Mutilato l’Albero della Vita: l’estinzione di massa colpisce i generi

da | Set 20, 2023 | news | 0 commenti

Un’estinzione di massa che non riguarda solo le specie: negli ultimi 500 anni sono già scomparsi 73 generi di vertebrati terrestri. A rivelarlo una ricerca condotta da Gerardo Ceballos dell’Università nazionale autonoma del Messico e Paul Ehrlich dell’Università di Stanford negli Stati Uniti, pubblicata sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas).

Quella che si è verificata negli ultimi 5 secoli è di fatto un’estinzione di massa che si è svolta 35 volte più velocemente rispetto alla media del milione di anni precedente. L’attività dell’uomo è la causa principale.

La novità della ricerca

Finora ci si è sempre soffermati sull’estinzione delle specie. La ricerca in questione, però, è andata oltre analizzando il livello dei generi.

In biologia, la classificazione dei viventi si articola in 7 categorie sistematiche, ovvero raggruppamenti di grandezza crescente: parliamo quindi di specie, genere, famiglia, ordine, classe, phylum e regno. La specie comprende individui con stesse caratteristiche, in grado di accoppiarsi tra loro e di generare prole. Il genere raggruppa specie simili tra loro.

I due ricercatori hanno raccolto dati su 5.400 generi di animali vertebrati terrestri, che comprendono un totale di 34.600 specie, utilizzando informazioni provenienti da database come quelli dell’Unione internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn) e Birdlife International.

I risultati dell’indagine

I risultati hanno mostrato dati sconvolgenti che evidenziano l’enorme peso dell’influenza umana sulla biodiversità terrestre. Le attività umane degli ultimi cinque secoli hanno causato un’ondata di estinzioni di generi che altrimenti si sarebbero verificate in 18.000 anni. Considerando che in 500 anni probabilmente si sarebbero persi solo due generi, i due studiosi parlano di un vero e proprio sterminio biologico.

I risultati hanno mostrato che gli uccelli hanno subìto le perdite più significative, con la scomparsa di 44 generi: con un tasso di estinzione normale sarebbero stati necessari per estinguere quel quantitativo ben 26.100 anni.

Seguono poi mammiferi (21 generi persi, che si sarebbero estinti in 23.000 anni), anfibi (5 generi) e rettili (3 generi).

Per evitare ulteriori danni, gli esperti chiedono azioni politiche, economiche e sociali senza precedenti, con un focus particolare sulla conservazione nelle zone tropicali, dove si concentra la più alta percentuale di estinzioni di generi e dove è possibile trovare generi con una sola specie rimanente.

L’estinzione di massa dei generi potrebbe avere gravi conseguenze, tra cui un peggioramento del cambiamento climatico e la diffusione di malattie infettive: la malattia di Lyme è un tipico esempio, causato delle zecche dei topi dai piedi bianchi, la cui proliferazione si deve al declino dei loro rivali e predatori.

L’albero della vita è mutilato

Lo studio ha un titolo piuttosto eloquente: Mutilation of the tree of life via mass extinction of animal genera. Una mutilazione vera e propria quella che si è compiuta negli ultimi 500 anni ai danni dell’albero della vita. Privato non di ramoscelli, ma di veri e propri rami, l’estinzione di massa che ha coinvolto 73 generi è un danno per il genere umano e un grosso freno all’evoluzione della vita sul Pianeta.

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