L’olio di colza si ottiene dai semi della pianta Brassica napus, appartenente alla stessa famiglia del cavolo e della senape. In origine, però, l’olio di colza era più un affare da officina che da cucina: il suo alto contenuto di acido erucico lo rendeva inadatto al consumo umano e perfetto per lubrificare macchine industriali.
Negli anni Settanta, però, la scienza ha detto: “Stop, possiamo fare di meglio!” ed è nata una varietà di colza a basso contenuto di acido erucico, ribattezzata canola oil (da “Canadian Oil, Low Acid”). Al giorno d’oggi, quest’olio è un ingrediente comune in molte cucine, ma i suoi miti tossici faticano a sparire.
Perché si dice che l’olio di colza fa male?
Prima di fare il processo a quest’olio, facciamo un passo indietro. L’olio di colza, infatti, ha la sfortuna di essere un bersaglio perfetto per due motivi:
- L’eredità dell’acido erucico. Una volta, l’acido erucico faceva paura perché alcuni test sugli animali lo collegavano a problemi cardiaci e danni al fegato. Ma oggi, la quantità di acido erucico nell’olio di colza moderno è talmente bassa che l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) lo considera sicuro. Insomma, è più rischioso non pagare il parcheggio sotto casa.
- Processo di raffinazione. Per renderlo stabile e durevole, l’olio di colza industriale viene spesso riscaldato ad alte temperature. Tale procedimento può generare composti indesiderati come le acrilammidi (sostanze chimiche presenti nelle patatine fritte) o addirittura grassi trans, che sono noti per essere dannosi se consumati in grandi quantità. Non è una condanna, ma un motivo in più per leggere le etichette.
I benefici dell’olio di colza moderno
Aspetta a buttarlo dalla finestra: il nuovo olio di colza offre diversi benefici nutrizionali.
- Ricco di grassi insaturi. È ricco di omega-3 e omega-6, acidi grassi essenziali che il nostro corpo non produce, ma quest’ultimi sono fondamentali per il corretto funzionamento del nostro organismo in quanto supportano la salute del cuore e del cervello.
- Basso contenuto di grassi saturi. Rispetto al burro, ai grassi animali (come il lardo) o persino ad alcuni oli tropicali come quello di palma, l’olio di colza si presenta come una scelta più light e salutare per le tue arterie.
- Versatile in cucina. Il suo sapore neutro e il punto di fumo elevato lo rendono perfetto per cucinare di tutto, dal soffritto alla frittura, passando per condimenti come l’insalata.
Quando l’olio di colza può fare male?
Nonostante i suoi benefici, anche il migliore degli oli può trasformarsi in un nemico della salute se usato nel modo sbagliato o in quantità eccessive.
- Alimenti ultraprocessati. L’olio di colza è usatissimo in snack confezionati, merendine e cibi surgelati. In questi casi, viene spesso idrogenato per migliorare la durata, un processo che può generare quei temibili grassi trans. Insomma, è meno l’olio in sé e più il contesto che può essere nocivo.
- Reazioni allergiche. Anche se rare, alcune persone possono sviluppare intolleranze. Dunque, se noti gonfiore, mal di stomaco o reazioni cutanee, è essenziale consultare un medico (e fare pace con l’olio d’oliva).
Come sceglierlo
Ecco qualche trucco da esperto per portare nella tua tavola un olio di colza che non ti faccia pentire. In primis, scegli versioni biologiche, le quali sono meno soggette a contaminazione da pesticidi. In secondo luogo, evita oli raffinati e opta per oli spremuti a freddo, che mantengono meglio le proprietà nutrizionali. Infine, leggi bene l’etichetta. Cerca, quindi, diciture come “basso contenuto di acido erucico” o “non raffinato”.
In conclusione, l’olio di colza fa male? La risposta è: dipende. La versione moderna, utilizzata con moderazione e in forma non raffinata, può essere un’ottima aggiunta alla dieta. Ma attenzione agli alimenti industriali che lo contengono, perché in quel caso può perdere il suo lato healthy.
Regola d’oro? Variare! Alterna olio di colza, olio extravergine di oliva, e magari sperimenta con oli di semi di qualità per non fossilizzarti su un solo ingrediente. In definitiva, per una scelta ancora più consapevole, chiedi sempre il parere di un medico o un nutrizionista.
