Una nuova scossa di magnitudo 2.3 è stata avvertita, alle 4,28 di stanotte, nella zona dei Campi Flegrei. L’evento sismico si è verificato a una profondità di circa 2 chilometri ed è stato avvertito dai residenti della zona occidentale di Napoli, di Pozzuoli e di altri centri abitati nei dintorni.
Uno sciame sismico che va avanti da giorni e che spaventa per il potenziale distruttivo di un’eventuale eruzione. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia però rassicura: il vulcano tornerà ad eruttare, ma al momento non ci sono evidenze di risalita di magma verso la superficie.
La situazione attuale
Il Direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv, Mauro Di Vito, insieme alla Direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Ingv, Francesca Bianco, e al Presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni, sono intervenuti sul sito istituzionale per fornire un aggiornamento sui recenti sviluppi nella Caldera Flegrea. L’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv ha garantito massimo impegno nella raccolta, nell’analisi e nell’interpretazione dei dati, assicurando che qualsiasi variazione verrà tempestivamente comunicata alle autorità.
Il vulcano starebbe seguendo il suo naturale ciclo evolutivo: prima o poi, quindi, potrebbe tornare a eruttare. Attualmente, il sollevamento crostale è di dimensioni nettamente inferiori al chilometro cubo, il che limita l’entità dei fluidi nell’area di alimentazione del sollevamento. I dati sismici, geochimici, le deformazioni del terreno, le variazioni termiche superficiali e in profondità, e le variazioni gravimetriche non suggeriscono, al momento, una risalita di magma verso la superficie.
La previsione di un’eruzione vulcanica rimane una sfida complessa soprattutto per l’incertezza associata a tali eventi. È essenziale che le istituzioni informino chiaramente la popolazione sulla difficoltà di prevedere le eruzioni e preparino piani di evacuazione in caso di emergenza.
Di recente, il Dipartimento Protezione Civile ha diffuso un avviso sui Campi Flegrei attraverso i social media. I residenti e i visitatori devono informarsi sulla zona vulcanica e essere pronti a seguire le indicazioni per la propria sicurezza. È stato aperto anche un portale, Io non rischio, che offre dettagliate informazioni sui Campi Flegrei e sul fenomeno del bradisismo.
La caldera dei Campi Flegrei e il bradisismo
La caldera dei Campi Flegrei è una vasta area vulcanica attiva con una struttura a forma di caldera. Si estende da Monte di Procida a Posillipo, comprendendo anche una parte sottomarina nel Golfo di Pozzuoli.
Nel corso degli ultimi 15 mila anni, sono state registrate oltre 70 eruzioni in questa zona. L’ultima, risalente al 1538, con un sollevamento del suolo in due anni di 19 metri, ha dato origine al vulcano Monte Nuovo.
Se avvenisse, l’eruzione del Supervulcano dei Campi Flegrei potrebbe avere effetti devastanti: emissioni di gas tossici, tsunami, eruzioni di cenere su vaste aree circostanti e flussi letali di gas caldo e cenere devastanti.
Pur essendo al momento dormiente, la caldera mostra segni di attività come sismicità, fumarole e deformazioni del terreno.
Il bradisismo, un lento sollevamento e abbassamento del suolo, ha causato crisi significative negli anni 1969-1972 e 1982-1984, portando anche all’evacuazione dei residenti di Pozzuoli.
Dal 2006, è in atto un nuovo sollevamento del suolo, accompagnato da un aumento dell’attività sismica e cambiamenti nella composizione geochimica delle fumarole e dei gas dal terreno. Questi segnali hanno portato a classificare il luogo tramite un’allerta gialla e all’attivazione della fase operativa di attenzione da parte dell’INGV Osservatorio Vesuviano nel 2012.
Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).