
Il concetto di rewilding è nato alla fine del XX secolo come approccio innovativo alla tutela dell’ambiente e oggi si sta diffondendo rapidamente anche in Italia. L’idea alla base è semplice ma rivoluzionaria: restituire spazio ai processi naturali per permettere agli ecosistemi di rigenerarsi e tornare a vivere. Questo modello non riguarda soltanto aree remote, ma anche le città, dove il rewilding urbano si traduce nella creazione di spazi verdi selvatici, nella rimozione del cemento e nella rinaturalizzazione del suolo. In un contesto segnato dal cambiamento climatico e dalla cementificazione, reintrodurre la natura è diventata una strategia fondamentale per migliorare la qualità della vita. Non si tratta di una tendenza passeggera, ma di una visione in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che punta a trasformare città e territori in ecosistemi condivisi da esseri umani, piante e animali.
Che cos’è il rewilding e perché conta davvero
Il termine rewilding significa rinaturalizzazione, ossia ristabilire processi ecologici interrotti o compromessi dall’uomo. Le città contemporanee sono sempre più fragili: subiscono ondate di calore, soffrono di inquinamento e impermeabilizzazione del suolo, perdono biodiversità. Il rewilding rappresenta una risposta concreta: riportare vegetazione e ambienti naturali nelle aree urbanizzate permette di abbassare le temperature, migliorare la qualità dell’aria, ridurre i rischi di alluvioni e creare habitat per insetti, uccelli e piccoli mammiferi. Ma i benefici non sono solo ambientali. Vivere circondati da spazi verdi influisce positivamente sulla salute mentale, stimola la socialità e trasforma i quartieri in luoghi più vivibili. L’esperimento di Knepp, in Inghilterra, ha mostrato che lasciando fare alla natura, anche terreni agricoli esausti possono rinascere e diventare rifugio per la fauna selvatica. Un punto di partenza per la diffusione di progetti in tutto il mondo.
Rewilding in Italia: progetti e aree chiave
Anche il nostro Paese sta riscoprendo il valore della natura selvaggia. Tra le esperienze più significative c’è Rewilding Apennines, che opera in Abruzzo e nel Molise per favorire la convivenza tra comunità locali e fauna come l’orso bruno marsicano. In Sicilia, iniziative sostenute dal Sicily Environment Fund puntano su ecoturismo, formazione di guide naturalistiche e citizen science per valorizzare la biodiversità. Molte oasi WWF sono state teatro di rinaturalizzazioni importanti come:
- la Valtrigona in Trentino con la riforestazione alpina;
- la Valle Averto in Veneto con il recupero delle zone umide;
- Policoro in Basilicata con la rimozione di specie invasive;
- il cratere degli Astroni nei Campi Flegrei con la ricostruzione di habitat boschivi e umidi.
Parallelamente, il rewilding urbano si sta diffondendo nelle città, dove spazi abbandonati vengono trasformati in parchi spontanei, corridoi ecologici e orti comunitari. Questi progetti rafforzano la resilienza urbana contro il cambiamento climatico.
I benefici per persone ed economie
Il rewilding porta con sé opportunità che vanno oltre l’ambiente. La rinaturalizzazione dei paesaggi stimola l’ecoturismo, attrae visitatori, crea nuovi posti di lavoro nella conservazione, nell’ospitalità e nella gestione sostenibile del territorio. Le comunità locali traggono vantaggio dal ritorno della biodiversità anche in termini economici, grazie a un turismo attento e rispettoso. Inoltre, la rigenerazione degli ecosistemi migliora i cosiddetti “servizi ecosistemici”: suoli più fertili, acqua più pulita, maggiore capacità di assorbire carbonio e riduzione dei rischi idrogeologici. È un approccio che combina lotta al cambiamento climatico e crescita economica sostenibile. Perché funzioni davvero, però, è fondamentale il coinvolgimento delle comunità: solo con una pianificazione condivisa e scientificamente fondata il rewilding può diventare un motore di sviluppo equilibrato e duraturo.
Ripartire dalla natura: un futuro da costruire insieme
Il rewilding non è un ritorno nostalgico al passato, ma una scelta per il futuro. Significa immaginare città e territori più verdi, resilienti e inclusivi, dove le persone convivono con la natura in modo armonico. Le esperienze italiane ed europee dimostrano che dare spazio agli ecosistemi non è solo possibile, ma anche necessario. Rigenerare ambienti degradati, riportare la fauna selvatica, ridare valore alla biodiversità: il rewilding ci mostra che la natura ha ancora la capacità di guarire, se le diamo fiducia. È il momento di ricominciare da zero, insieme al Pianeta, per costruire un domani più equilibrato e sostenibile.