Condannati a 9 mesi, con pena sospesa, i due attivisti di Ultima Generazione che ad agosto si incollarono al basamento del Laocoonte, gruppo scultoreo in marmo collocato nei Musei Vaticani.
Il reato è quello di danneggiamento aggravato e trasgressione “a un ordine legalmente dato dall’autorità competente”.
Il risultato dell’udienza
Durante l’udienza del 12 giugno, il tribunale vaticano ha condannato a 9 mesi, con pena sospesa, Ester Goffi, studentessa di storia dell’arte di 26 anni, e Guido Viero, operatore sanitario di 61.
Gli attivisti dovranno pagare una multa di 1.500 euro per danneggiamento aggravato a cui si somma un’ammenda di 120 euro per opposizione alle autorità competenti. Saranno poi anche tenuti a risarcire i danni al monumento per un totale di 28.148 euro.
Non è prevista reclusione, ma solo l’ammenda di 120 euro per la terza attivista, Laura Zorzini, che filmò l’azione dimostrativa.
Durante l’ultimo dibattimento nell’aula del tribunale vaticano, Floriana Gigli, l’avvocato di parte civile, ha evidenziato più volte il danno causato al monumento: la ripulitura del marmo del basamento ottocentesco, considerato parte integrante del gruppo scultoreo, non è stata semplicissima. A sostegno dell’accusa, il promotore di giustizia prima della sentenza ha richiesto sia il pagamento di una multa di 3 mila euro che una condanna a 2 anni e 5 mesi per Guido Viero e a 2 anni per Ester Goffi. Per Laura Zorzini, richiesta la condanna a un mese.
La difesa ha comunque confermato che l’azione dimostrativa non era volta al danneggiamento della scultura (a riprova di questo, l’utilizzo di un tipo particolare di colla).
Le azioni dimostrative di Ultima Generazione
«Siamo l’Ultima Generazione che può agire concretamente per bloccare tutto questo e garantire un futuro.»
Questo il claim del movimento di contestazione ambientale più rumoroso degli ultimi mesi. Le proteste condotte si snodano in una campagna di azioni di disobbedienza civile non violenta (dall’attacco ai monumenti più celebri al blocco del traffico). Garantire un futuro alle prossime generazioni, sottolinea il movimento, deve cominciare con lo stop ai sussidi ai combustibili fossili e il reinvestimento dei soldi pubblici in progetti di transizione ecologica.
Il Laocoonte fu uno dei primi monumenti a farsi involontariamente portavoce della protesta contro il fossile condotta da Ultima Generazione: le foto con le mani incollate alla scultura fecero il giro del mondo, sollevando proteste e contestazioni.
«Come Laocoonte, scienziati e attivisti sono i testimoni che cercano di avvertire chi li circonda sulle conseguenze che le azioni di oggi avranno sul futuro. Come Laocoonte, scienziati e attivisti non vengono ascoltati o, peggio, vengono messi a tacere dalla politica, più interessata a difendere i privilegi di una minoranza che a provvedere al bene della collettività» spiegarono gli attivisti in una nota. In quell’occasione, durante l’azione dimostrativa, esposero anche uno striscione con la scritta no gas e no carbone.
Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).