Ispirare i partiti politici in vista delle elezioni europee del 2024, affinché rafforzino il loro impegno di fronte alla crisi climatica, alla perdita di biodiversità e al crescente inquinamento: è questo l’obiettivo di An Ocean of Change, un manifesto congiunto, sottoscritto da 6 associazioni ambientaliste.
Le premesse del manifesto
An Ocean of Change, sottoscritto da BirdLife Europe & Central Asia, ClientEarth, Oceana, Seas At Risk, Surfrider Foundation Europe e Wwf european policy office, spinge a riflettere sulle attuali condizioni del nostro Pianeta e cerca di stimolare i partiti politici dell’Unione Europea ad agire proprio considerando le enormi sfide che l’umanità deve ora fronteggiare.
La finestra di tempo che abbiamo a disposizione per evitare danni irreversibili causati dal cambiamento climatico si sta restringendo rapidamente. Secondo le stime dell’IPCC (Gruppo internazionale sul cambiamento climatico), se vogliamo limitare le conseguenze più gravi del riscaldamento globale, dobbiamo mantenere un picco massimo di 1,5°C in più rispetto alle medie preindustriali entro metà secolo. Arrestare il cambiamento climatico causato dall’uomo e ripristinare ecosistemi marini sono gli obiettivi più urgenti per la nostra sopravvivenza.
Un Green Deal per l’Oceano
I primi testimoni di politiche inefficienti e di cattive condizioni ambientali sono proprio i mari e gli oceani. Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha lanciato il Green Deal europeo per costruire una società equa e resiliente in armonia con la natura e arginare il degrado ambientale.
In questo contesto, mari e oceani sembrano essere messi da parte. Il manifesto An Ocean of Change si inserisce proprio in questa lacuna e invita le politiche europee ad adottare 3 misure fondamentali.
Tre azioni
La prima azione è implementare un ambizioso Ocean Deal dell’UE, unificando la legislazione esistente che riguarda l’ambiente marino con quella potenziale. Questo dovrebbe anche rendere coerenti tra loro le diverse politiche settoriali, con il fine ultimo di preservare e tutelare l’oceano a vantaggio delle persone e del Pianeta, riconoscendo responsabilità condivise in questa direzione.
La seconda azione mira alla creazione di un Fondo UE per gli oceani che, sostenendo economicamente gli obiettivi per la tutela dei mari, stabilirà strategie per il ripristino e la conservazione a lungo termine dell’ambiente marino, favorendo una transizione equa dei settori legati all’oceano verso soluzioni più sostenibili, decarbonizzate e a basso impatto. È fondamentale infatti eliminare i sussidi dannosi.
L’ultima azione suggerita è quella di porre l’oceano al centro delle decisioni dell’UE, superando l’attuale approccio settoriale. Questo richiede l’istituzione di un Comitato Oceano all’interno del Parlamento Europeo, che gestisca l’Ocean Deal e il Fondo Oceano. Inoltre, durante ciascuna presidenza del Consiglio, dovrebbero essere organizzate riunioni congiunte dei ministri dell’Ambiente, dell’Energia, della Pesca e dei Trasporti per monitorare e realizzare i progressi nell’attuazione dell’Ocean Deal.
L’adozione di un accordo globale e ambizioso sull’oceano da parte dell’UE, il sostegno a obiettivi politici ambiziosi attraverso la creazione di un Fondo UE per gli oceani e l’inclusione dell’oceano nel processo decisionale dell’UE rappresentano passi cruciali verso un oceano sano e resistente, a vantaggio delle persone e del Pianeta.

Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).