Dolomiti: una scritta contro i turisti danneggia la roccia con le orme di dinosauro

da | Ott 3, 2024 | news | 0 commenti

“Tourists go home”, turisti tornatevene a casa. La protesta contro l’overtourism ad alta quota è più che legittima, il problema è manifestarla, con un pennarello nero indelebile, su una roccia con impronte fossili di dinosauro vecchie 220 milioni di anni.

Non una semplice roccia

È successo sulle dolomiti, su una delle rocce più famose ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. A trovare e documentare in un video l’atto vandalico è stato Moreno Pesce, alpinista e atleta paralimpico di origine veneziana. “Amare la montagna e condividere una passione non è questo… Buona vita ma soprattutto buona e sana montagna…diversa da questa” ha commentato su Facebook.

A essere danneggiata infatti non è una semplice roccia, ma uno dei simboli della storia millenaria di queste montagne. 220 milioni di anni fa, al posto delle montagne c’era Teti, il mare primordiale. Sulle rive camminavano creature come l’Eubrontes, un dinosauro carnivoro le cui impronte fossili, lunghe 30 centimetri, sono state trovate sulla roccia vandalizzata.

La scoperta risale al1992, ma questo non è l’unico sito di interesse paleontologico delle Dolomiti Bellunesi: sul Pelmo, negli anni Settanta il ricercatore Vittorino Cazzetta trovò le tracce di tre piste di dinosauri risalenti al Triassico.

Contro il turismo di massa in alta quota

La scritta documentata da Moreno Pesce sulla roccia ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo è solo uno dei tanti segnali di malcontento verso l’overtourism in alta quota, ormai facilmente accessibile ai più in auto o grazie alle seggiovie. In molti hanno protestato facendo scritte su cartelli e rocce lungo diversi sentieri in Alto Adige.

Gli operatori turistici, dato il peso economico del settore, difendono la presenza dei turisti, mentre associazioni ambientaliste come Mountain Wilderness ha spesso criticato l’antropizzazione delle Dolomiti. Le proteste contro il turismo selvaggio dunque non sono nuove, ma vandalizzare una roccia che racconta la storia di milioni di anni non è il modo giusto per difendere l’ambiente.

“Il primo che dovrebbe rimanere a casa è l’autore di un simile gesto, se confonde la libertà di pensiero con quella di vivere la montagna sfregiando le cime più belle del mondo. Ci troviamo di fronte a un atto assolutamente censurabile” ha commentato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

Post correlati

Privacy Policy Cookie Policy