A 30 anni dalla prima edizione, è stato pubblicato il nuovo Rapporto Ecomafia di Legambiente. Nel 2023, riporta l’associazione ambientalista, è aumentato in modo preoccupante il numero dei reati ambientali nel nostro Paese: 35.487 gli illeciti accertati, con una crescita del 15% rispetto al 2022 e una media di 97,2 reati al giorno.
Questi includono una vasta gamma di attività illegali che minano l’integrità ambientale del Paese, dal traffico illecito di rifiuti al cemento, fino agli attacchi alla biodiversità e al patrimonio culturale.
Reati ambientali: quali sono i più frequenti
Ecomafia, il Rapporto annuale di Legambiente, categorizza i reati ambientali in diversi settori. Per il 2023, tra questi, spiccano i 9.309 reati legati ai rifiuti (con una pericolosa crescita del 66,1% rispetto al 2022), 13.008 nel ciclo illegale del cemento (+6,5%) e 6581 crimini contro gli animali.
642 reati di archeomafia (ovvero operazioni illegali come lo scavo clandestino, il furto e il traffico internazionale illecito di opere d’arte e reperti archeologici operate da organizzazioni criminali che utilizzano metodi tipici della mafia); 3.691 casi di incendi dolosi. Un altro dato allarmante è rappresentato dai 45.109 reati associati all’agromafia, ovvero tutte quelle attività mafiose che colpiscono l’intera filiera agroalimentare.
Nel 2023 sono state denunciate 34.480 persone, un incremento del 30,6% rispetto all’anno precedente, con 319 arresti e 7.152 sequestri effettuati. Questi dati riflettono non solo la scala dei crimini ma anche l’importanza di una risposta robusta e coordinata.
Classifica regionale
In una sezione del report è possibile consultare la classifica regionale dei reati e relative denunce.
Ai primi 5 posti troviamo:
- Campania con 4.952 reati, 4.643 persone denunciate, 49 arresti, 1241 sequestri
- Sicilia con 3.922 persone, 3.515 denunciate, 29 arresti, 615 sequestri
- Puglia con 3.643 persone, 3.404 denunciate, 38 arresti, 1074 sequestri
- Calabria con 2.912 persone, 2.758 denunciate, 15 arresti, 669 sequestri
- Toscana con 2.318 persone, 2.273 denunciate, 1 arresti, 302 sequestri
Prospettive e azioni future
Il rapporto di Legambiente del 2024 enfatizza l’urgente necessità di rafforzare le misure preventive e punitive per contrastare efficacemente le ecomafie. Tra le proposte avanzate Legambiente chiede l’adozione della nuova direttiva europea sui crimini ambientali, l’approvazione di leggi specifiche contro le agromafie e l’inserimento di sanzioni più severe nel codice penale per la gestione illecita dei rifiuti.
Inoltre, si evidenzia l’importanza di promuovere la collaborazione tra istituzioni, società civile e settore privato per proteggere l’ambiente e assicurare un futuro sostenibile per le prossime generazioni.
Il Rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente infatti non solo rileva l’aumento allarmante dei reati ambientali in Italia ma invita anche a un’azione coordinata e impegnata per affrontare questa emergenza.
