Wimbledon: le promesse green del più grande torneo di tennis

Wimbledon si distingue come modello di sostenibilità sportiva: emissioni ridotte, cibo eco-friendly, gestione agricola sostenibile e impegno sociale. Il torneo punta al net zero entro il 2030, dimostrando che tradizione e innovazione possono convivere.

Wimbledon: le promesse green del più grande torneo di tennis - immagine di copertina

    Nel cuore dell’estate inglese, tra fragole con panna e intramontabili divise bianche, Wimbledon non è solo un evento sportivo: è un rito, un inno alla tradizione e all’eleganza. Ma dietro quella facciata immacolata, il più antico – e famoso – torneo di tennis al mondo sta portando avanti una rivoluzione verde. Wimbledon e sostenibilità non è uno slogan, ma una strategia integrata. L’All England Club ha tracciato una rotta chiara: diventare net zero entro il 2030 e trasformare il torneo in un esempio globale di sostenibilità applicata allo sport. Le promesse green del progetto coniugano il rispetto dell’ambiente con la conservazione del suo inconfondibile stile british, dimostrando che innovazione e tradizione non sono affatto inconciliabili.

    Wimbledon e sostenibilità: le misure adottate dal circolo

    Wimbledon si sviluppa su oltre 17 ettari di verde, curato con una dedizione che rasenta il maniacale. Ma oggi quel giardino all’inglese ospita non solo partite epiche, ma anche un laboratorio di buone pratiche ambientali. Per esempio, l’iniziativa Environment Positive Every Day incarna la volontà del torneo di essere attivo ogni giorno dell’anno nella lotta al cambiamento climatico. Le misure adottate vanno dalla riduzione delle emissioni operative all’uso di energia rinnovabile, dalla conservazione della biodiversità alla promozione dell’educazione ambientale tra pubblico e atleti. I veicoli ufficiali sono ora elettrici, mentre l’illuminazione a LED e l’ottimizzazione dei sistemi energetici hanno abbattuto i consumi. Non si tratta di gesti simbolici, ma di un approccio sistemico che tiene conto dell’intero ciclo di vita dell’evento.

    Cibo, riciclo e carbon footprint

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    Anche il menu del torneo ha subito una trasformazione radicale. Il classico Victoria sponge è ora disponibile in versione vegana, con panna di cocco e margarina vegetale. Troviamo anche muffin prodotti con le bucce di banana per ridurre  lo spreco alimentare, mentre ogni pietanza è accompagnata da un’etichetta che ne segnala l’impronta carbonica. L’uso delle bottiglie monouso è stato drasticamente ridotto grazie all’introduzione di contenitori riutilizzabili e fontanelle distribuite ovunque. Oltre l’85% dei rifiuti viene riciclato, segno di un sistema efficiente che coinvolge sia il pubblico che gli operatori.

    La cura dei campi

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    Non meno rilevante è l’impegno nella gestione ecologica dei campi da gioco. I giardinieri, tra le varie accortezze, impiegano fondi di caffè come fertilizzante e monitorano quotidianamente ogni parametro per mantenere la qualità del manto erboso. Ogni giorno vengono misurati 24 indicatori su ciascun campo: una prassi rigorosa che garantisce tanto le prestazioni sportive quanto la salute del suolo. Si interviene con metodi naturali per controllare gli insetti e si valorizza la biodiversità, dimostrando che anche l’erba può essere un alleato contro il riscaldamento globale.

    Oltre la competizione: Wimbledon come eredità sociale e ambientale

    Wimbledon non vuole limitarsi al perimetro del suo club. Attraverso la sua fondazione, finanzia progetti di giardini sensoriali per bambini con disabilità, iniziative per i senzatetto e attività educative nelle comunità locali. Il torneo diventa così catalizzatore di un cambiamento che travalica il tempo dell’evento, innervandosi nel tessuto urbano di Merton e Wandsworth. Oltre al supporto economico, il coinvolgimento è anche simbolico: gli atleti del circolo vengono spesso chiamati a partecipare a incontri con le scuole e i volontari del club collaborano con le ONG locali per promuovere stili di vita sostenibili. Iniziative come la creazione di orti comunitari e la promozione della mobilità dolce rappresentano una nuova visione dello sport, che non si esaurisce nel risultato sul campo, ma si proietta nella costruzione di un tessuto sociale più resiliente e consapevole.

    Game, set and don’t drive an old car

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    Anche sui trasporti l’invito al pubblico è esplicito: bisogna scegliere mezzi sostenibili per raggiungere il torneo, camminare invece di prendere un taxi, diventare parte attiva della trasformazione. L’impatto climatico degli spostamenti, infatti, genera l’84% delle emissioni legate al torneo. Il solido binomio Wimbledon e sostenibilità è stato costruito su strategie lungimiranti e attuato con coerenza.

    Più che un semplice evento sportivo, infatti, il torneo si propone oggi come un manifesto di possibilità: dimostra che un’istituzione secolare può accogliere le sfide contemporanee senza perdere la propria anima. Non più semplice cornice di eccellenza atletica, ma piattaforma educativa e trasformativa.

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