Quel cumulo di lattine abbandonate all’entrata del parchetto del quartiere diventa ogni giorno sempre più alto e più variopinto: lattine gialle, rosse, azzurre, lattine intere o accartocciate. Lasciate a marcire là, a dare il benvenuto come una scultura di un qualche artista contemporaneo agli avventori del parco.
Seduto a sorseggiare la sua aranciata, fissa lo sguardo proprio al monte di lattine poco distante. Si prende tutto il tempo per calcolare la distanza e la precisione del tiro. Alla fine, bevendo tutto d’un fiato le ultime sorsate, guarda la lattina e la stringe forte in una mano deformandola. Si alza, la lancia in aria e, poco prima che tocchi terra, la calcia forte centrando in pieno il cumulo di rifiuti abbandonati.
7 miliardi di buone ragioni per non abbandonare le lattine in natura
Secondo i dati di un report uscito qualche anno fa, ogni italiano disperde in natura (o getta nell’indifferenziato) 119 tra bottiglie di plastica, bottiglie in vetro e lattine, sottraendo, ogni 3 giorni, un rifiuto di questo tipo alla raccolta differenziata. Solo nel nostro Paese sono più di 7 miliardi i contenitori per bevande che escono da una gestione circolare dei rifiuti, richiedendo la produzione di nuova plastica, vetro e alluminio.
Uno spreco di risorse e un danno ambientale di enormi proporzioni. Le lattine possono accumularsi in spiagge, parchi e corsi d’acqua, inquinando l’ambiente e degradando gli habitat naturali.
Quanto tempo durano in natura le lattine
Bevande gassate, the, ultimamente persino acqua: le lattine vengono utilizzate ogni giorno per consumare bibite in casa e fuori casa. Essendo prodotte con un materiale come l’alluminio, versatile e riciclabile all’infinito, l’utilizzo massivo di quello che, a tutti gli effetti, è un oggetto monouso, sembra avere meno impatto rispetto ai materiali in plastica.
Il problema però sta nel suo smaltimento. Non ha alcun senso prediligere l’alluminio alla plastica se poi il conferimento, alla fine della vita dell’oggetto, avviene nell’indifferenziato. Assolutamente da evitare, poi, gettare questo rifiuto nella natura.
L’alluminio impiega molto tempo a degradarsi. Questo tempo, certo, può ridursi in certe condizioni ambientali (esposizione a temperature elevate, acqua, contatto con particolari sostanze eccetera), ma in linea di massima questo materiale, per disintegrarsi completamente, richiede dagli 80 ai 200 anni. Un tempo così lungo che si deve principalmente a uno strato protettivo di ossido di alluminio che si crea sulla superficie e che lo rende più resistente alla corrosione.
Lo strato di ossidazione rende lattine e altri oggetti in alluminio resistenti anche all’acqua del mare: la presenza del sale e le basse temperature preservano più a lungo la lattina, con la creazione di uno spesso strato esterno che protegge il nucleo interno. Abbandonare una lattina in spiaggia, probabilmente, ne aumenterà addirittura il tempo di degradazione, impiegando più di 200 anni prima di distruggersi.
Nel frattempo, quella lattina, viaggiando tra le onde, contribuirà a danneggiare ecosistemi marini e costieri e diventerà un pericolo per pesci, mammiferi e uccelli marini.
Le enormi potenzialità dell’alluminio
Il processo di riciclaggio dell’alluminio è uno dei più efficienti e sostenibili: questo materiale ha la caratteristica di poter essere riciclato infinite volte senza perdere le sue proprietà. Questo permette un riutilizzo completo di questo materiale per la creazione di nuovi oggetti.
In natura, questo materiale si ricava dalla bauxite, un minerale le cui riserve sono tali da permettere la produzione di alluminio ai ritmi attuali per altri 3000 anni. Per produrre 1 tonnellata di alluminio primario sono necessarie 4 tonnellate di bauxite, con un impiego notevole di energia. Riciclare l’alluminio è un processo naturalmente meno dispendioso rispetto alla produzione di nuovo materiale.
Per fare un esempio, per produrre con materie prime una lattina da 33 cl dal peso di circa 16 grammi, vengono utilizzati 18 litri di acqua e prodotti 24 grammi di anidride carbonica. Prediligendo l’economia circolare, per produrre 1 chilo di alluminio riciclato servono 71 lattine. Per questo l’impatto del riciclo dell’alluminio è decisamente importante.
Quali sono gli oggetti in alluminio che posso riciclare?
L’alluminio viene utilizzato come materiale per diversi tipi di contenitori. Alla fine del loro utilizzo, se il simbolo riportato è AL o ALU, si possono considerare rifiuti metallici, da smaltire nel cassonetto della plastica, del vetro oppure in una raccolta a parte, a seconda del comune di appartenenza.
Tra gli oggetti più comuni fatti con questo materiale, troviamo:
- lattine per bevande
- scatole in alluminio (scatole del tonno, dei pomodori, del cibo per animali eccetera)
- bombolette spray (quelle dei deodoranti o della lacca)
- vaschette per alimenti
- tubetti (come quello della maionese)
- capsule per la chiusura delle bottiglie di vino e spumante
- fogli di alluminio per la conservazione del cibo.

Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).
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