Production Gap Report: la produzione di combustibili fossili continua a crescere

da | Nov 8, 2023 | news | 0 commenti

Con le politiche attuali, entro fine decennio, il mondo produrrà il 110% di combustibili fossili in più rispetto ai volumi compatibili con un contenimento del riscaldamento globale. Questo è quanto emerge dal Production Gap Report 2023, a meno di tre settimane dalla Cop28 di Dubai.

L’incremento di combustibili fossili supera di gran lunga i limiti stabiliti per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi Celsius. Una realtà che mette chiaramente in evidenza il divario tra le dichiarazioni di intenti ambientali dei governi e le azioni pratiche che adottano. Le 151 nazioni impegnate per il contenimento del riscaldamento globale stanno attuando misure poco impattanti rispetto agli obiettivi prefissati con l’Accordo di Parigi.

Il Production Gap Report

Giunge alla sua quarta edizione, il Production Gap Report un documento che misura la differenza tra i piani di produzione di combustibili fossili stabiliti dai governi e i livelli di produzione globali, sulla base degli obiettivi di limitazione del riscaldamento globale fissati dall’Accordo di Parigi.

Il Production Gap Report rappresenta una collaborazione tra numerose istituzioni accademiche e di ricerca e coinvolge oltre 80 esperti provenienti da 30 Paesi in tutto il mondo. Il rapporto è supportato dal Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP).

Nell’edizione di quest’anno, il rapporto approfondisce il profilo individuale dei 20 maggiori produttori di combustibili fossili, esamina le loro attuali ambizioni climatiche e le strategie per sostenere tale produzione oppure avviare la transizione energetica.

Qual è il bilancio di quest’anno

Secondo quanto riportato dal rapporto, se il mondo continuerà sulla sua traiettoria attuale, entro il 2030 produrrà il 110% di combustibili fossili in più rispetto alla soglia di 1,5 gradi e il 69% in più rispetto del limite dei 2 gradi. Un dato destinato ad aggravarsi, visto che le attuali politiche consentono una crescita della produzione di carbone almeno fino al 2030 e di petrolio e gas fino al 2050.

 Il rapporto mostra i profili dei 20 principali produttori di combustibili fossili: Australia, Brasile, Canada, Cina, Colombia, Germania, India, Indonesia, Kazakistan, Kuwait, Messico, Nigeria, Norvegia, Qatar, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Tra questi, ben 17 hanno promesso di ridurre a zero le emissioni derivate da combustibili fossili, ma nessuno si sta impegnando per tagliare significativamente la produzione di gas, petrolio e carbone.

La soluzione proposta da molti Paesi è l’impiego di tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2. Tuttavia, l’UNEP sottolinea che queste tecnologie restituiscono risultati ancora troppo incerti. I Paesi dovrebbero puntare a eliminare quasi completamente la produzione e l’uso del carbone entro il 2040 e a ridurre la produzione e l’uso di petrolio e gas di almeno il 75% rispetto ai livelli del 2020 entro il 2050.

Secondo l’UNEP, per raggiungere questi obiettivi, durante la COP28 si dovrà stipulare un accordo globale per il progressivo abbandono dei combustibili fossili.

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