In Italia, la gestazione per altri diventa reato universale

Il Senato approva la legge che rende la gestazione per altri un reato universale per i cittadini italiani.

La gestazione per altri (gpa), in Italia, diventa un reato universale: mercoledì 16 ottobre, il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge presentato da Carolina Varchi di Fratelli d’Italia. La proposta era già stata approvata alla Camera lo scorso luglio e ora, col via libera del Senato, modifica la legge 40 del 2004. La nuova norma estende la punibilità anche a chi ricorre alla gpa all’estero, con l’obiettivo di contrastare una pratica considerata illegale in Italia, ma legale in molti Paesi stranieri.

Cosa prevede il ddl Varchi

La legge prevede pene severe per chiunque realizzi, organizzi o pubblicizzi la gestazione per altri ed estende la perseguibilità del reato anche ai cittadini italiani che ricorrono alla gestazione per altri all’estero, in uno dei 65 Paesi dove la pratica è consentita. In particolare, è prevista una reclusione che varia da tre mesi ai due anni, accompagnata da una multa che può oscillare tra i 600mila e il milione di euro.

Che cos’è un reato universale?

Un “reato universale” è un concetto giuridico che si riferisce alla possibilità di punire determinati crimini indipendentemente dal luogo in cui sono stati commessi. In pratica, uno Stato può perseguire reati che avvengono al di fuori dei propri confini, a patto che siano considerati così gravi da offendere l’intera comunità internazionale. Alcuni esempi? Genocidio, pedofilia e sterminio di massa.

Nel caso della gestazione per altri (gpa), la legge approvata in Italia estende la perseguibilità del reato anche a chi ricorre a questa pratica all’estero, nei Paesi in cui è legale. Sebbene tecnicamente non esista una categoria di reati universali specifica per la maternità surrogata, il provvedimento mira a equiparare questo tipo di condotta a reati internazionalmente riconosciuti come perseguibili ovunque.

La reazione delle opposizioni

Di fronte a quello che è uno dei manifesti della propaganda di Fratelli d’Italia, le opposizioni hanno espresso forte contrarietà al ddl Varchi contro la maternità surrogata, definendola un “obbrobrio giuridico” e criticando il concetto di “reato universale” introdotto dal provvedimento.

In segno di protesta contro la legge e a sostegno delle famiglie e dei diritti dei bambini nati da gestazione per altri, l’Associazione Luca Coscioni e le Famiglie Arcobaleno hanno organizzato una manifestazione a Roma il 15 ottobre, chiedendo il riconoscimento dei diritti dei minori nati da gpa e sottolineando le lacune della normativa appena approvata. Allo stesso tempo, l’Associazione Luca Coscioni ha elaborato una proposta di legge alternativa, volta a regolamentare la gravidanza per altri in forma solidale. Tale proposta è stata depositata in Parlamento da esponenti di Italia Viva, +Europa e Movimento 5 Stelle, nel tentativo di fornire una regolamentazione diversa rispetto al divieto assoluto stabilito dalla nuova legge.

La Lega, invece, aveva avanzato un emendamento per inasprire ulteriormente le pene, prevedendo fino a 10 anni di carcere e multe fino a 2 milioni di euro, proposta che però è stata bocciata con parere contrario del governo e delle altre forze politiche.

Questioni aperte

Nonostante l’approvazione della legge, rimangono aperti diversi nodi cruciali.

Innanzitutto, la questione della trascrizione e registrazione degli atti di nascita fatti all’estero che la nuova normativa non affronta direttamente. Non è chiaro, infatti, come i bambini nati da gpa all’estero verranno trattati legalmente in Italia.

Un’altra problematica riguarda l’effettiva applicazione della legge: essendo la gpa legale in molti Paesi, sarà necessario ottenere la collaborazione di questi Stati per raccogliere le prove utili a fondare una condanna in Italia.

Inoltre, la legge non ha effetto retroattivo, come stabilito dal principio di irretroattività della legge penale sfavorevole al reo, il che solleva interrogativi su come verranno gestiti i casi di gpa precedenti all’introduzione della nuova normativa.

tags: diritti

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