Il recente rapporto di Legambiente, Pendolaria 2024, evidenzia una prospettiva poco positiva per quanto riguarda mobilità sostenibile in Italia.
Pendolaria: il report di Legambiente
Sono già ben noti i problemi del settore ferroviario italiano: convogli vecchi, ritardi e lavori in sospeso. Nonostante il numero di pendolari in aumento, i servizi ferroviari regionali e il trasporto pubblico vengono ancora considerati settori trascurabili, tra tagli e rimodulazioni, e le conseguenze sono ben visibili ai viaggiatori.
Pendolaria è l’iniziativa di sensibilizzazione promossa da Legambiente e focalizzata sui treni regionali e locali, sul pendolarismo e sulla mobilità urbana. Una campagna che ha l’obiettivo di promuovere una mobilità più sostenibile, definita da un sistema ferroviario regionale e locale più efficiente e finalizzata a rendere le città meno inquinate e più abitabili.
Troppe auto
Sulla mobilità urbana italiana, nel report di Legambiente emergono dati interessanti: nel nostro Paese si registra la presenza di 666 automobili ogni 1.000 abitanti. Un numero decisamente superiore rispetto alla media di Francia, Germania e Spagna (circa il 30% in più).
Privilegiare l’uso dell’auto è la conseguenza inevitabile di una mobilità pubblica inefficace: mancano collegamenti utili tra le diverse linee di trasporto pubblico di massa e il trasporto locale e le opzioni di mobilità sostenibile non sono adatte alle necessità dei cittadini.
In Italia la lunghezza complessiva delle linee di metropolitane si attesta a meno di 256 km. Nel resto d’Europa, la situazione è decisamente diversa: nel Regno Unito parliamo di 680,4 km, in Germania 656,5 km e in Spagna 615,6 km. Il totale delle reti metropolitane italiane è praticamente inferiore o similare a quello delle singole città europee: Madrid per esempio conta 291,3 km di rete metropolitana, Parigi 225,2 km.
Per quanto riguarda le tranvie, in Italia si contano 397,4 km, una cifra notevolmente inferiore rispetto ai 875 km della Francia e soprattutto ai 2.042,9 km della Germania. Anche le ferrovie suburbane, frequentemente utilizzate dai pendolari, presentano una situazione simile. La rete italiana si attesta a soli 740,6 km, a fronte dei 2.041,3 km della Germania, dei 1.817,3 km del Regno Unito e dei 1.442,7 km della Spagna.
Convogli obsoleti
Nel corso del 2023, i passeggeri sui treni nazionali e regionali sono aumentati sempre di più rispetto agli anni di restrizioni legate alla pandemia di Covid-19. Trenitalia ha registrato un aumento del 20% solo nei primi 10 mesi rispetto al 2022.
Eppure, per la prima volta dal 2017, la Legge di Bilancio non ha considerato la mobilità pubblica, evitando di stanziare fondi per il trasporto rapido, metro, tramvie e filovie, ignorando allo stesso tempo anche ciclabilità e mobilità dolce.
Rimangono anche per il 2023 problemi nel trasporto su ferro, con treni vecchi e lenti e tratte trascurate. In particolare, la situazione appare critica nel Mezzogiorno, con treni regionali e convogli più vecchi rispetto al resto del Paese (al Sud, l’età media dei convogli è di 18,1 anni, mentre al Nord è di 14,6 anni). Le regioni meridionali presentano le ferrovie più obsolete e quattro delle dodici linee peggiori segnalate da Legambiente nel 2024 si trovano al Sud. Le due ferrovie con più deficit del Paese si trovano al Centro: sono la Roma-Lido e la Roma-Viterbo.
Particolarmente critiche anche le linee ferroviarie chiuse e sospese da anni con ripercussioni dirette sui tempi di percorrenza che si allungano moltissimo. In Sicilia, per viaggiare da Trapani a Ragusa si impiegano 13 ore e 14 minuti con quattro cambi. “Esistono tantissimi investimenti e opere pubbliche da fare nel settore dei trasporti, meno visibili mediaticamente del Ponte sullo Stretto di Messina”, sintetizza Legambiente sulla discussa opera pubblica di cui è stata recentemente approvata la relazione di aggiornamento al progetto definitivo.
Che cosa serve alla mobilità in Italia
Un segnale positivo è rappresentato dal potenziamento della linea Bari-Bitritto affidata recentemente a Trenitalia e dal piano di elettrificazioni della Rete Ferroviaria Italiana. Pratiche virtuose, inoltre, arrivano dal Trentino-Alto Adige, Piemonte, Emilia-Romagna e Basilicata.
In Pendolaria 2024, Legambiente sottolinea la necessità di nuovi finanziamenti per rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo. Occorrono 500 milioni l’anno fino al 2030 per potenziare il servizio ferroviario regionale, oltre a 200 milioni l’anno per migliorare il servizio Intercity e almeno 1 miliardo per il Fondo Nazionale Trasporti. L’associazione ambientalista suggerisce di recuperare risorse dai sussidi alle fonti fossili e ripensare a tutti quei progetti stradali e autostradali dannosi per l’ambiente.