Animali strani: ecco cosa devi sapere sulla vipera dal corno

La vipera dal corno è uno dei serpenti più distintivi d’Europa, grazie all’appendice nasale che le dà il nome. Vive in ambienti secchi e rocciosi, caccia con pazienza sfruttando il mimetismo, ed è dotata di un veleno efficace ma raramente letale. Schiva e discreta, è più utile che pericolosa.

Animali strani: ecco cosa devi sapere sulla vipera dal corno - immagine di copertina

    La vipera dal corno non è un serpente come gli altri. A distinguerla non è solo il nome, ma anche quell’appendice cornea sopra il muso che la fa sembrare un personaggio mitologico. Diffusa in alcune zone dell’Europa e dei Balcani, la Vipera ammodytes è una delle vipere più facilmente riconoscibili. Eppure, dietro questo aspetto minaccioso si nasconde un animale schivo, perfettamente adattato all’ambiente secco e roccioso in cui vive. Il suo veleno è potente, ma molto raro essere morsi, e il suo ruolo nell’ecosistema è essenziale.

    L’aspetto della vipera dal corno e l’uso del suo uncino

    La vipera dal corno è un serpente robusto, lungo tra i 60 e i 90 cm, anche se alcuni esemplari superano il metro. Il suo corpo è tozzo, la testa triangolare e ben distinta dal corpo, e gli occhi hanno una pupilla verticale, tipica dei viperidi. Ma la sua particolarità più evidente è quel piccolo prolungamento squamoso a forma di cornetto che spunta sopra il naso.

    Questo “corno” non è velenoso né mobile, ma potrebbe servire per il mimetismo tra la vegetazione, oppure per confondere i predatori o attrarre prede curiose. In alcune sottospecie è più pronunciato, in altre appena visibile, ma resta comunque un tratto distintivo.

    La colorazione varia dal grigio al marrone con disegni a zig-zag lungo il dorso, utilissimi per mimetizzarsi tra sassi e foglie. I maschi tendono ad avere colori più contrastati rispetto alle femmine. Nel complesso, l’animale è ben adattato a passare inosservato, comportamento che accompagna a movimenti lenti e scatti fulminei solo quando necessario.

    Dove vive e come si adatta al territorio

    Questo rettile vive in diverse regioni dell’Europa sud-orientale: Italia nord-orientale, Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia, Bulgaria, Grecia e fino ad alcune aree della Turchia.

    In particolare, predilige ambienti secchi e caldi, con presenza di rocce, muretti a secco, arbusti e vegetazione sparsa. Si adatta bene a pendii assolati, margini di boschi e zone collinari, ma può spingersi anche in ambienti subalpini. Ama crogiolarsi al sole nelle ore mattutine e del tardo pomeriggio, ma nelle giornate più calde rimane nascosta sotto pietre o tra le radici.

    Durante l’inverno entra in letargo, rifugiandosi in cavità profonde e al riparo dal gelo. Può condividere il rifugio con altri rettili o conspecifici, una strategia utile per risparmiare energia.

    Il suo areale si sovrappone in parte a quello di altri serpenti non velenosi, il che spesso porta a confusioni e paure immotivate. Ma se lasciata tranquilla, questa vipera non ha nessun interesse a interagire con l’essere umano.

    Cosa mangia la vipera dal corno e come caccia le sue prede

    La dieta di questa vipera varia in base all’età. I giovani si nutrono di insetti e piccoli rettili, mentre gli adulti prediligono piccoli mammiferi, uccelli, lucertole e anfibi. È un predatore paziente, che si affida al mimetismo per sorprendere le prede da distanza ravvicinata, colpendole con un morso rapido e iniettando il veleno.

    Il veleno è un mix di enzimi citotossici e neurotossici. Negli animali di piccole dimensioni causa la morte quasi immediata, mentre negli esseri umani provoca dolore, gonfiore e, in rari casi, complicazioni sistemiche.

    Dopo aver morso, la vipera rilascia spesso la preda, per poi seguirne la traccia usando l’olfatto, grazie alla lingua biforcuta e all’organo di Jacobson. Questa strategia minimizza il rischio di reazioni da parte della preda ferita.

    La vipera dal corno è pericolosa per l’uomo?

    La vipera dal corno è senza dubbio uno dei serpenti europei più temuti, ma la sua pericolosità reale è spesso sovrastimata. Sì, è velenosa. E sì, un suo morso può avere conseguenze serie. Ma in condizioni normali, questa vipera non rappresenta una minaccia concreta per l’essere umano. I morsi sono rari, per lo più accidentali, e quasi sempre legati a comportamenti imprudenti: tentativi di cattura, manipolazione diretta o calpestio involontario.

    Il veleno della Vipera ammodytes, come abbiamo visto, è potente. In soggetti sensibili (anziani, bambini, persone con patologie pregresse), o in caso di ritardo nei soccorsi, possono verificarsi complicazioni sistemiche come ipotensione, disturbi della coagulazione o danni renali. I casi letali sono però estremamente rari in Europa, soprattutto quando il trattamento medico è tempestivo.

    La medicina moderna dispone di antiveleni specifici, e la gestione clinica dei morsi è ben standardizzata. In molti casi, il trattamento prevede solo osservazione, gestione del dolore e idratazione. È importante sapere che la vipera dal corno, come altri serpenti velenosi, non sempre inietta veleno durante un morso: i cosiddetti “dry bites” (morsi secchi) rappresentano una percentuale significativa degli incontri.

    Curiosità su un serpente poco aggressivo ma molto studiato

    Nonostante l’aspetto intimidatorio, la vipera dal corno è un animale schivo. Non attacca mai se non per difesa, e preferisce fuggire o immobilizzarsi per non farsi notare. È attiva principalmente di giorno, ma nelle stagioni più calde adotta abitudini crepuscolari.

    È uno dei pochi serpenti europei ad aver sviluppato un “corno” nasale, dettaglio che ha stimolato numerosi studi di zoologia comparata. In antichità veniva temuta e demonizzata, mentre oggi viene osservata con maggiore interesse scientifico. Alcuni progetti hanno studiato il suo comportamento termoregolatore, la sua riproduzione (ovovivipara: le femmine partoriscono piccoli già formati) e il suo ruolo come bioindicatore ambientale.

    Il suo veleno è anche oggetto di ricerca in campo medico, per il potenziale uso di alcune proteine nei trattamenti anticoagulanti e antitumorali.

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