli d’Italia”, circondato dai monti della Laga e frequentato da escursionisti, motociclisti e amanti della buona tavola. Oggi il centro storico è ancora in ricostruzione, ma sono nate iniziative turistiche e solidali per far ripartire l’economia: agriturismi, alberghi diffusi, percorsi naturalistici, eventi gastronomici. Il nuovo polo agroalimentare ospita ristoranti che propongono piatti della tradizione e mercati contadini. Ci sono anche associazioni che organizzano trekking solidali e attività educative. Andare ad Amatrice oggi è un modo per restituire vita a un territorio che, nonostante tutto, ha deciso di restare e di reinventarsi partendo dalla sua gente.

    Santo Stefano di Sessanio

    Questo minuscolo borgo abruzzese, tra i più belli d’Italia, è stato gravemente danneggiato dal terremoto del 2009. Prima, era noto per il suo modello di ospitalità diffusa e sostenibile, che attirava turisti da tutto il mondo. Le sue stradine in pietra, le case-torri medievali e l’ambiente montano circostante lo rendevano una meta perfetta per chi cercava autenticità.

    Oggi, grazie a nuovi progetti di rigenerazione, è possibile soggiornare in case ristrutturate secondo criteri ecologici, partecipare a laboratori artigianali, degustare legumi antichi come la lenticchia di Santo Stefano e godere di una natura incontaminata nel Parco del Gran Sasso. Il borgo è diventato anche un esempio di lotta allo spopolamento, con progetti per attrarre giovani imprenditori e artigiani. Ogni visita qui è un supporto diretto a chi ha scommesso sulla bellezza lenta e resiliente, trasformando la tragedia in un’opportunità per ripensare l’accoglienza e la vita nei borghi.

    Ischia (Casamicciola)

    Famosa per le sue terme e il mare, Ischia è spesso associata a un turismo estivo di massa. Ma nel 2022, Casamicciola è stata colpita da una frana devastante che ha messo in ginocchio la comunità. Le zone interne e meno battute sono ancora fragili e hanno bisogno di presenze consapevoli. Prima della frana, Casamicciola Terme era conosciuta per le acque termali e le sue ville ottocentesche, ma anche per un turismo più tranquillo e familiare. Oggi, molti sentieri escursionistici sono stati ripristinati, ed esistono progetti per la riqualificazione ambientale e sociale del territorio. Scegliere un soggiorno a Ischia fuori stagione, magari in strutture familiari a conduzione locale, è un modo per sostenere l’isola intera, andando oltre i soliti circuiti turistici. Inoltre, si possono scoprire produzioni agricole locali (vino, limoni, miele) e partecipare a eventi di turismo esperienziale che rafforzano il legame con la comunità.

    Macerata e i borghi delle Marche interne

    Borghi come Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, nell’entroterra marchigiano, erano luoghi perfetti per il turismo lento e naturalistico. Immersi nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, questi centri offrivano esperienze di trekking, passeggiate a cavallo, degustazioni di prodotti locali e una vita comunitaria autentica.

    Ma il terremoto del 2016 ha cambiato tutto. Alcuni di questi paesi sono ancora parzialmente disabitati, ma stanno nascendo tante iniziative per ripartire: dai festival culturali ai percorsi di trekking, fino all’accoglienza in fattorie didattiche. Le comunità locali stanno lavorando per valorizzare i prodotti tipici come la lenticchia di Castelluccio o il pecorino dei Sibillini. Scegliere questi luoghi per un weekend significa dare una mano concreta a chi non ha voluto abbandonare la propria terra e riscoprire splendidi territori. È anche un’occasione per vivere la montagna in modo sostenibile, lontano dal turismo di massa e vicino a chi la abita tutto l’anno.

    Bassa modenese

    Il terremoto del 2012 ha colpito duramente l’Emilia, in particolare la bassa modenese: zone come Finale Emilia o San Felice sul Panaro hanno subito gravi danni. Prima erano note per la produzione agricola, la lavorazione del legno e il patrimonio storico poco valorizzato, fatto di rocche, piazze e teatri ottocenteschi.

    Oggi, pur con la ricostruzione in corso, restano fuori dai circuiti del turismo classico. Eppure, qui si possono scoprire sapori autentici, mercati contadini, percorsi ciclabili che attraversano la campagna, e una forte identità culturale. Si stanno affermando anche progetti di turismo industriale legato alle tradizioni artigiane. Visitare la bassa modenese significa sostenere piccole imprese locali, assaggiare aceto balsamico e parmigiano direttamente dai produttori, e contribuire a mantenere vive comunità resilienti e laboriose.

    Cogne e Valsavarenche

    Nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, Cogne e Valsavarenche sono tra le valli più belle della Valle d’Aosta. Ma nel 2020 sono state colpite da gravi eventi alluvionali che hanno danneggiato strade, sentieri e infrastrutture turistiche. Prima erano celebri per il loro paesaggio incontaminato, la ricca fauna alpina (stambecchi, marmotte, aquile), le cascate e i percorsi escursionistici. Cogne, in particolare, è nota per il suo centro storico fiorito e la tradizione artigianale del pizzo al tombolo. Dopo l’alluvione, molti interventi sono stati fatti per ripristinare l’accessibilità e riattivare l’ospitalità diffusa.

    Scegliere queste luoghi per un weekend significa riscoprire e fare escursioni in ambienti puri, ma anche aiutare chi vive di ospitalità sostenibile, piccola ristorazione, agricoltura montana e artigianato. È un’opportunità per vivere la montagna nel rispetto dei suoi tempi e delle sue fragilità.

    Scegliere con il cuore e con la testa

    Il turismo può essere una forma di attivismo. Ogni viaggio in un territorio in difficoltà è un gesto politico e umano. Non servono grandi donazioni o proclami: basta un weekend, un pernottamento in una struttura locale, un pranzo in una trattoria che resiste, una passeggiata con una guida del posto. Per i tuoi prossimi weekend, scegli e visita uno di questi luoghi da riscoprire.

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