Popolazione in crescita: la crisi idrica è già un problema

da | Mag 26, 2023 | ambiente, climate change | 0 commenti

Negli ultimi mesi il Nord Italia ha conosciuto un periodo di siccità eccezionale, a cui stanno facendo seguito, in queste settimane, eventi alluvionali di estrema violenza.

Guardando ai secoli passati è possibile individuare dei precedenti, ma la situazione odierna appare molto più grave: per via dell’aumento delle temperature medie, infatti, al giorno d’oggi è aumentata la perdita di acqua per evaporazione. Ecco allora che le annate siccitose attuali sono già di per sé molto più rischiose che in passato.

L’inizio del 2023 ha quindi sottolineato ancora una volta il pericolo di trovarsi di fronte a crisi idriche sempre più frequenti, a causa dei cambiamenti climatici nonché della richiesta d’acqua dolce sempre maggiore da parte della popolazione mondiale.

Aumento demografico e bisogno d’acqua dolce

Per comprendere il rapporto tra aumento della popolazione mondiale e crisi idrica è bene guardare le cose in prospettiva: in meno di un secolo si è passati da circa 2 miliardi di abitanti a quasi 8 miliardi.

E le previsioni fatte dalle Nazioni Unite ci dicono che l’aumento demografico è destinato a continuare nei prossimi decenni, per arrivare a circa 10 miliardi di abitanti alla metà del secolo.

Ecco che allora, in tempi di stress idrico diffuso, la domanda sorge spontanea: le risorse disponibili saranno sufficienti per soddisfare il fabbisogno di una popolazione aumentata del 20 o 25% rispetto a quella attuale?

A fronte del continuo aumento delle persone presenti sulla Terra, la quantità d’acqua dolce è rimasta pressoché la stessa: praticamente la medesima quantità su cui potevano contare i dinosauri milioni di anni fa.

Il prelievo di acqua dolce da parte dell’uomo è però aumentato iperbolicamente.

L’Onu ha calcolato che, se nel 1990 il prelievo annuo era di circa 600 chilometri cubi, nel 2017 si attestava a 3.880 metri cubi. L’Ocse, da parte sua, stima che nel 2050 il consumo d’acqua aumenterà del 55% rispetto al 2000.

Si capisce quindi che l’incremento del prelievo d’acqua dolce non è proporzionale all’aumento della popolazione mondiale: la domanda di risorse idriche per l’agricoltura, per le industrie, per gli usi domestici e per la produzione di energia elettrica segue strade differenti.

Basti tenere a mente, per fare un esempio, che per ottenere un semplice hamburger sono necessari circa 2.400 litri d’acqua dolce. Tutto questo accade mentre già oggi circa 4 miliardi di persone vivono in condizioni di grave scarsità di acqua per almeno un mese all’anno.

Di fronte a questo scenario, come si potrà incrementare la quantità d’acqua utilizzata per l’irrigazione dei campi – giusto per fare un esempio importante – così da fare fronte alla crescita della popolazione?

La crisi idrica in Europa

La popolazione dell’Asia è passata dagli 1.4 miliardi del 1960 ai 4.4 miliardi del 2019; in Africa la popolazione di 280 milioni di persone del 1960 si è moltiplicata di 5 volte. In Europa, invece, la crescita di popolazione negli ultimi 60 anni è stata tutto sommato contenuta, con variazioni annuali ridotte.

Eppure anche qui, in un contesto con un andamento demografico che possiamo definire quasi “stabile”, ci sono importanti situazioni di stress idrico.

Stando all’Agenzia europea per l’ambiente, il 30% degli europei fronteggia ormai normalmente situazioni in cui l’acqua a disposizione non riesce a soddisfare il bisogno locale.

E questo dato, va detto, è relativo alla situazione precedente la siccità del 2022: ad agosto dello scorso anno il 60% del territorio europeo si è trovato in condizioni critiche o estremamente critiche per via della siccità. Tale scarsità idrica, secondo il bollettino Mars realizzato dal Joint Research Center dell’UE, ha portato a una resa del mais inferiore del 16% rispetto alle medie, per non parlare delle chiusure di diverse centrali idroelettriche.

Si capisce quindi che la scarsità idrica genera problemi in ogni direzione: l’acqua è vita, e al mancare di questa risorsa non può che fermarsi qualsiasi cosa.

Secondo le Nazioni Unite, entro la metà del secolo 1.8 miliardi di persone vivranno in territori colpiti da scarsità di risorse idriche.

Se è certo che i cambiamenti climatici peggioreranno ulteriormente la situazione, e se è praticamente sicuro che l’aumento demografico non si fermerà, diventa assolutamente indispensabile mettere in campo degli interventi per proteggere l’acqua dolce: si parla di tagliare gli sprechi, di realizzare gli opportuni invasi, di raccogliere l’acqua piovana, di dissalare l’acqua marina, di ripensare l’agricoltura e l’industria, e ovviamente di ridurre fino a eliminare l’emissione di gas a effetto serra.

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